cover - Blue Liguria - Sagep

lue
Il rapporto tra il cibo e la sua rappresentazione
è tema ricorrente
nell’arte sin dal mondo antico.
Ma è soprattutto a partire dalla
metà del Cinquecento con l’affermazione,
in ambiente nordico, della
borghesia mercantile che si rivolge
un’attenzione particolare alla
raffigurazione realistica degli elementi
della vita quotidiana. Per
esempio nella ricca Anversa, Aertsen
e il nipote Beuckelaer giungono
a ribaltare lo spazio destinato ai
soggetti sacri che, rimpiccioliti e
relegati sullo sfondo, sono ridotti a
un puro pretesto per esibire l’abbondanza
di ogni sorta di cibo.
Queste nuove scene di genere, ambientate
nei mercati e nelle cucine,
mostrano uno straordinario repertorio
di prodotti della terra, di pesci,
carni e pollame, che saturano
lo spazio del dipinto.
Nelle quadrerie genovesi del primo
Seicento, per gli stretti rapporti tra
Genova e le Fiandre, erano presenti
numerose opere con tali soggetti,
come IIll MMeerrccaattoo di Beuckelaer
o LLaa CCuuooccaa di Aertsen di Palazzo
Bianco. Quest’ultima, trasformata
in una figura monumentale nonostante
il suo umile ruolo, infilza
nello spiedo carni di straordinaria
resa mimetica accanto al camino
rinascimentale, mentre sul pavimento
sono sparse valve di ostriche.
A Genova in questi anni giungono
non solo opere, ma anche maestri
fiamminghi che vi si stabiliscono,
come Giacomo Legi che lavora per
una committenza di famiglie aristocratiche,
da lungo tempo in
contatto con le Fiandre, e anche
per nuovi ceti emergenti, che trovano
piacere nell’esibizione dell’abbondanza
che la ricchezza della
città consentiva. Legi, la cui
produzione, ricostruita da Anna
Orlando, è oggi sparsa in collezioni
pubbliche e private, genovesi e internazionali,
coniuga la tradizione
fiamminga con quella del luminismo
caravaggesco, e giunge alla
definizione di un nuovo stile propriamente
genovese.
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cover
The relationship between food
and its image is a reoccurring
theme in art since ancient times.
But a notable affirmation
occurred in the mid-1500s in the
northern reaches of Europe
among bourgeois merchants, with
particular attention paid to the
realistic depiction of elements of
daily life. For example in rich
Antwerp, Aertsen and his nephew,
Beuckelaer, reversed the
proportions of space given to
religious subjects – which they
shrunk and set in the background,
reduced to pure pretext – in order
to exhibit an abundance of food
of every type. These new scenes,
set in markets and kitchens, show
the extraordinary bounty of the
land – poultry, meat, fish –
saturating the spaces in the
painting.
Similarly, in Genoese paintings of
the early 1600s, the close ties
between Genoa and Flanders
encouraged many works on such
subjects, like Beuckelaer’s TThhee
MMaarrkkeett, or Aertsen’s TThhee CCooookk,
on display in Palazzo Bianco. The
latter, transformed into a
monumental figure in spite of her
humble role, spears meat with
extraordinary mimetic rendering
next to a Renaissance fireplace,
while the floor is strewn with
oyster shells.
Arriving in Genoa during these
years were not just paintings, but
also painters, Flemish masters
who then settled here. People like
Giacomo Legi – who worked for
a group of aristocratic families
who had considerable contacts
with Flanders – but also for the
new emerging classes, who took
pleasure in exhibiting abundance
as the gift of the riches of the
city. Legi’s works have been
catalogued by Anna Orlando, who
has found them spread across the
world in collections both public
and private. His works combined
the Flemish tradition with
Caravaggio’s style of luminosity,
© Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
La Dispensa, della collezione Pagano,
è uno dei suoi dipinti più significativi:
dallo sfondo scuro emergono,
colpiti da una luce radente
che restituisce quasi tattilmente la
realtà fisica delle cose, una quantità
sovrabbondante di frutta, animali
vivi e morti, e funghi che si riflettono
nel piatto di metallo.
La Cuoca di Aertsen,
Palazzo Bianco
Aertsen’s The Cook,
on display in Palazzo Bianco