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LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA Diario di Santa Sr ...

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<strong>di</strong>minuzione delle forze. Fu allora che u<strong>di</strong>i dentro <strong>di</strong> me queste parole: «Da oggi in poi, ti riuscirà assai facile; accrescerò le tue forze ».La sera, venuto il momento <strong>di</strong> scolare le patate, m'affrettai per prima,fiduciosa nelle parole del Signore. Afferrai la marmitta con <strong>di</strong>sinvoltura escolai le patate con facilità. Ma quando sollevai il coperchio per farneuscire il vapore, invece delle patate notai nella marmitta interi fasci <strong>di</strong>rose rosse, così belle che non riuscirei a descriverle. Mai prima d'allorane avevo vedute <strong>di</strong> simili. Rimasi stupefatta, non potendo comprenderneil significato; ma in quell'istante u<strong>di</strong>i in me una voce che <strong>di</strong>ceva: «Il tuoduro lavoro Io lo trasformo in mazzi <strong>di</strong> stupen<strong>di</strong> fiori, mentreil loro profumo sale su fino al Mio trono». Da quel momentocercai <strong>di</strong> scolare le patate non solo durante la settimana assegnatami incucina, ma feci <strong>di</strong> tutto per sostituire le mie compagne durante il loroturno. E non solamente in questo, ma in ogni altro lavoro faticosocercavo <strong>di</strong> essere la prima a dare una mano, avendo sperimentato quantociò fosse gra<strong>di</strong>to a Dio. O tesoro inesauribile della rettitu<strong>di</strong>nedell'intenzione, che ren<strong>di</strong> perfette e tanto gra<strong>di</strong>te al Signore tutte lenostre azioni! O Gesù, Tu sai quanto sono debole, perciò rimani semprecon me, guida le mie azioni e tutto il mio essere. Tu, o mio ottimoMaestro! Per la verità, o Gesù, m'investe la paura quando considero lamia miseria, ma nello stesso tempo mi tranquillizzo considerando la Tuainsondabile Misericor<strong>di</strong>a, che è più grande della mia miseria <strong>di</strong> tuttaun'eternità. E questa <strong>di</strong>sposizione d'animo mi riveste della Tua potenza.O gioia che deriva dalla conoscenza <strong>di</strong> me stessa! O Verità immutabile,eterna è la Tua saldezza! Quando, poco dopo i primi voti mi ammalai e,nonostante l'amorevole e premuroso interessamento dei Superiori e lecure dei me<strong>di</strong>ci, non mi sentii né meglio né peggio, allora cominciarono agiungermi voci che mi sospettavano <strong>di</strong> fingere. E così cominciò la miasofferenza, che <strong>di</strong>venne doppia e durò per un tempo abbastanza lungo.Un giorno mi lamentai con Gesù, perché ero un peso per le consorelle.Gesù mi rispose: “Non vivi per te, ma per le anime. Dalle tuesofferenze trarranno vantaggio altre anime. Le tue prolungatesofferenze daranno loro la luce e la forza per uniformarsi allaMia volontà” La sofferenza più dura per me consisteva nel fatto che misembrava che né le mie preghiere nè le buone azioni fossero gra<strong>di</strong>te aDio. Non avevo il coraggio <strong>di</strong> alzare gli occhi al cielo. Ciò mi causava unasofferenza così grande che <strong>di</strong>verse volte, quando ero in cappella per lepreghiere comunitarie, la Madre Superiora, finite le preghiere michiamava presso <strong>di</strong> sé e mi <strong>di</strong>ceva: « Chieda, sorella, a Dio grazia econsolazione perché, come noto in realtà io stessa e le Suore miriferiscono, al solo vederla, sorella, lei suscita compassione. Non soproprio cosa fare con lei. Le or<strong>di</strong>no <strong>di</strong> non affliggersi per nessuna ragione». Ma tutti questi colloqui con la Madre Superiora non mi procuravanosollievo, né alcun chiarimento della mia situazione. Un buio ancora più19fitto mi nascondeva Dio. Cercavo aiuto nel confessionale, ma anche li nonlo trovavo. Un pio sacerdote avrebbe voluto aiutarmi, ma io ero cosìdegna <strong>di</strong> commiserazione che non riuscivo nemmeno a spiegargli i mieitormenti e questo mi causava una tortura ancora maggiore. Una tristezzamortale aveva invaso la mia anima a tal punto, che non riuscivo anasconderla, ma era evidente anche all'esterno. Avevo perso la speranza.La notte <strong>di</strong>ventava sempre più buia. Il sacerdote dal quale mi confessavouna volta mi <strong>di</strong>sse: « Io vedo in lei, sorella, delle grazie particolari e sonocompletamente tranquillo sul suo conto. Perché dunque si tormentatanto? ». Ma io allora questo non lo capivo e perciò mi meravigliavoenormemente quando per penitenza mi veniva or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> recitare il TeDeum od il Magniflcat e talvolta <strong>di</strong> sera dovevo correre velocemente peril giar<strong>di</strong>no, oppure ridere forte <strong>di</strong>eci volte al giorno. Queste penitenze mistupivano molto, ma ciononostante quel sacerdote non mi fu <strong>di</strong> moltoaiuto. Evidentemente il Signore voleva che Lo adorassi con la sofferenza.Quel sacerdote mi confortava <strong>di</strong>cendo che in quello stato ero più gra<strong>di</strong>taa Dio, che se avessi sovrabbondato nelle più gran<strong>di</strong> consolazioni. « Chegrande grazia <strong>di</strong> Dio, sorella, che lei nell'attuale stato <strong>di</strong> tormentispIrituali non offenda Dio, ma cerchi <strong>di</strong> esercitarsi nelle virtù. Io osservola sua anima, sorella; vi scorgo gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>segni da parte <strong>di</strong> Dio e graziespeciali e vedendo ciò in lei, sorella, ne rendo grazie al Signore ». Però,nonostante tutto, la mia anima si trovava in un supplizio e in untormento inesprimibili. Imitavo il cieco, che si fida della propria guida ela tiene saldamente per mano e non mi allontanavo nemmeno un attimodall'obbe<strong>di</strong>enza, che fu la mia àncora <strong>di</strong> salvezza in quella prova <strong>di</strong> fuoco.O Gesù, Verità Eterna, consolida le mie deboli forze. Tu, Signore, puoitutto. So che i miei sforzi senza <strong>di</strong> Te sono niente. O Gesù, nonnasconderTi davanti a me, poiché io non posso vivere senza <strong>di</strong> Te.Ascolta il grido della mia anima. La Tua Misericor<strong>di</strong>a, Signore, non si èesaurita, perciò abbi pietà della mia miseria. La Tua Misericor<strong>di</strong>a superal'intelligenza degli Angeli e degli uomini messi insieme e, sebbene a mesembri che Tu non mi ascolti, tuttavia ho posto la fiducia nel mare dellaTua Misericor<strong>di</strong>a e so che la mia speranza non rimarrà delusa. SoltantoGesù sa quanto è pesante e <strong>di</strong>fficoltoso compiere i propri doveri, quandoun'anima è in quello stato <strong>di</strong> tormenti interiori, le forze fisiche sonoridotte e la mente è offuscata. Nel silenzio del mio cuore ripetevo a mestessa: « O Cristo, per Te le delizie e l'onore e la gloria e per me lasofferenza. Non m'attarderò nemmeno <strong>di</strong> un passo nel seguirTi, benchéle spine mi trafiggano i pie<strong>di</strong> ». Quando fui mandata a curarmi nella casa<strong>di</strong> Plock, ebbi la fortuna <strong>di</strong> ornare <strong>di</strong> fiori la cappella. il fatto accadde aBiala. Suor Tecla non sempre aveva tempo e perciò spesso ornavo lacappella da sola. Un giorno raccolsi le rose più belle per abbellire lacamera <strong>di</strong> una certa persona. Quando mi avvicinai al portico, vi<strong>di</strong> Gesùche era li in pie<strong>di</strong> nel portico e mi domandò amabilmente: « Figlia Mia,20

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