Gli albori del melodramma - Arteconvivio Italia

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Aloide.
Se le superbe teste
Con mortai man de Pimmortal serpente
Spensi di Libia in su l'arena ardente;
S'al gran pondo celeste
Gl'omeri opposi e '1 dorso^
E Cacce estinsi e féi scoppiare Anteo;
Se '1 fier leon Nemeo
« Spogliai di velli e sprezzai Fugnia e '1 morso,
Qual contesa mi sia palma o trofeo ?
Qual man, qual cor non renderò di gielo^
Immortai divo e cavalier de '1 cielo?
Pallade.
Eccone giunti al risonante albergo
De Pimmortal Vulcano :
Ei v'armerà d'acciar la fronte e '1 tergo.
— de '1 fulmineo telo
Fabricator sovrano,
Sgrava de '1 gran martei la forte mano;
Odi le voci d'una Dea de '1 cielo —
!
Dato fine al canto Pallade con Alcide va alla fucina del monte
Etna, e chiama Vulcano il quale comparisce ignudo, con ispida
barba e nero, con martello in mano, e si cantano i seguenti versi:
Vulcano.
de l'eterno Giove
Germe immortai, chi scòrse il divin piede
A '1 nostro albergo e qual desio ti muove ?
Pallade.
Fabro immortai de la fucina ardente,
Che su le dure incudi
Fai sudar teco gran Giganti ignudi.
Se di figlia di Giove apprezzi i preghi,
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