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Progetto e Realizzazione di un Sensore Ibrido Omnidirezionale/pin ...

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1.3. La visione artificiale e la robotica<br />

La visione artificiale trova nella robotica <strong>un</strong>a delle sue più importanti fonti <strong>di</strong><br />

applicazione al mondo reale. Se, come definita da Brady [Brady, 1985], “la robotica è la<br />

connessione intelligente tra percezione e azione”, o come <strong>di</strong>ce Arkin [Arkin, 1998], “<strong>un</strong><br />

robot intelligente è <strong>un</strong>a macchina capace <strong>di</strong> estrarre informazioni dal suo ambiente e<br />

usare la conoscenza sul suo mondo per muoversi in maniera sicura ed al fine <strong>di</strong><br />

perseguire <strong>un</strong>o scopo”, indubbiamente <strong>un</strong>a delle principali sorgenti <strong>di</strong> informazione sul<br />

mondo esterno, ossia <strong>un</strong>o degli strumenti <strong>di</strong> percezione migliori, non può che essere la<br />

visione.<br />

L’applicazione delle tecniche <strong>di</strong> visione artificiale ad <strong>un</strong> ambito così fortemente a<br />

contatto con la complessità del mondo reale, qual è la robotica, implica tutta <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong><br />

problematiche aggi<strong>un</strong>tive, legate all’integrazione del sistema visivo e delle informazioni<br />

da esso prodotte con le restanti componenti del sistema robotico (<strong>un</strong> modulo <strong>di</strong><br />

ragionamento e presa delle decisioni, <strong>un</strong> modulo <strong>di</strong> implementazione delle decisioni<br />

tramite operazioni sul mondo esterno o sullo stato interno del sistema, eccetera), nonché<br />

alla necessità <strong>di</strong> interagire con l’ambiente in tempo reale. Nel corso degli ultimi due<br />

decenni si sono sperimentati innumerevoli approcci a queste problematiche. In generale<br />

potremmo <strong>di</strong>re che tutti questi approcci possono essere ricondotti a tre <strong>di</strong>verse famiglie<br />

<strong>di</strong> soluzioni (e quin<strong>di</strong> anche a tre tipologie architetturali): l’approccio gerarchico<br />

(introdotto da Marr [Marr, 1982]), che può essere fatto risalire al para<strong>di</strong>gma della<br />

percezione generalizzata, le visual routines (introdotte da Ullman [Ullman, 1985]), e la<br />

visione attiva (introdotta da Bajcsy [Bajcsy, 1988]), più legate invece al para<strong>di</strong>gma della<br />

percezione modulare. In realtà <strong>di</strong>fficilmente si può ricondurre <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> visione<br />

artificiale reale ad <strong>un</strong>o solo <strong>di</strong> questi modelli, che rappresentano com<strong>un</strong>que importanti<br />

p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> riferimento teorici e metodologici per inquadrare il problema. Analizziamo<br />

brevemente le caratteristiche <strong>di</strong> questi tre approcci.<br />

L’approccio gerarchico ha gettato le fondamenta <strong>di</strong> gran parte del lavoro svolto nel<br />

settore e ha influenzato anche gli altri due approcci che analizzeremo. Esso è <strong>un</strong><br />

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