DEI DELITTI

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dilemma, e lo porta. A'ow è mavo que'
sto dilemma ( die' egli ) o il dclitto i cev
te, o inceno; se coto non gli convient
ahva pena, che la stabilité, dalle Leggi,
ed ini'.tili sono i tormenti, perché inutile
la confessions del reo ; se è iiuerto ,
von dei'esi tormentare un innocente, pot*
cbè taie secondo le Leggi è ni} uotno, i
di eut delitti non sono provati.
Bisogna ch' io confessi, che cotesto è
un discorso , ed un argomento , che deve
sedurre la gente poco versata in certe materie
; ma in verità, che quanto alla sua
sostanza fa stupire corne un Letterato d'
un' acre penetrazione , e di buon criterio
corne apparisce il N. A. non siasi vergognato
di fare, e di portare un cosl fallace,
e miserabile raziocinio, e corne in
oltre abbia avuto il coraggio di parlar d'
un dilemma, ch' è stato cento volte sfatato
e fatto svanire. L' inganno, e la
debolezza del suo discorso, deve tanto più
condannarsi in un suo pari, quanto ch'
egli ha l'impertinenza di voler far da pédante
in cose di tanta serietà, a tutti i
Tribunal!, ed a tutti i Sovrani dell' universo.
Vediamo s'io dica il giusto .
Io concedo ail' A. che un uomo non
puo chnimarsi Reo , prima délia sentenza
del Giudice; ma nego, che un uomo non
possa esser veramente reo, anche prima
d'