Gli albori del melodramma - Arteconvivio Italia

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Ma s'hai viscere e core, e se non sei
Crudo vie più d'ogni più cruda fera,
Pianger forse potresti a' detti miei.
Coro di Ninfe.
Se 'n questo alpestre scoglio
Non desterà pietà l'altrui sventura, 825
Filli, non prender cura;
Già non l'udirem noi senza cordoglio.
Filli.
Vaga di dar soccorso
A l'infelice ninfa,
Ratta per l'orme sue mi mossi a corso. 830
Non aspro intoppo di pungenti spine
Non duri sterpi o sassi
Fèr men veloci i passi.
Tal ch'io la scorsi e la raggiunsi al fine.
Lassa ! che udii ? che vidi ? 835
Quai pianti, oimè ! quai gridi
Spargea, vòlti i begli occhi al ciel sereno !
Le nevi del bel seno,
Livide e sanguinose.
Sonar s'udiano di percosse al suono; 840
Non la guancia di rose,
Non l'oro del bel crin trovò perdono.
bella guancia, o luminose chiome.
Quanto straziovvi e come !
Pianger parca per la piotate il cielo, 845
E del sol si vedean pallidi i rai.
Corsemi allor tal per le vene un gelo
Che smarrita e confusa il pie fermai.
Coro di Ninfe.
Lassa ! ch'io temo e tremo
(Si dolente incominci) 850
De la funesta istoria udir l'estremo.