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Tesi_Manuela Prencipe PDF - EMDR Italia

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Introduzione<br />

“ Quando si vive un’esperienza davvero sgradevole, due sono le cose che si possono<br />

fare, due sono le strade che si possono percorrere. Una è quella di guardare in faccia il<br />

ricordo di quell’esperienza, continuare a pensarci, a parlarne e a provare sensazioni al<br />

riguardo: può essere difficile, ma è come se ogni volta si desse a quel ricordo un<br />

piccolo morso, lo si masticasse per bene e lo si digerisse. Esso allora entra a far parte<br />

del nostro nutrimento e ci aiuta a crescere. E la parte che fa male si riduce sempre di<br />

più. Quando si dice che attraverso i momenti difficili si diventa più forti, e a questo che<br />

ci si riferisce. Purtroppo a volte la gente percorre l’altra strada. Il ricordo è così<br />

doloroso, fa così male che lo si vuole solo scacciare, si vuole mettere un muro tra noi e<br />

lui, ci si vuole soltanto sentire bene e riuscire a tirare avanti la giornata. Questo<br />

funziona, almeno per un po’; ci dà sollievo. Ma il problema è che il ricordo non va via,<br />

è sempre lì, fresco come il giorno in cui il fatto è accaduto, sempre pronto a<br />

ripresentarsi per essere masticato completamente e digerito in modo da diventare parte<br />

del passato. E poi, ogni volta, c’è qualcosa che ci fa ripensare a quel ricordo, come se<br />

questo dicesse: ‘Ehi, ci sono anch’io, mi fai entrare adesso?’. Ecco un esempio, quasi<br />

tutti noi, se camminando veniamo urtati incidentalmente da qualcuno, be’, forse ci<br />

secchiamo un po’ per qualche secondo, ma non di più, basta un: ‘Mi scusi’, e tutto<br />

finisce. Ma se la persona che viene urtata ha un mucchio di rabbia compressa dietro a<br />

quel muro, avrà la nostra stessa minima normale reazione, con in più tutto quel<br />

materiale che sta dietro al muro e che dice: ‘Anch’io’, per cui la persona sarà talmente<br />

fuori dai gangheri da essere pronta a litigare. E’ questo il problema: il materiale che<br />

sta dietro al muro; ci può saltare addosso in ogni momento e provocare in noi reazioni<br />

eccessive, rendere difficili le cose facili. Così a volte la gente, quando si ammala per<br />

via di questi problemi, va da un terapeuta per farsi aiutare. E con il suo aiuto riesce a<br />

riafferrare ciò che ha cacciato dietro al muro: prende un pezzetto di quel ricordo, lo<br />

mastica per bene, lo digerisce e diventa molto più forte. Con l’<strong>EMDR</strong> accade qualcosa<br />

di molto simile a quanto succede con le altre terapie: si riesce a riprendere ciò che sta<br />

dietro al muro, se ne prende un pezzo, lo si mastica per bene, tutto qui. Solo che con<br />

l’<strong>EMDR</strong> si rivivono i vari pezzi del brutto ricordo molto più in fretta, magari si<br />

ripercorre un intero ricordo in sole due sedute, talvolta in più, talvolta in<br />

meno”(Greenwald, 2000, p.35).<br />

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