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3 La generazione del rumore<br />
In questa sezione si vuole isolare ed operare una suddivisione delle varie sorgenti di<br />
rumore prendendo spunto di volta in volta o dal fenomeno fisico responsabile<br />
dell’emissione acustica oppure dall’elemento o sottosistema 12 causante la rumorosità.<br />
Saranno portati a titolo di esempio alcuni casi significativi riscontrati su diverse tipologie<br />
di impianto; è da tenere presente che i concetti esposti sono sempre trasferibili, con gli<br />
opportuni adattamenti, anche ad installazioni di diverso tipo anche se non espressamente<br />
richiamate.<br />
3.1 Vibrazioni meccaniche<br />
Con la generica dicitura di vibrazioni meccaniche si intende qui il complesso dei<br />
fenomeni che riguardano il moto vibratorio di sistemi meccanici di vario tipo (organi di<br />
macchine o macchine nel loro complesso).<br />
Le vibrazioni meccaniche sono strettamente collegate alla rumorosità; infatti il rumore<br />
altro non è che una vibrazione di tipo meccanico che si propaga attraverso l’aria in grado<br />
di raggiungere l’organo uditivo, l’orecchio. Le vibrazioni inoltre possono interessare<br />
direttamente il corpo umano provocando situazioni di disagio che, a lungo andare,<br />
possono avere anche conseguenze patologiche. Le vibrazioni, infine, possono propagarsi<br />
anche per notevoli distanze, (tipico è l’esempio le onde sismiche), con frequenze non<br />
avvertibili dal nostro udito, per poi raggiungere corpi o strutture che, entrando in<br />
risonanza, sono responsabili di sensibili emissioni acustiche.<br />
Affinché sia possibile che si manifesti un moto vibratorio è necessario che del sistema<br />
faccia parte almeno un membro cui sia possibile attribuire caratteristiche elastiche, e che<br />
al sistema sia applicata almeno una forza (o una coppia) non costante, variabile nel<br />
tempo con legge periodica. La caratteristica elastica (solo nell'ambito della validità della<br />
legge di Hooke) può essere individuata nella elasticità propria del materiale che<br />
costituisce il sistema o uno dei suoi membri, oppure in quella di un singolo elemento del<br />
sistema stesso (per es. una molla); talvolta tale caratteristica è surrogata dal manifestarsi,<br />
durante il moto, di particolari forze che tendono (come nel caso del pendolo) a riportare il<br />
sistema nella configurazione di equilibrio statico.<br />
In generale tale caratteristica può sempre essere sintetizzata (nell'ambito della validità<br />
della legge di Hooke) in una costante elastica, indicata di solito con la lettera k, che<br />
identifica o un legame forza/spostamento (misurata in kg/m ≡ 9.81N/m) o un legame<br />
momento/rotazione (misurata in mkg ≡ 9.81 Nm).<br />
Quando si ha a che fare con sistemi reali è necessario tener conto anche di una<br />
caratteristica dissipativa ossia il destarsi, con il moto, di forze che si oppongono al moto<br />
stesso ed il cui effetto è quello di limitare l'ampiezza del moto oscillatorio del sistema<br />
(smorzatori). Il più comune è lo smorzatore di tipo viscoso in cui le forze che si<br />
12 Per sottosistema si intende un insieme di organi, collegati tra loro, destinati ad una specifica funzione. Ad<br />
esempio il sottosistema “dispositivo di tensione delle funi” di un impianto monofune ad ammorsamento<br />
automatico dei veicoli comprende tutti quegli organi atti a mantenere costante la trazione dell’anello di fune,<br />
ossia centralina idraulica, tubazioni, cilindro idraulico, ecc. (vedi allegato I DECRETO LEGISLATIVO 12<br />
giugno 2003, n. 210 Attuazione della direttiva 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di<br />
persone e relativo sistema sanzionatorio.<br />
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