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Foto 3<br />
Foto 6<br />
Foto 4 Foto 5<br />
Foto 7<br />
I freni, nella maggior parte dei casi sono azionati, ad olio, ma non mancano esempi di<br />
sistemi frenanti ad aria, da elettromagneti o completamente meccanici. Chiariamo<br />
innanzitutto che i sistemi frenanti in campo funiviario sono sempre ad azione negativa,<br />
detti anche ad accumulo di energia. Ciò significa che l’azione frenante è esplicata da<br />
molle o da masse dotate di una certa energia potenziale; l’olio, l’aria in pressione o la<br />
corrente circolante nelle bobine servono quindi a mantenere il freno aperto.<br />
La rumorosità complessiva dei sistemi frenanti dipende dall’insieme degli organi in<br />
grado di fornire l’energia per il mantenimento del freno in condizioni di apertura e<br />
dall’attrito tra guarnizioni di usura e disco (oppure fascia) freno. Della rumorosità<br />
introdotta dai primi elementi si rimanda ai successivi paragrafi.<br />
La rumorosità prodotta dal contatto degli elementi frenanti con il disco o la fascia freno<br />
ha origine dalle forze di attrito che si instaurano tra le parti in movimento reciproco. Tali<br />
forze generano delle microdeformazioni elastiche delle parti a contatto che instaurano<br />
fenomeni di tipo vibratorio in grado di fare risuonare l’intera struttura. Essendo le forze in<br />
gioco notevoli, anche l’emissione acustica raggiunge spesso valori importanti,<br />
chiaramente avvertibili sottoforma di acuto stridio. Il problema è accentuato dall’ossido o<br />
sporcizia depositati sulle fasce freno e dall’usura delle guarnizioni di attrito. Al fine dunque<br />
di ridurre questo tipo di rumorosità è estremamente utile una regolare pulizia delle<br />
superfici di contatto dei freni ed una verifica periodica dello stato di usura delle<br />
guarnizioni di attrito.<br />
La sporcizia e, soprattutto, la ruggine sul disco sono responsabili di un notevole<br />
aumento – momentaneo - del coefficiente di attrito. Ciò comporta sicuramente un aspetto<br />
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