Tesi_Manuela Prencipe PDF - EMDR Italia
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nell’infanzia, sino alla nascita di una nuova disciplina, la “psicotraumatologia”<br />
(Borgogno, Bonomi, 2001).<br />
Tra le origini del trauma psichico è fondamentale riconoscere il ruolo della psicoanalisi,<br />
che, a differenza dell’approccio descrittivo/classificatorio, cercò di ampliare il concetto,<br />
andando a capire l’origine, la qualità, il modo di agire e le conseguenze del trauma. Fu<br />
Freud a curare i sintomi adulti, al tempo considerati segni di una predisposizione<br />
neuropatica, e a considerare all’origine di questi un “trauma infantile”. Inizialmente<br />
abbracciò gli studi di Charcot (1890) sulla paralisi isterico-traumatica. Ma il passo<br />
decisivo fu il “modello catartico”, alla base del quale il disturbo traumatico è la<br />
conseguenza della rimozione e quindi dell’episodio traumatico che non viene<br />
sufficientemente scaricato. Con il metodo catartico Freud (1892-1895) cercò di<br />
rievocare, nelle sue pazienti, l’esperienza traumatica, per permetterne la scarica. Questo<br />
modo di procedere, portò Freud a notare che alla base dei traumi erano presenti<br />
situazioni infantili di seduzione o abusi sessuali. Nel 1896 formulò la “teoria della<br />
seduzione”, sostenendo che alla base del sintomo nevrotico fossero presenti esperienze<br />
di abuso sessuale precoce, e iniziò a considerare il trauma infantile come causa diretta<br />
delle psiconevrosi. Poco dopo, però, nel 1897, modificò la teoria, abbandonò l’idea del<br />
trauma infantile come accadimento reale e iniziò a considerarlo, invece, come una<br />
costruzione fantasmatica. Per Freud i sintomi isterici divennero l’espressione simbolica<br />
del conflitto tra desideri inconsci e difese dell’Io (Borgogno, Bonomi, 2001).<br />
Dopo venti anni di abbandono, la teoria del trauma riemerse e venne rivalutata, grazie al<br />
contributo di Sandor Ferenczi. Il suo interesse verso il trauma venne risvegliato quando<br />
ricevette l’incarico di medico militare nella Prima Guerra Mondiale. In questo periodo<br />
Ferenczi (1916, 1919) formulò la nozione di “ferita narcisistica”, secondo la quale, la<br />
regressione tipica delle nevrosi di guerra, era collegata a una ferita dell’Io, dell’amore di<br />
sé. Successivamente Ferenczi cercò di trattare il trauma facendo riferimento anche agli<br />
studi biologici di Freud, sostenendo che il corpo può essere usato per esternare le<br />
fantasie inconsce. “Così, l’idea di trauma viene riscoperta nel significato originale di<br />
ferita sul corpo vivente, in quanto è una ferita che non colpisce soltanto una parte<br />
anatomica, ma anche il significato che tale parte ha per il soggetto: una mutilazione del<br />
volto, per esempio, ferisce il senso che l’Io ha di se stesso in relazione agli altri.<br />
Insomma il corpo è al centro di un modo di significati ed è questo mondo che viene<br />
sconvolto dal trauma” (Borgogno, Bonomi, 2001, p.104-105). Dunque, se per Freud il<br />
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