(/) Sì, bravissima, allora adesso ti chiedo di fare questa cosa, immagina di mettere le scarpe ai piedi, di appoggiare i piedi per terra e di andare, per andare a giocare a calcio. Immaginatela tutta la sequenza eh (/) MO (12 sec) Com’è andata? ((/)) eeeeh ((/)) Cosa ti sei immaginata? Che mi sono messa le scarpe e siamo andaaa, eee sono corsa, sono andata negli spogliatoti hooo, come facciamo tutti, ci abbracciamo, ci diamo la mano e ci diamo il bacio sulla guancia e ci diciamo: “Speriamo che vinciamo” e ci parliamo un po’ insieme, corriamo dentro Sei riuscita ad immaginartelo tutto? Bellissimo, umh! Senti, allora adesso fai un bel respiro, pensa a questo bellissimo momento Fuuuuuuuu 102
Conclusioni “L’<strong>EMDR</strong> è l’ultima assurdità nel mercato della psicoterapia o è piuttosto un metodo da prendere sul serio?” (Eschenroder, 2003). L’<strong>EMDR</strong>, fin dalle origini, è sempre stata un tecnica che ha incontrato critiche, difficoltà nell’affermarsi e confusioni nel campo della ricerca. Molti ricercatori continuano a considerarla una “pseudoscienza” (Dworkin, 2010). In un articolo di Perkins e Rouanzoin (2002) vengono messi in risalto alcune interpretazioni e affermazioni erronee in pubblicazioni di diversi ricercatori, in particolare nel lavoro di Rosen et al. (1998) l’<strong>EMDR</strong> viene considerata una semplice terapia di esposizione prolungata, secondo altri autori (McNally, 1999, Lohr, Lilienfeld, Tolin, Herbert, 1999) l’<strong>EMDR</strong> produce soltanto un effetto placebo, ed è considerata una tecnica meccanicistica e semplicistica. Di fronte, però, a numerosi dubbi e incertezze di alcuni ricercatori, è indiscutibile il fatto che l’<strong>EMDR</strong>, sostenuta da un gran numero di studi e di meta-analisi, sia stata riconosciuta dalla International Society for Traumatic Stress Studies come una tecnica efficace ed efficiente per il trattamento del PTSD (Chemtob, Tolin, van der Kolk, Pitman, 2000). L’<strong>EMDR</strong> non è una semplice tecnica che utilizza movimenti oculari, ma è una procedura inserita all’interno di un trattamento globale, costituito da otto fasi, nella quale una di queste fasi utilizza la stimolazione bilaterale. Non è una tecnica miracolosa che risolve i problemi sempre in poche sedute, ma richiede un piano terapeutico. E’ una procedura complessa che richiede un’adeguata e completa formazione, un uso appropriato delle procedure e una profonda interazione tra clinico, metodo e paziente (Dworkin, 2010). Nonostante la dimostrazione della sua efficacia, l’<strong>EMDR</strong> ha bisogno di continui perfezionamenti e di studi che permettano la sua evoluzione e la sua completa comprensione. In particolare, negli ultimi anni, gli studi stanno cercando di perfezionare la metodologia di ricerca per approfondire l’intervento nel PTSD, di indagare le basi psicobiologiche, ancora non del tutto chiare, di ricercare l’efficacia dell’<strong>EMDR</strong> per altri disturbi clinici, quali i Disturbi d’Ansia, i Disturbi di Dismorfismo corporeo, Disturbi dell’Alimentazione, i Disturbi Sessuali, i Disturbi Dissociativi, di dimostrare la compatibilità con altre tradizioni psicoterapeutiche e la possibilità di integrarla con tecniche diverse (Giannatonio, 2001). Riguardo a quest’ultimo punto sono interessanti 103
- Page 1 and 2:
Università degli Studi di Torino F
- Page 3 and 4:
INDICE Introduzione 5 1. Il trauma
- Page 5 and 6:
Introduzione “ Quando si vive un
- Page 7 and 8:
come il trattamento più efficace p
- Page 9 and 10:
1. Il trauma psichico 1.1. Introduz
- Page 11 and 12:
sviluppo traumatico e possono causa
- Page 13 and 14:
trauma genera un’idea patogena e
- Page 15 and 16:
l’approccio sistemico che hanno d
- Page 17 and 18:
individuare gli “stati mentali re
- Page 19 and 20:
quando, innescati da un evento che
- Page 21 and 22:
eventi traumatici e un ulteriore pe
- Page 23 and 24:
Inoltre i sintomi devono avere una
- Page 25 and 26:
PTSD, e i ricercatori della Harvard
- Page 27 and 28:
5. Alterazioni nella percezione del
- Page 29 and 30:
l’individuo, lo sviluppo e il dec
- Page 31 and 32:
elazionale, alla terapia breve e fo
- Page 33 and 34:
integra in maniera funzionale con l
- Page 35 and 36:
Comportamentale come il modellament
- Page 37 and 38:
• Fase 2: Valutazione della capac
- Page 39 and 40:
In seguito alla preparazione del pa
- Page 41 and 42:
L’obiettivo di questa fase è acc
- Page 43 and 44:
Fase 4: desensibilizzazione La Fase
- Page 45 and 46:
Nel momento in cui il paziente avve
- Page 47 and 48:
Greenwald (2000), è bene tenere pr
- Page 49 and 50:
• La scala di validità di cogniz
- Page 51 and 52: Prima fase: la storia del paziente
- Page 53 and 54: per esempio con i bambini vittime d
- Page 55 and 56: • La bontà interiore (Greenwald,
- Page 57 and 58: corrente di ciò che succede tra un
- Page 59 and 60: uolo con figure con la quale il bam
- Page 61 and 62: dalla cognizione di sentirsi cattiv
- Page 63 and 64: elativamente limitato di sedute di
- Page 65 and 66: 22 soggetti, sottoposti a 7 sedute
- Page 67 and 68: concreti nel tempo e nello spazio.
- Page 69 and 70: nausea o disturbi addominali, sensa
- Page 71 and 72: evidente con i compiti di vita quot
- Page 73 and 74: emozionale), sensi di colpa, diffic
- Page 75 and 76: il problema è la mancanza di scena
- Page 77 and 78: • sintomi comportamentali: evitam
- Page 79 and 80: • Sindrome di ansia Sociale dell
- Page 81 and 82: 4. L’EMDR e i Disturbi d’Ansia
- Page 83 and 84: Per quanto riguarda i casi singoli
- Page 85 and 86: Uno studio di Muris, Merckelbach, H
- Page 87 and 88: possono esserci eccezioni, in quant
- Page 89 and 90: Disturbo d’Ansia Generalizzata L
- Page 91 and 92: Giannantonio (2009b) propone alcuni
- Page 93 and 94: Appendice In questa sezione vengono
- Page 95 and 96: Allora senti, facciamo ancora due v
- Page 97 and 98: Successivamente G. e la terapeuta i
- Page 99 and 100: passata, e per fare in modo che lo
- Page 101: Ce l’hai? Dai, chiudi bene gli oc
- Page 105 and 106: Bibliografia Aciemo R., Tremont G.,
- Page 107 and 108: Bisson J. I., Ehlers A., Matthews R
- Page 109 and 110: De Jongh A., ten Broeke E. (2009),
- Page 111 and 112: Gauvreau P., Bouchard S. (2008), Pr
- Page 113 and 114: Jarero I., Artigas L., Hartung J. (
- Page 115 and 116: Marcus S. V., Marquis P., Sakai C.
- Page 117 and 118: Scheck M. M., Schaeffer J. A., Gill
- Page 119 and 120: Van Etten M. L., Taylor S. (1998),
- Page 121: Ringraziamenti Al Ch.mo prof. Fabio