Gli albori del melodramma - Arteconvivio Italia

Giocondo albergo e caro
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Arianna.
Per me fia il mar tra nembi e tra tempeste^
E de le più selvaggie aspre foreste
I più deserti orrori^
Pur che vicina al mio signor dimori. 270
CONSIGLIERO.
Veggio, parmi veder di faci accese
Là tra quell'ombre tremolar gli ardori.
Teseo.
Forse è capanna di pastor cortese,
Dove, raccolti caramente, al sonno
Darem le membra stanche, 275
Fin che l'oscuro ciel l'Aurora imbianche;
Indi al nostro cammin sciorrem le vele
A l'aura mattutina :
Or là moviam, regina.
Coro [primo di Pescatori.]
Deh come son lucenti, 280
Deh come son ridenti
Le fiamme, o ciel, che per la notte spieghi;
Ma quanto più lucenti.
Ma quanto più ridenti
Son gli occhi, o Lidia, onde m'accendi e leghi. 285
Coro [secondo di Pescatori.]
Già Febo ha spento in mar gli ardenti rai
E splendon su nel ciel le stelle accese:
Tempo è, compagni, omai
Di trar di grembo al mar l'insidie tese
E portarne la preda a' nostri alberghi. 2D0
Itene al porto, voi, celati e cheti.
Ch'il sospettoso pesce
Spesso l'occhiute reti
Guizzando per timor rompe, e se n'esce.