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Tesi_Manuela Prencipe PDF - EMDR Italia

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2. L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (<strong>EMDR</strong>)<br />

2.1. Introduzione<br />

L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (<strong>EMDR</strong>), ovvero<br />

desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, è una recente<br />

tecnica psicoterapeutica, inizialmente nata per il trattamento del PTSD, ma oggi usata<br />

per affrontare diversi disturbi clinici conseguenti ad esperienze traumatiche (Fernandez,<br />

Maxfield, Shapiro, 2009).<br />

L’<strong>EMDR</strong>, all’interno di un piano terapeutico globale, utilizza una procedura composta<br />

da otto fasi, con l’obiettivo di lavorare su esperienze e ricordi traumatici, alla base di<br />

problemi e disturbi attuali. La caratteristica dell’<strong>EMDR</strong> è che, per aiutare il paziente ad<br />

accedere al ricordo e a metabolizzarlo, viene chiesto di concentrarsi sulla parte più<br />

disturbante del ricordo e su tutti i suoi aspetti (immagini, cognizioni negative, emozioni<br />

negative, sensazioni corporee), mentre viene indotta una stimolazione bilaterale degli<br />

occhi (più o meno una rotazione completa al secondo, in un arco di tempo che va dai 20<br />

ai 60 secondi circa). Con il procedere del lavoro, il paziente crea materiale più adattivo<br />

che viene integrato con le memorie traumatiche. Come conseguenza l’aspetto<br />

disturbante del ricordo traumatico viene risolto, ottenendo, così, una ristrutturazione<br />

delle cognizioni associate e una visione più positiva ed adattiva (Wilson, Becker,<br />

Tinker, 1995).<br />

L’<strong>EMDR</strong> è stato scoperto nel 1987 da Francine Shapiro. Un giorno, infatti, mentre<br />

passeggiava in un bosco, iniziò a constatare che alcuni suoi pensieri disturbanti<br />

all’improvviso svanirono e che, riprovando a chiamarli alla mente, non avevano più la<br />

caratteristica di fastidio e disturbo. Inoltre, scoprì che, quando i pensieri disturbanti<br />

comparivano nella mente, i suoi occhi si muovevano in modo spontaneo e rapido, avanti<br />

e indietro, seguendo una diagonale verso l’alto. Potè ancora notare che richiamando alla<br />

mente i pensieri fastidiosi e muovendo intenzionalmente gli occhi, questi tendevano a<br />

perdere la loro caratteristica disturbante (Shapiro, 1995). Affascinata dalla sua scoperta,<br />

iniziò a dedicarsi allo studio scientifico della sua intuizione. Nello stesso anno, infatti,<br />

lavorò al suo primo studio controllato, pubblicato nel 1989 sul Journal of Traumatic<br />

Stress. Intanto nel 1988, Shapiro entrò in contatto con il Mental Research Institute<br />

(MRI) di Palo Alto, in California, istituto di ricerca interessato alla terapia sistemico-<br />

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