Gli albori del melodramma - Arteconvivio Italia

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Se non mi sei de la tua grazia avaro,
De '1 più pregiato acciaro
Che serbin gl'antri tuoi
Arma, Vulcan, questi celesti eroi.
Vulcano.
Non fia ch'indarno preghi, indarno imperi,
Figlia immortai de l'immortal Tonante.
Magnanimi guerrieri,
Movete a l'antro mio l'inclite piante;
Udite, udite, o voi, Sterope e Brente !
I Cavalieri, fornito il canto, entrano nella spelonca e s'ode il bat-
tere de' martelli su le vulcane ancudini, d'onde escono armati e
si cantano questi versi :
Ciclope.
Che vuoi? che chiedi? eccone a te davante.
Vulcano.
Armate a' gran guerrier l'altera fronte
D'impenetrabil ferro e di diamante.
Dinne, se '1 parlar mio
Vulcano.
Troppo non sembra audace,
Qual destin qui ti guida o qual desio?
Se la lingua che tace
Pallì^de.
Scoprisse i miei pensieri
Forse non armeresti i gran guerrieri.
Sia pur tuo cor securo,
Vulcano.
parli taccia, che io
D'acciar li vestirò lucente e duro,
E per l'onda fatai l'affermo e giuro.