Tesi_Manuela Prencipe PDF - EMDR Italia
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integra in maniera funzionale con le esperienze e le informazioni del passato (Dworkin,<br />
2010). “Le informazioni sarebbero quindi immagazzinate in un sistema di reti<br />
mnestiche. Si ritiene che una rete contenga le componenti singole, i pensieri, le<br />
immagini, le emozioni e le sensazioni collegabili al ricordo dell’esperienza.<br />
L’elaborazione o la rielaborazione viene definita come la creazione delle associazioni<br />
necessarie, affinchè avvenga l’apprendimento una volta che le informazioni<br />
appartenenti ad un evento sono state risolte in modo adattivo” (Fernandez, Maxfield,<br />
Shapiro, 2009, p.225).<br />
I problemi di questo processo possono sorgere quando l’esperienza non è<br />
adeguatamente elaborata, ed è il caso delle esperienze traumatiche. In questi casi<br />
l’elaborazione dell’informazione non avviene in maniera adattiva e le informazioni<br />
rimangono isolate nelle proprie reti neurali, e non sono in grado di connettersi con altre<br />
reti di memoria che contengono informazioni più adattive. Viene quindi compromessa<br />
la possibilità di integrazione, con la conseguenza che le informazioni rimangono<br />
racchiuse nel cervello nella loro forma specifica, ovvero immagazzinate come sono state<br />
provate al momento dell’esperienza, con le stesse componenti emotive, sensoriali,<br />
cognitive e fisiche. La patologia è vista come il risultato di esperienze non elaborate e<br />
trasformate. Gli atteggiamenti, le emozioni e le sensazioni non sono, dunque, delle<br />
semplici reazioni agli eventi passati, ma sono visti come una manifestazione legata alla<br />
percezione dei ricordi memorizzati (Solomon, Shapiro, 2008).<br />
“La teoria di Shapiro sull’elaborazione inadeguata di eventi disturbanti fornisce una<br />
spiegazione della natura resistente perdurante e in apparenza immutabile di alcuni<br />
ricordi traumatici legati ai disturbi post-traumatici. In genere, in ambito terapeutico,<br />
osserviamo che questi ricordi sono resistenti alla ristrutturazione cognitiva e stentano a<br />
essere assimilati nella rete degli altri ricordi dell’individuo. Infatti, notiamo che il<br />
paziente è in grado di richiamare solo ricordi negativi […] perché le informazioni<br />
negative sono mantenute in modo disfunzionale in forma eccitatoria e, di conseguenza,<br />
vengono stimolate più facilmente di altre” (Fernandez, Maxfield, Shapiro, 2009, p.<br />
226). “Un fallimento nell’elaborazione fa sì che i ricordi negativi rimangano caldi e<br />
suscettibili di poter essere riattivati in qualsiasi momento. Di conseguenza,<br />
indipendentemente dal numero di esperienze positive che si susseguono l’un l’altra nel<br />
corso di vita di una persona, gli eventi precoci non elaborati possono porre le basi per<br />
un senso di identità e di autoefficienza impoverito” (Shapiro, 2011, p.16).<br />
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