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Tesi_Manuela Prencipe PDF - EMDR Italia

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solution”, ovvero “paura senza sbocco”, un circolo vizioso senza alcuna soluzione di<br />

una paura crescente e di interazioni incoerenti e paradossali di avvicinamento e di<br />

evitamento. La “paura senza sbocco” conduce il bambino verso la disorganizzazione del<br />

comportamento di attaccamento e reazioni dissociative. Di fronte a figure di<br />

attaccamento che suscitano dolore e paura e che non offrono cura, protezione e<br />

conforto, l’esperienza relazionale si trasforma in un’esperienza traumatica ripetuta,<br />

anche in assenza di maltrattamenti (Liotti, 2005a). “E’ verosimile su basi teoriche, e in<br />

parte suffragato da dati empirici, che il MOI costruito nella DA sia multiplo e non<br />

integrato, oltre che emotivamente carico dell’esperienza drammatica e della paura senza<br />

soluzione. In altre parole il MOI disorganizzato è intrinsecamente dissociato<br />

(compartimentato) rispetto ai suoi contenuti rappresentativi: di sé (rappresentato allo<br />

stesso tempo come bisognoso di cura, ricettore di cura, e minacciato), e dell’altro<br />

(rappresentato simultaneamente come disposto a offrire cura, incapace di offrirla,<br />

violento, spaventato e impotente)” (Farina, Liotti, 2011b, p. 82).<br />

Liotti (2005a) utilizza una metafora per spiegare questa condizione intersoggettiva, che<br />

è quella del “triangolo drammatico”. Secondo tale metafora il bambino percepisce,<br />

contemporaneamente, se stesso e la figura di attaccamento come: persecutore, salvatore<br />

e vittima. La figura di attaccamento è un persecutore in quanto causa della paura senza<br />

sbocco, il bambino è la vittima che la sperimenta, ma la figura di attaccamento è anche<br />

il salvatore che, nonostante le memorie traumatiche irrisolte, può essere potenziale fonte<br />

di conforto. Simultaneamente il bambino percepisce se stesso come persecutore, in<br />

quanto si considera la causa della paura e del dolore dell’adulto, la figura di<br />

attaccamento è la vittima di questo pericolo, ma il bambino può considerarsi anche<br />

salvatore dell’adulto fragile e ferito.<br />

La teoria dell’attaccamento permette di focalizzare l’attenzione sul fatto che ciò che può<br />

condurre al PTSD non è “l’esperienza traumatica in sé, ma il fatto che essa induca o<br />

comunque mobiliti una rappresentazione di sé e della FDA secondo la modalità<br />

dissociata del “triangolo drammatico” […] suggerisce di considerare i traumi in stretta<br />

relazione con stati affettivi che non sono stati integrati in strutture di significato unitarie<br />

e coerenti riguardanti la relazione con le FDA. Questi stati affettivi, in altri termini,<br />

sopravvivono in stati somatici o comunque nella memoria implicita del MOI<br />

disorganizzato, non compiutamente integrati nel flusso della memoria esplicita<br />

semantica. Essi possono permanere ad un livello latente dell’attività mentale fino a<br />

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