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Per esempio, quando abbiamo un cilindro, riempito di gas e termicamente isolato, la<br />
cui pressione interna P è in equilibrio con la pressione esterna (si veda la figura accanto),<br />
se aumentiamo la pressione esterna di un’entità ∆P, il gas si<br />
comprime, cioè il suo volume non è più V, ma (V – ∆V). Applicando<br />
questa definizione generale al nostro volumetto, consideriamo che<br />
non possiamo più attribuire la stessa elongazione s alle molecole<br />
d’aria in x e a quelle in x + dx, come si è fatto sopra, quando di<br />
trattava di applicare a s due volte l’operazione di derivazione, per<br />
ottenere l’accelerazione del volumetto dV. Infatti, la derivata di una<br />
grandezza debolmente variabile, la cui variazione tende a zero, tende anch’essa al valore<br />
zero. Per interpretare correttamente la (2.3) dobbiamo considerare le seguenti<br />
corrispondenze:<br />
• V ≡ volume a riposo = S·dx;<br />
• ∆V ≡ variazione di volume provocata dalla pressione sonora = S·ds (infatti, la<br />
sezione di ascissa x si sposta, per via del fenomeno sonoro, in x + s mentre la<br />
sezione di ascissa x + dx si sposta in x + dx + ds);<br />
• ∆P ≡ variazione della pressione locale = pressione sonora p.<br />
Sostituendo nella (2.3) abbiamo:<br />
χ<br />
s<br />
Sds<br />
= -<br />
Sdx<br />
1<br />
p<br />
Abbiamo così ricavato una relazione tra p ed s, che ci consenta di sostituire nella (2.2)<br />
la pressione p con una sua espressione in funzione di s:<br />
1<br />
p = -<br />
χ<br />
s<br />
ds<br />
dx<br />
Derivando p rispetto a x otteniamo:<br />
2<br />
∂p 1 ∂ s<br />
(2.4) = -<br />
2<br />
∂x<br />
χ ∂x<br />
Confrontando la (2.4) con la (2.2) si ha:<br />
s<br />
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