Gli albori del melodramma - Arteconvivio Italia

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Vulcano.
Ben lo conosco, e riconosco '1 figlio
De la cerulea Teti,
Che nobil ira ancor spira da '1 ciglio;
Ma per mirar ben fiso
Non riconosco, o Diva_,
Colui ch'appresso arriva
Di cotanto splendor consparso '1 viso.
Pallade.
Quegli è l'invitto e pio
Che sprezzò su '1 Griordan real corona
Per vie più bel desio.
La cui pietà Parnaso alto risuona.
Vulcano.
come lieta il seno
Vedrà '1 grand'avo fulminar su l'Arno
La magnanima Donna di Loreno !
Dimmi qual sia colui ch'appresso move,
Né '1 cui dorato manto
Parmi impresso veder l'augel di Giove.
Pallade.
Carlo^ che disprezzò le mète e i segni
Del forte Alcide^ e spinse
Per incognito mar gl'arditi legni
E nuovi regni e nuovi mondi vinse.
Gioisci e rasserena
Vulcano.
De' tuoi begli occhi i luminosi rai^
Inclita Maddalena,
Che de '1 gran sangue tuo gl'eroi vedrai !
Pallade.
L'altro è l'invitto Enrico
Che '1 combattuto regno
Corse vittorioso e '1 gran nemico^