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DEI DELITTI

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)( i4î )(<br />

ne ; ma seguitero a nportare le ragioni<br />

con cui egh pensa d'aver dimostrato che<br />

la morte non è, ne utile, ne necessaria.<br />

Primieramente deduce l'inutilità della<br />

pena di morte dal falso supposto, che (?«*<br />

non sia /' intensione della pena , che faccia<br />

il maggior effet to mil' animo umano ;<br />

ma /' estensione di essa : perché la nostra<br />

sensibiktà è pih fxcilmeme , e stabilmcnte<br />

mossa da minime , ma replicate i>npressioni,<br />

che da un forte , ma passaggiero<br />

moifimento: ma ripero che cotesto è<br />

un falso supposto , perché puo accadere<br />

che moite impressioni d'un qualche og.<br />

getto non cagionino neppur la meta del<br />

mato, che cagionerà uni soia impressione,<br />

ma forte; e quest'è tanro évidente,<br />

che non mérita piu lungo ragionamento;<br />

e perciô affèrmo che lo spetfacolo della<br />

morte fatta soflfrire ad uno scellerato pubblicamente,<br />

spaventerà e raffrenerà sempre<br />

più i spettatori, che 1' aspetto conrinuo<br />

d'un uomo che lavori nelle minière<br />

. Oltre di che il pubblico esempio della<br />

morte eseguita contro i rei, ha per<br />

molt' altri "riflessi maggior energia di quello<br />

dei condannati v. gr. alla Calera, od<br />

aUa schiavitù per contenere gli uomini<br />

in dovere .<br />

Un' alti-a sua ragione è la seguente : La '<br />

fena di morte ( dice l'A.) (è) fa un' im- H. "*<br />

Tomo III. K, près-*

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