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Progetto e Realizzazione di un Sensore Ibrido Omnidirezionale/pin ...

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<strong>un</strong>a ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale completa della scena osservata. Questi due aspetti<br />

finivano per <strong>di</strong>ventare limiti del sistema stesso: si determinava <strong>un</strong>o spreco <strong>di</strong> risorse<br />

elaborative e il sistema era troppo rigido per operare efficientemente in tempo reale.<br />

Dalla rilevazione <strong>di</strong> questi limiti ebbe origine il secondo para<strong>di</strong>gma: quello <strong>di</strong><br />

percezione modulare. In questo caso il sistema sensoriale non è più <strong>un</strong>a componente<br />

in<strong>di</strong>pendente, ma interagisce e si mette al servizio degli altri moduli del robot. In<br />

pratica, <strong>di</strong> volta in volta, ricerca e rileva solamente le informazioni necessarie, senza<br />

andare oltre il bisogno <strong>di</strong> informazioni del robot.<br />

Innumerevoli sono gli approcci nati a partire da questo para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong> interazione<br />

sistema-percezione. Essi presentano <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> influenza dello stato interno e della<br />

conoscenza pregressa del robot sul processo visivo in quasi tutte le sue fasi. Tra gli<br />

esempi più importanti dobbiamo ricordare la percezione attiva (con controllo interattivo<br />

del robot sul processo percettivo), la percezione action-oriented (dove le ipotesi <strong>di</strong><br />

azione e <strong>di</strong> goal influenzano il tipo <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong> elaborazione da eseguire), la<br />

percezione basata sulle aspettative e meto<strong>di</strong> focus-of-attention (dove le conoscenze<br />

immagazzinate sull’ambiente influenzano rispettivamente l’interpretazione e l’area <strong>di</strong><br />

interesse delle immagini). Tutti questi approcci fanno com<strong>un</strong>que riferimento alle due<br />

famiglie <strong>di</strong> cui abbiamo detto sopra: la visione attiva e le visual routines.<br />

La visione attiva introduce, rispetto al modello dell’approccio gerarchico, <strong>un</strong> importante<br />

grado <strong>di</strong> libertà: ogni livello elaborativo può influenzare i precedenti in <strong>un</strong>a sorta <strong>di</strong><br />

retroazione controllata dagli effettivi bisogni del sistema, ed in particolare inserisce in<br />

questo loop anche la fase <strong>di</strong> acquisizione delle immagini, fase quin<strong>di</strong> non più passiva<br />

ma <strong>di</strong> ricerca attiva.<br />

Infine le visual routines costituiscono <strong>un</strong> approccio <strong>un</strong> po’ più flessibile dei precedenti<br />

che si fonda sulla realizzazione e l’impiego <strong>di</strong> <strong>un</strong> insieme <strong>di</strong> routines elementari che<br />

operano elaborazioni finalizzate ad <strong>un</strong> preciso obiettivo. Vi sono routines più generiche<br />

(dette routines <strong>un</strong>iversali) finalizzate ad <strong>un</strong>a prima elaborazione delle immagini (cioè a<br />

far emergere le informazioni elementari) e quin<strong>di</strong> applicabili in molte situazioni, ed <strong>un</strong><br />

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