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X 86 )(<br />
Cotesta dimcokà è ancor essa appoggiata<br />
su i due ftlsi supposti , che la confessione<br />
del reo sia un' accusa, e che la<br />
Tortura si dia agli innocenti. Ma non è<br />
cosi. Il Giudice non esige la contessione<br />
del reo corne un' accusa délie sue reità ,<br />
quasi che dubiti, se sia reo o no, mmtre<br />
se ne dubitasse non lo farebbe tormentare<br />
, ma vuole quella contessione dal reo<br />
per l'effetto, che abbiamo detto di sopra.<br />
Di più i Giudici non sono tanto<br />
poco Filosori, che pensino, possa il doiore<br />
divenire /'/ crocinolo délia vérité ; eglino<br />
non cercarw la vericà dal dolore ,<br />
ma dal reo; perché già la sanno, e se<br />
non la sapessero sicuramente, non mette-<br />
Tebbero il reo in quel crocinolo, corne abbiamo<br />
già detro ; ma cercano solamente,<br />
che quel crociuolo costringa i rei a soddisfare<br />
al loro dovere, che è quello di<br />
confessare il maie del quale sono convinti.<br />
Cosi egli è uno scherno goffo, e temerario<br />
dire in questo luogo, che la tortura<br />
è il mezx? litttro di assolvere i robusti<br />
scellerait, e di tmdanntre i deboli<br />
innocents ; perché i Giudici fanno tormentare<br />
i scellerati, non perché sono deboli,<br />
o robusti ; ma perché li suppongono rei<br />
si 1' uno , che V altro ; e perô giustamente<br />
soffrono la tortura e 1' uno , e l'<br />
altro „<br />
E