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Progetto e Realizzazione di un Sensore Ibrido Omnidirezionale/pin ...

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2.3.1. Variante della tecnica <strong>di</strong> calibrazione analitico-empirica<br />

Generiamo <strong>un</strong>a <strong>di</strong>scretizzazione dell’area del piano <strong>di</strong> riferimento appartenente al<br />

campo visivo tramite la semplice sovrapposizione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a griglia a celle quadrate <strong>di</strong> lato<br />

pari a Sens (che nell’immagine rettificata è la <strong>di</strong>mensione dell’area rappresentata da<br />

ogni singolo pixel) con i lati paralleli alla proiezione sul piano dell’asse ottico della<br />

telecamera. Definiamo quin<strong>di</strong> <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate XOY a valori <strong>di</strong>screti per<br />

identificare ogn<strong>un</strong>a <strong>di</strong> queste celle, con origine O sull’intersezione della verticale del<br />

centro ottico della telecamera col piano <strong>di</strong> riferimento. Notiamo che a questo p<strong>un</strong>to<br />

possiamo riferirci (analogamente a quanto accade per le immagini) a righe e colonne <strong>di</strong><br />

celle.<br />

Il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> calibrazione proposto si fonda su:<br />

1) la proprietà per cui, se la <strong>di</strong>storsione ra<strong>di</strong>ale dell’ottica fosse nulla, ad ogni riga<br />

dell’immagine corrisponderebbe <strong>un</strong>a retta orizzontale sul piano <strong>di</strong> riferimento del<br />

pavimento;<br />

2) la raccolta <strong>di</strong> <strong>un</strong> insieme ? <strong>di</strong> campioni (p i , P i , S i ) costituiti dalle terne: p i , pixel<br />

dell’immagine rettificata; P i , cella del piano <strong>di</strong> riferimento rappresentata<br />

nell’immagine dal pixel p i (o da <strong>un</strong> insieme <strong>di</strong> pixel tra cui p i , a seconda del valore<br />

<strong>di</strong> Sens); S i , definito meglio in seguito, qui semplicemente numero <strong>di</strong> pixel che,<br />

accostati <strong>un</strong>o all’altro, rappresentano <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ghezza nel piano <strong>di</strong> riferimento pari al<br />

lato della cella elementare.<br />

In realtà la <strong>di</strong>storsione dell’ottica non è nulla, ma si può ipotizzare che questa<br />

<strong>di</strong>storsione sia <strong>di</strong> tipo sferico e rilevante esclusivamente nella sua componente ra<strong>di</strong>ale<br />

(ipotesi valida dato che la telecamera presenta <strong>un</strong> angolo <strong>di</strong> apertura inferiore agli 80<br />

gra<strong>di</strong>, quin<strong>di</strong> piuttosto basso) e che quin<strong>di</strong> sia possibile identificare <strong>un</strong> coefficiente <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>storsione ra<strong>di</strong>ale (K) che sia costante in ogni p<strong>un</strong>to dell’immagine. Grazie<br />

all’in<strong>di</strong>pendenza dell’effetto della <strong>di</strong>storsione ra<strong>di</strong>ale dall’effetto prospettico, che ci<br />

permette <strong>di</strong> vederli come due blocchi in<strong>di</strong>pendenti posti in cascata, è possibile<br />

recuperare la <strong>di</strong>storsione dell’ottica tramite la semplice espansione dell’immagine<br />

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