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Tesi_Manuela Prencipe PDF - EMDR Italia

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Giannantonio (2009b) propone alcuni accorgimenti tecnici da applicare nella terapia<br />

<strong>EMDR</strong> per il Disturbo di Panico, in particolare:<br />

• Con i pazienti che soffrono di Disturbo di Panico è utile, come per il trattamento<br />

del PTSD, elaborare un target partendo dal momento peggiore di esso. Non si<br />

prosegue, però, con le libere associazioni del paziente. E’ opportuno, invece,<br />

creare un’esposizione filmica che verrà prima visionata ad occhi chiusi per<br />

individuare la presenza di emozioni e sensazioni di disturbo, successivamente si<br />

utilizzerà la stimolazione bilaterale per affrontare ed eliminare gli elementi<br />

disturbanti. E’ utile, inoltre, osservare la storia che si è creata, cambiarla e<br />

rielaborarla in modo diverso, cercando di generare nuove competenze.<br />

• I pazienti con Disturbo di Panico possono avere difficoltà nell’accesso alle<br />

emozioni e alle sensazioni. Hanno, infatti, poche o nessuna emozione, difficoltà<br />

a codificare il mondo corporeo e emozionale, a identificare e dare un nome a ciò<br />

che sperimentano, per cui è opportuno utilizzare strategie diverse rispetto al<br />

protocollo standard. Una di queste può essere quella di far chiudere gli occhi al<br />

paziente, chiedere di visualizzare ciò che dev’essere elaborato e di osservarsi<br />

mentre accade la situazione che si sta immaginando. Può essere utile l’accesso al<br />

luogo sicuro che permette di avere un contatto con il proprio corpo e il mondo<br />

interiore.<br />

• Questi pazienti hanno difficoltà a trasformare le esperienze problematiche e le<br />

convinzione negative relative al Sé, per cui l’utilizzo dell’elaborazione<br />

spontanea può essere controproducente. Può essere utile, invece, lavorare sulle<br />

emozioni attraverso “alterazioni percettive”, associando sensazioni piacevoli a<br />

eventi disturbanti (ad esempio associare un ricordo problematico con una<br />

canzone o un colore rassicurante per il paziente), e “alterazioni cognitive”,<br />

andando a suscitare cognizioni positive su di Sé.<br />

• A differenza dei pazienti con PTSD, quelli con Disturbo di Panico non<br />

necessitano di una fase di chiusura, in quanto non c’è pericolo che il paziente<br />

continui al di fuori del setting terapeutico una elaborazione coinvolgente ed<br />

eccessiva.<br />

• I problemi legati al Disturbo di Panico possono risalire a storie di attaccamento<br />

disfunzionali, caratterizzate da figure di accudimento imprevedibili, fragili,<br />

violente. Questi pazienti, infatti, hanno difficoltà a descrivere la loro storia di<br />

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