Gli albori del melodramma - Arteconvivio Italia

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È notabile la sesta strofe , massime con la variante del cod.
Palatino, nella quale accenna rW Arianna, a}VEuridice e alla medesima
Dafne: e forse per questo se ne compiaceva il poeta e vedremo
tale strofe ripetuta tale e quale nel prologo del Narciso, in
cui ripetè altresì quella che qui apparisce in nota come variante
della seconda.
Prologo fatto alla Dafne recitatasi in casa del signor Don Giovanni
Medici.
La musica
Germe immortai del luminoso regno
Diva son io, ch'il suono acuto e '1 grave
Con bell'arte temprar dolce e soave,
Scesa nel mondo, a voi mortali insegno. 4
Io le voci di Pindo e gl'aurei detti
Spargo soave si d'almo concento,
Che lagrimosi o lieti a mio talento
Eendo cantando ne' teatri i petti. 8
Sotto tetto real leggiadre e snelle
Non pur sciolgono il pie donne e guerrieri,
Ma nel puro zaffir, sotto gl'imperi
Della cetera mia, danzan le stelle. 10
Già pregio fui delle famose scene
Che cotanto illustrar le Muse Argive,
Del Tebro poi su le superbe rive
Cantai, scorso l'onor d'Argo e Micene. 16
Indi dell'Arno alle fiorite sponde
Scòrgemi a riverir gentil pensiero
V. 1-2. Il cod. Palatino :
I Toschi regi, e di più gloria altero
Cingermi il crin pensai di nuove fronde. 20.
Diva son io del luminoso regno
Oerme immortal. ch'il suono, ecc.
V. 8. Nel medesimo ms. Trivulziano dopo finito il prologo è notato ; La seconda quar-
tina h fatta anco in questo niodo :
V. lS-20 II Palatino :
Io di musico mei gl'alti concetti
Spargo soav& si d'almi poeti,
i h'io rendo a mio desir dolenti e lieti
Con vario canto ìie' teatri i petti.
. . . . gentil desio
I toschi regi e col bel canto mio
Pensai cingermi il crin di nuove fronde.