Gli albori del melodramma - Arteconvivio Italia

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E quando pur da' vostri rai ne '1 petto
Languisse mortalmente il cor ferito,
Non fora di turbar Plutone ardito
Di cotanta Regina il lieto aspetto:
Donna, a '1 cui nobil crin non bassi fregi
Sol ponn' de '1 ciel ordir gl'eterni lumi,
Di cui l'alme virtù, gì' aurei costumi
Farsi speglio devrian monarchi e regi.
Sceso pur dianzi Amor ne '1 regno oscuro
Preghi mi fé' ch'io vi scorgessi avanti
Queste infelici, ch'in perpetui pianti
Dolgonsi in van, che non ben sagge furo.
Antro è là giù di luce e d'aer privo.
Ove torbido fumo ogn'or s'aggira,
Ivi de '1 folle error tardi sospira
Alma ch'ingrata ebbe ogn'amante a schivo.
Indi le traggo e ve l'addito e mostro.
Pallide il volto e lagrimose il ciglio.
Perchè cangiando omai voglie e consiglio
Non piangessi ancor voi ne '1 negro chiostro.
Vaglia timor di sempiterni affanni.
Se forza in voi non han sospiri e preghi:
Ma qual ceca ragion vuol che si neghi
Quel che mal grado al fin vi tolgon gli anni ?
Frutto non è da riserbarsi a '1 verno
(Trovi fede il mio dir), mortai beltate;
Ma qui star più non lice, anime ingrate,
Tornate a lagrimar ne '1 regno inferno. (1)
In su '1 fine di queste parole ripigliando gli stormenti una
nuov'aria da ballo più flebile dell'altra, ricominciarono quelle In-
grate un altro balletto con atti pieni di maggior disperazione e di
(l) L'od. separata dopo ciò ha soltanto: Qui seguita il hallo e tornate su la soena
canta parimente Plutone.