Gli albori del melodramma - Arteconvivio Italia

PER MASCHERE AD UNA VEGLIA
[Ercole]
Ove raggio d'onor scaldommi il petto
Corsi, intrepido il cor, lieto il sembiante;
Non de' più crudi mostri il fero aspetto
L'orpie fermò de le veloci piante:
Quindi da' campi di terror ricetto
Traslti a' raggi del sol mostro latrante,
E d'empi regi assicurato il mondo^
Grli omeri pòrsi de le stelle al pondo.
Dissemi G-iove allor: Diletto figlio,
Per cui celossi il sol nel gran natale,
Vientene, sprezzator d'ogni periglio.
Ne l'eterno seren fatto immortale,
Ne temer che per armi o per consiglio
Mortai s'innalzi a le tue glorie eguale,
Fin che volgendo mille lustri il sole
D'Austria non surga la celeste prole.
Allor^ non ti turbar, de l'alto seme
La terra ingombreran si chiari eroi
Ch'ovunque avvampa il mondo o Borea freme
Il grido volerà de' pregi suoi;
Né pur risoneran le parti estreme
Del mondo che si spazia oggi tra noi,
Ma nuova terra, o figlio, e non te '1 celo,
Empieran de' gran nomi e nuovo cielo.
Fien le colonne tue termini angusti
Al veleggiar de' gloriosi legni;
Sotto l'impero de' felici Augusti
Sorger vedransi le provincie e i regni;
Di Tebe e d'Argo allor gli eroi vetusti
Appo tanto valor parran men degni;
Tanti la terra avrà monarchi egregi
Misto il gran sangue co' Medicei regi.