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Tesi_Manuela Prencipe PDF - EMDR Italia

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trauma genera un’idea patogena e quindi un nuovo significato, in Ferenczi, invece, è<br />

qualcosa che disgrega e frammenta la mente in più parti (Bonomi, Borgogno, 2001). Più<br />

precisamente, secondo Ferenczi (1929), il trauma è “una sottrazione di qualcosa che<br />

modifica il naturale avvio alla vita psichica mediante operazioni di intrusione e di<br />

estrazione che segnano e danneggiano l’esperienza del bambino” (Borgogno, 1999,<br />

p.163), “un evento interpersonale che induce un blocco coattivo nel potenziale evolutivo<br />

del bambino verso la nascita alla vita” (Albasi, Boschiroli, 2003, p.22).<br />

Secondo Ferenczi (1931), l’individuo si sviluppa, cresce e può dare origine al proprio<br />

Sé grazie ad un ambiente che sa contenere, dare forma, significati e cure adeguate.<br />

Quando l’ambiente si dimostra, però, inadeguato e lo pone di fronte a situazioni<br />

traumatiche, il bambino avverte sensazioni di forte angoscia (Boschiroli, 2003).<br />

L’aspetto, però, più significativo che contribuisce a rendere il trauma “traumatico è il<br />

meccanismo del “diniego” messo in atto dall’adulto che nega e disconosce la realtà del<br />

bambino. Questo sviamento e non riconoscimento, paralizza il pensiero, priva la mente<br />

di spazi mentali propri e minaccia la soggettività del bambino (Borgogno, 1999). Per un<br />

bambino, poter superare la paura e il dolore, è fondamentale la condivisione, l’ascolto e<br />

l’appoggio del genitore. Quando questo non accade, il bambino resta solo con la sua<br />

disperazione (Frankel et al., 2004). “L’adulto, che si comporta quasi sempre come se<br />

nulla fosse successo, proibisce al bambino non solo di usare la parola, ma anche la<br />

possibilità di crearne una rappresentazione e una fantasia. Le parole del bambino<br />

rimangono […] sotterrate vive e, a causa di ciò, sotto la pressione di altri eventi<br />

traumatici, si può produrre una frammentazione della personalità” (Bonomi, Borgogno,<br />

2001 p.168). Di fronte a questa situazione “non c’è via di fuga”. “L’unica possibilità di<br />

salvezza è una ristrutturazione autoplastica della personalità: una parte della struttura<br />

psichica (quella che sta soffrendo e che sente il pericolo mortale in atto) viene scissa e<br />

allontanata dalla fonte del pericolo, viene nascosta nella profondità dell’inconscio, un<br />

luogo apparentemente sicuro e al riparo da ciò che sta succedendo […] la quiete è<br />

raggiunta con l’autodistruzione con l’automutilazione di sé o parti di sé” (Boschiroli,<br />

2003, p.125).<br />

Come conseguenza, l’evento traumatico, non ha la possibilità di essere inscritto e<br />

collocato nella psiche, diventando così non accessibile alla memoria. L’unico<br />

conduttore in grado di portare con sè le memorie traumatiche, è il corpo (Bonomi,<br />

Borgogno, 2001). Inoltre, oltre al fatto che il trauma resta misconosciuto, non registrato<br />

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