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itiênziato per raie. Tali s»nn<br />
nirn i rei condannati Jiei Tribanali d' [ralia,<br />
dove per condannare un reo forînahnenre<br />
alla morte, non basra, che sic<br />
convinto, ma c di più necessario, cbesia<br />
anche confesso. Ecco dunquc dove consiste<br />
l'equivoco, ed il sortisma dell'Aurore<br />
, tWtdato sLill' nome Reo per cui altri<br />
inrendono reo convinto , ed altri reo<br />
i so.<br />
Ma si dira: Se è cerro che uno .<br />
di mort*, e deve morire, perché di<br />
tormer.tarlo.' Eeco qui V. equiwoco<br />
A. Non é tormentato corne reo carra, e<br />
convinto:, ma corne disubbidiente, e corac<br />
sacrilego, et! ostinato .1 non violer confosare<br />
i delitti dei quali é conviuto reo;<br />
e la Tortura che si dà pet srmiie disubbidicnza<br />
ai rei convinti di delitti degni di<br />
morte, si usa per giustissimi, ed utilissimi<br />
œotivi ; il che perô non soiegne che •<br />
nel solo caso in cui un reo, ricusi di<br />
confessare i delitti dei quah è son<br />
reo ; e replico pero, che in tal caso un<br />
reo non é torturato, perché reo, corne<br />
suppone, ed equivoca il nostro Âutore ;<br />
ma semplkemente corne disubbidiente ai<br />
suoi legittimi Ciudici in materia grave,<br />
e corne uno, che nega sfacciatamente, e<br />
sacrilegamente la venta conosciuta , ed<br />
impedisce cosl il corso délia Giusrizia , la<br />
F 2 qua-