Gli albori del melodramma - Arteconvivio Italia

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Cosmo^ che in su '1 mattin degli anni a pena
Saetta di valor lampi si chiari,
Che dal gelido Arturo a l'arsa arena
Tutte suonan di lui le terre e i mari;
Da lui, che l'onde a suo talento affrena,
Devota ogn'alma a venerarlo impari,
E presaghi de' suoi guerrieri allori
Armin cètere d'or cigni canori.
A mirar l'alto sembiante
Del gran Ee che l'Arno inchina,
del mar donna e Regina,
Muovi omai le vaghe piante.
Tra beltade e lieti canti
Carolando in bel soggiorno
Fin che il sol ne arrechi il giorno
Rimanete, incliti amanti.
Fortunati, a cui rimena
Il bell'or, l'antica etade
La virtude e la pietade
Del gran Cosmo e Maddalena.
Furon le soprascritte ottave composte musicalmente dall'istesse
donne che le cantarono : la prima fu cantata con la solita sua
grazia e voce angelica dalla signora Vittoria Archilei , romana;
la seconda con ogni suprema esquisitezza dalla signora Settimia,
e la terza con V usata prontezza ed ammirazione universale dalla
signora Francesca, ambidue figliuole del celebratissimo Giulio Romano
(1) ; e la quarta ottava composta dalla medesima signora
Francesca con stile graziosissimo e vago, fu dalle predette unitamente
cantata con si belle fughe e passaggi, che se Paride della
virtù loro fosse stato eletto giudice per dover alla più eccellente
donare il pomo d'oro, come inresoluto l'averebbe ripartito per o-
norare ciascheduna conforme al suo merito.
Fornito ch'ebbero lo tre Ninfe di cantare , sendosi molto ben
compreso a che effetto era venuta Tetide in terra , si seguitò il
ballo al suono delli medesimi strumenti, ed a suo tempo, cosi dan-
zando, se ne uscirono dal teatro e sparvero si può dire dagli oc-
chi de' circostanti.
(1) Caccini.