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Tesi_Manuela Prencipe PDF - EMDR Italia

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e non trasformato in evento psichico, esso non viene accettato dal bambino come verità,<br />

e viene sostituito dalla realtà presentata dai genitori. Questo accade perché il bambino,<br />

preferisce rinunciare alla verità, pur di non mettere in pericolo la relazione con il<br />

genitore (Frankel et al., 2004). Il prezzo da pagare è il sacrificio di se stessi, la<br />

frammentazione e la perdita della propria soggettività (Borgogno, 1999). “Gran parte<br />

della vita affettiva e mentale inconscia è mutilata, pietrificata, congelata e resa morta, o<br />

se non altro dissociata e frammentata, con un evidente immiserimento globale del<br />

proprio stare al mondo e farsi attori della propria esistenza” (Borgogno, 2005, p.3).<br />

“Risultante di questo processo è pertanto un non esserci in termini di identità e in<br />

termini esistenziali, non esiste un passato e non ci si immagina un futuro. Il soggetto<br />

coattivamente vive e agisce in un presente che, però, è un presente senza senso”<br />

(Boschiroli, 2003 , p.129).<br />

Secondo Ferenczi (1931), solo l’incontro con un’altra persona, in particolare con il<br />

terapeuta può permettere un riconoscimento della “catastrofe” e della sua continua<br />

ripetizione che avviene a livello corporeo e relazionale e che si presenta anche<br />

nell’interazione tra paziente e terapeuta. Il terapeuta deve poter condividere, rispettando<br />

il bisogno di realtà del paziente, permettere il passaggio da qualcosa che non ha avuto<br />

luogo alla nascita di un nuovo luogo, ma questa volta con strumenti affettivi alternativi<br />

e diversi rispetto all’esperienza passata (Bonomi, Borgogno, 2001). “Il trauma non<br />

pertiene meramente a ciò che ha avuto luogo, ma a ciò che non ha avuto luogo perché, a<br />

suo modo di vedere, è venuto a mancare quel luogo di incontro tra le menti che è<br />

irrinunciabile per un sano sviluppo psichico” (Borgogno, 2005, p.5). Secondo Ferenczi<br />

(1931), dunque, obiettivo del terapeuta è quello di fornire al paziente quell’ambiente<br />

adeguato che in passato non ha potuto sperimentare, e porre fine alla ripetizione di<br />

quella catastrofe che paradossalmente è familiare, ma non sente come propria, renderla<br />

metabolizzata e finalmente dicibile (Bonomi, Borgogno, 2001).<br />

1.3. Trauma psichico e teoria dell’attaccamento: sviluppi e nuove prospettive<br />

La teoria dell’attaccamento di John Bowlby (1969, 1973, 1980) e dei suoi collaboratori,<br />

rappresenta un punto di incontro interessante di differenti orientamenti quali la<br />

psicoanalisi, la psicologia cognitiva, l’etologia, la cibernetica, la neurofisiologia,<br />

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