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Linee Guida COP - Casettagiovanni.it

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chirurgia radicale in caso di ripresa di malattia. Non è da trascurare che uno degli aspetti crucialidell'efficacia della radioterapia è l'associazione della stessa ad una TUR molto estesa.Una TUR subottimale può compromettere la cura, come evidenziato da un analisi multivariatain cui l'abil<strong>it</strong>à di eseguire una TUR completa o meno era il solo fattore prognostico indipendentein grado di garantire una lunga sopravvivenza in pazienti sottoposti a terapia combinata(Rödel, 2002). A queste condizioni, la RT moderna si avvicina ai risultati della chirurgiaradicale, fino ad ottenere risposte complete del 60-85%, sopravvivenze a 5-anni del55%, e preservazione della vescica nel 40-45% dei sopravvissuti (International, 1999).RACCOMANDAZIONI• La radioterapia preoperatoria non è raccomandata, poiché non conferisce vantaggi clinici.• La radioterapia, come scelta primaria di trattamento, deve essere esegu<strong>it</strong>a utilizzandouna tecnica di tipo conformazionale.• Nei pazienti idonei, la radioterapia conformazionale è più efficace quando associata achemioterapia neoadiuvante basata sul platino.• La cistectomia di salvataggio è una opzione per quei pazienti che recidivano doporadioterapia e sono idonei ad una chirurgia.CHIRURGIALa cistectomia radicale è considerato il trattamento di scelta in Europa e Stati Un<strong>it</strong>i d'Americaper i pazienti affetti da carcinoma vescicale infiltrante ed organo confinato. Tale chirurgia prevedela rimozione degli organi pelvici anteriori nell'uomo (vescica, prostata e vescicole seminali),mentre nella donna prevede la rimozione di vescica, utero, ovaie e parzialmente la vagina(Richie, 1992, Stein, 2001); a tale procedura si associa generalmente una linfadenectomiapelvica. Infine, la cistectomia radicale comporta una interruzione delle vie urinarie chedeve essere segu<strong>it</strong>a da una derivazione delle stesse, secondo modal<strong>it</strong>à chirurgiche diverse.Secondo i risultati a lungo termine dell'esperienza della USC, la mortal<strong>it</strong>à perioperatoria èdel 3%, mentre le complicanze precoci (entro 3 mesi dalla chirurgia) sono del 28% (Stein,2006). Il principale fattore che influisce sulla morbil<strong>it</strong>à precoce è il tipo di derivazione urinariaapplicata alla cistectomia radicale.A seconda delle casistiche, nei pazienti N0, la cistectomia radicale così descr<strong>it</strong>ta garantiscele seguenti sopravvivenze a 5 anni: 60-75% per i pT2, 20-49% per i T3-T4 (Skinner, 1984;Wishnow, 1993; Waehre, 1992; Ghoneim, 1997; Giuliani, 1985; Madersbacher, 2003). Altristudi hanno evidenziato una sopravvivenza a 10 anni cancro-specifica e globale rispettivamentedel 27.7% e 20.9% in pazienti con linfonodi pos<strong>it</strong>ivi (Gschwend, 2002). Nella maggiorparte delle casistiche provenienti da centri accademici, allorquando si verifichi una recidiva,questa è raramente localizzata nella sede della chirurgia; da ciò deriva la necess<strong>it</strong>à diidentificare i pazienti a rischio per tale evenienza, e di trattarli al momento della cistectomia,cioè quando queste localizzazioni sono ancora microscopiche.CISTECTOMIA RADICALE PER TUMORE NON MUSCOLO INFILTRANTEUno degli argomenti più controversi è quello della scelta terapeutica in caso di tumori nonmuscolo infiltranti ad alto rischio. Molti pazienti sono adeguatamente trattati con TUR asso-228

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