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_)( 79 )C<br />
sor.a d'un Principe; che V Autoredi quel:<br />
Libello sia stato veduto da due testimonr<br />
îiell' atto che lo scnveva ; e sappamiamo<br />
che ta! Libello sia stato consegnatoalla<br />
Giustizia, secondo le Leggi délia quale<br />
suppongasi che il suo Autore si menti<br />
la morte. Immaginiamoci, che questo<br />
reo sia già nelle forze costituito, et:<br />
esamiiwto giuridicamente, ma che abbia<br />
negato il tuf ta. Si domanda adesso cosa<br />
debba farsi di simil reo, che secondo le<br />
nostre Leggi non puô essere condannato ,<br />
perche noii confesso? Una délie due: a<br />
Itisognerà far l'ingiustizia di rilasciarlo ,<br />
benchè provato reo; o condannarlo, benchè<br />
non confesso; corne si costuma in<br />
molti Paesi. Il primo non lo dira néssuno<br />
; dunque dovremo dire, che il supposto<br />
reo convengi che sia condannato<br />
alla morte. Adesso. Se a questo reo sari<br />
data la tortura., e che résista; eceo, che<br />
egli eviterebbe una morte certa . Per un<br />
tal reo dunque la tortura sarebbe una<br />
specie di grazia, conforme ho detto di so-<br />
Di nuovo : dunque se nei nostri<br />
Tribunali non si facesse uso délia tortura<br />
che nei casi simili al detto, ai!or.r<br />
h tortura non potrebbe essere più condannata,<br />
corne un uso crudele.<br />
Se poi si dira, che quel reo si deve<br />
mare, a morte, benchè. non cot>