€€ UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TRIESTE - OpenstarTs ...
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parla di rapporto d'ottava uguale a due). Così, con un numero limitato di bande d'ottava si<br />
poteva fare una sommaria analisi spettrale. Successivamente l'analisi venne raffinata<br />
introducendo le bande di un terzo d'ottava, tre delle quali formano una banda d'ottava<br />
(rapporto di terzo d'ottava uguale a due elevato ad un terzo).<br />
Poi arrivarono le bande di un sesto, un dodicesimo, un ventiquattresimo d'ottava, ecc.<br />
In verità, al giorno d'oggi gli analizzatori di spettro permettono di suddividere il campo<br />
dell'udibile in un numero talmente grande di bande molto strette (centinaia o migliaia) che<br />
l'uso delle bande di d'ottava o di frazioni d'ottava non ha più molto senso. Tuttavia, le<br />
normative tecniche utilizzano ancora in maniera quasi esclusiva le bande d'ottava e di<br />
frazioni d'ottava. Inoltre, vi è un altro motivo per cui le bande d'ottava rimangono attuali:<br />
ogni banda comprende un intervallo di frequenze doppio di quella precedente (si dice<br />
che sono bande ad ampiezza percentuale costante); quest'effetto di amplificazione<br />
permette di contrastare la compressione - crescente in frequenza - dell'asse delle<br />
frequenze che inevitabilmente si introduce quando si utilizza una scala delle frequenze<br />
logaritmica.<br />
Rumore bianco e rumore rosa. Il rumore bianco ha una densità spettrale di potenza<br />
indipendente dalla frequenza, ovvero intervalli di frequenza di uguale ampiezza<br />
contengono la stessa quantità di energia. Un'analisi in banda stretta mostrerebbe uno<br />
spettro piatto; un analisi per bande di ottava mostrerebbe una linea crescente di 3 dB per<br />
ottava, perchè ogni banda ha un'ampiezza doppia di quella precedente.<br />
Il rumore rosa ha una densità spettrale di potenza decrescente con la frequenza.<br />
Un'analisi in banda stretta mostrerebbe uno spettro decrescente di 3 dB ad ogni<br />
raddoppio della frequenza; un analisi per bande di ottava mostrerebbe uno spettro piatto.<br />
2.5 La classificazione del rumore<br />
La classificazione del rumore può essere effettuata in base:<br />
a. alla sorgente naturale o artificiale;<br />
b. alla sua intensità e alle sue caratteristiche spettrali;<br />
c. alle sue variazioni nel tempo.<br />
In relazione alle variazioni nel tempo, è possibile avere rumori stabili (o continui o<br />
stazionari) e rumori instabili. Un rumore stabile o continuo può essere continuo a banda<br />
larga (presente ad esempio in un luogo affollato) e continuo a banda stretta (prodotto ad<br />
esempio da un ventilatore di raffreddamento o da una sega circolare). Un rumore<br />
instabile può essere:<br />
- intermittente (ad es. il passaggio in stazione dei veicoli di un impianto ad<br />
ammorsamento automatico);<br />
- fluttuante (con lievi variazioni del livello sonoro come, ad esempio, il passaggio di<br />
una seggiola di un impianto monofune su un sostegno di appoggio);<br />
- impulsivo (con brusche variazioni di livello sonoro, anche di 40 dB in 0.5 sec, per<br />
es. una frenatura di emergenza).<br />
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