<strong>LA</strong> QUARESIMA. Quando m'immergo nella Passione del Signore,spesso durante l'adorazione vedo Gesù sotto questo aspetto: dopo laflagellazione i carnefici presero il Signore e Gli tolsero la veste, che si eragià attaccata alle Piaghe. Mentre gliela toglievano le Sue Piaghe siriaprirono. Poi buttarono addosso al Signore un mantello rosso, sporco estracciato, sulle Piaghe aperte. Quel mantello arrivava alle ginocchia soloin alcuni punti. Poi or<strong>di</strong>narono al Signore <strong>di</strong> sedersi su un pezzo <strong>di</strong> trave,mentre veniva intrecciata una corona <strong>di</strong> spine, con la quale cinsero lasacra Testa. Gli venne messa una canna in mano e ridevano <strong>di</strong> Lui,facendoGli inchini come ad un re. Gli sputavano in faccia ed altriprendevano la canna e Gliela battevano in Testa ed altri ancora Gliprocuravano dolore dandoGli pugni, altri Gli coprivano il Volto e loschiaffeggiavano. Gesù sopportò in silenzio. Chi può comprenderlo? Chipuò comprendere il Suo dolore? Gesù aveva gli occhi rivolti a terra.Sentivo quello che avveniva allora nel Cuore dolcissimo <strong>di</strong> Gesù. Ognianima rifletta su quello che ha sofferto Gesù in quei momenti. Facevano agara per schernire il Signore. Riflettei per conoscere da che cosa potessederivare tanta malignità nell'uomo. E purtroppo questa deriva dalpeccato. Si erano incontrati l'Amore ed il peccato. Quando andai allasanta Messa in un certo tempio assieme ad una consorella, sentii lagrandezza e la Maestà <strong>di</strong> Dio; sentii che quel tempio era imbevuto <strong>di</strong> Dio.La Sua Maestà mi investì completamente e, sebbene mi spaventasse, miriempì <strong>di</strong> serenità e <strong>di</strong> gioia. Conobbi che nulla può opporsi alla SuaVolontà. Oh, se tutte le anime sapessero Chi abita nelle nostre chiese,non ci sarebbero tanti oltraggi e tante mancanze <strong>di</strong> rispetto in quei luoghisanti. O Amore eterno ed inesplicabile, Ti chiedo una grazia: rischiara ilmio intelletto con la luce dall'alto, fammi conoscere e valutare tutte lecose secondo il loro valore. Quando vengo a conoscere la verità, honell'anima la gioia più grande.21.III.35. Spesso durante la santa Messa vedo il Signore nell'anima;sento la sua presenza, che mi trapassa da parte a parte. Avverto il Suosguardo <strong>di</strong>vino. Parlo molto con Lui senza pronunciare una parola.Conosco quello che desidera il Suo Cuore <strong>di</strong>vino e faccio sempre quelloche Egli preferisce. Amo alla follia e sento <strong>di</strong> essere amata da Dio. In queimomenti quando m'incontro con Dio nel profondo del mio intimo, misento così felice che non riesco ad esprimerlo. Sono brevi momenti,poiché più a lungo l'anima non lo sopporterebbe; dovrebbe avvenire laseparazione del corpo. Benché questi momenti siano molto brevi,tuttavia la loro potenza che si comunica all'anima, rimane molto a lungo.Senza il minimo sforzo entro in un raccoglimento profondo che, unavolta che mi ha investito, non <strong>di</strong>minuisce, sebbene io parli con la gente,111né m'impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> adempire i miei doveri. Sento la Sua presenza senzaalcuno sforzo dell'anima. Sento che sono unita a Dio così strettamente,come è unita una goccia d'acqua ad un oceano immenso. Questo giovedìho provato questa grazia verso la fine delle preghiere ed è durataeccezionalmente a lungo, cioè tutto il tempo della santa Messa; pensavo<strong>di</strong> morire dalla gioia! In quei momenti conosco meglio Dio ed i Suoiattributi e conosco meglio anche me stessa e la mia miseria e stupisco cheId<strong>di</strong>o si abbassi tanto, fino ad una misera anima come la mia. Dopo lasanta Messa mi sentivo completamente immersa in Dio ed avevopresente ogni Suo sguardo che giungeva fino al profondo del mio cuore.Verso mezzogiorno entrai un momento in cappella e la potenza dellagrazia colpì <strong>di</strong> nuovo il mio cuore. Mentre me ne Stavo assorta, satanaprese un vaso <strong>di</strong> fiori e io scagliò rabbiosamente a terra con tutte le forze.Notai tutto il suo accanimento e la sua invi<strong>di</strong>a. Nella cappella non c'eranessuno, quin<strong>di</strong> mi alzai da dove stavo pregando e raccolsi i pezzi delvaso rotto e trapiantai il fiore e volevo rimetterlo a posto alla svelta,prima che entrasse qualcuno in cappella. Ma non ci riuscii, dato cheentrarono subito la Madre Superiora, la suora sacrestana ed alcune altresuore. La Madre Superiora si meravigliò che avessi spostato qualche cosasul piccolo altare e fatto cadere il vaso. La suora sacrestana mostrò il suomalcontento ed io m'impegnai a non dare spiegazioni e a nongiustificarmi. Verso sera però mi sentii molto affaticata e non potei farel'Ora santa e chiesi il permesso alla Madre Superiora <strong>di</strong> andare ariposarmi prima del solito. Appena mi misi a letto, mi addormentaisubito, ma verso le un<strong>di</strong>ci satana <strong>di</strong>ede uno scossone al mio letto. Misvegliai imme<strong>di</strong>atamente e cominciai tranquillamente a pregare il mioAngelo Custode. All'improvviso vi<strong>di</strong> le anime che stanno espiando inpurgatorio. Il loro aspetto era come un'ombra e fra loro vi<strong>di</strong> moltidemoni. Uno cercò <strong>di</strong> infasti<strong>di</strong>rmi, gettandosi sul mio letto e sui mieipie<strong>di</strong> sotto forma <strong>di</strong> gatto ed era molto pesante, <strong>di</strong>rei alcuni pud.Continuai per tutto il tempo a recitare il rosario. Sul fare del mattinoquelle figure se ne andarono e potei prendere sonno. La mattina, quandoarrivai in cappella, sentii nell'anima questa voce: «Sei unita a Me enon aver paura <strong>di</strong> nulla. Ma sappi questo, figlia Mia, che satanati o<strong>di</strong>a. Benché o<strong>di</strong> ogni anima, egli arde <strong>di</strong> un o<strong>di</strong>o particolarecontro <strong>di</strong> te, perché hai sottratto molte anime al suo dominio».GIOVEDI’ SANTO 18.IV. 1935. La mattina ho u<strong>di</strong>to queste parole:«Da oggi al rito della risurrezione non sentirai la Miapresenza, ma la tua anima sarà colma <strong>di</strong> una grande nostalgia»ed imme<strong>di</strong>atamente una grande nostalgia inondò la mia anima. Sentii il<strong>di</strong>stacco dall'amato Gesù e quando si avvicinò il momento <strong>di</strong> fare la santaComunione, vi<strong>di</strong> nel calice in ogni Ostia il Volto sofferente <strong>di</strong> Gesù. Daquel momento provai nel mio cuore una nostalgia ancora maggiore. Il112
Venerdì Santo, alle tre del pomeriggio, quando entrai in cappella, u<strong>di</strong>iqueste parole: «Desidero che quell'immagine vengapubblicamente venerata», e subito vi<strong>di</strong> Gesù che agonizzava sullacroce fra atroci tormenti e dal Cuore <strong>di</strong> Gesù uscirono gli stessi due raggiche ci sono in quell'immagine. Sabato. Durante i vespri vi<strong>di</strong> Gesùsplendente come il sole, con una veste bianca, e mi <strong>di</strong>sse: «Gioisca iltuo cuore», ed una gioia grande m'inondò e mi trapassò da una parteall'altra la presenza <strong>di</strong> Dio, che è un tesoro inenarrabile per l'anima.Quando quell'immagine venne esposta, vi<strong>di</strong> il vivo movimento dellamano <strong>di</strong> Gesù, che tracciò un gran segno <strong>di</strong> croce. La sera dello stessogiorno, mentre stavo mettendomi a letto, vi<strong>di</strong> che quell'immagine stavapassando sopra una città e quella città era coperta <strong>di</strong> reti e trappole. Gesùpassando tagliò tutte le reti ed in ultimo fece un gran segno <strong>di</strong> croce escomparve. E mi vi<strong>di</strong> circondata da una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> figure maligne cheavvampavano <strong>di</strong> un grande o<strong>di</strong>o contro <strong>di</strong> me. Dalle loro bocche uscironominacce d'ogni genere, ma nessuna mi toccò. Dopo un momento, quellaapparizione scomparve, ma mi ci volle parecchio tempo peraddormentarmi.26.IV.1935 Venerdì, quando sono andata ad Ostra Brama, nel corsodelle solennità durante le quali venne esposta quell'immagine, sono statapresente alla pre<strong>di</strong>ca tenuta dal mio confessore. Quella pre<strong>di</strong>ca trattavadella Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio. Era la prima <strong>di</strong> quelle richieste dal SignoreGesù da tanto tempo. Quando cominciò a parlare della grandeMisericor<strong>di</strong>a del Signore, l'immagine prese un aspetto vivo ed i raggipenetrarono nei cuori della gente riunita, però non in egual misura;alcuni ricevettero <strong>di</strong> più, altri meno. Vedendo la grazia <strong>di</strong> Dio, la miaanima fu inondata da una grande gioia. Improvvisamente u<strong>di</strong>i questeparole: «Tu sei testimone della Mia Misericor<strong>di</strong>a. Starai per isecoli davanti al Mio trono come viva testimone della MiaMisericor<strong>di</strong>a». Finita la pre<strong>di</strong>ca, non attesi la fine della funzione,perché avevo fretta <strong>di</strong> tornare a casa. Fatti pochi passi, mi venne sbarratala strada da una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> spiriti del male, che mi minacciaronoterribili tormenti, mentre si u<strong>di</strong>vano queste voci: «Ci ha portato via tuttoquello per cui avevamo lavorato per tanti anni». Quando domandai loro:«Da dove venite in tale moltitu<strong>di</strong>ne?», quelle figure maligne mirisposero: «Dai cuori degli uomini. Non ci torturare!». Vedendo alloral'o<strong>di</strong>o tremendo che avevano contro <strong>di</strong> me, chiesi aiuto all'AngeloCustode ed in un attimo comparve la figura luminosa e raggiantedell'Angelo Custode, che mi <strong>di</strong>sse: «Non temere, sposa del mioSignore; questi spiriti non ti faranno nulla <strong>di</strong> male senza il Suopermesso». Quegli spiriti maligni scomparvero imme<strong>di</strong>atamente ed ilfedele Angelo Custode mi accompagnò in modo visibile fin dentro casa. Ilsuo sguardo era modesto e sereno e dalla fronte gli usciva un raggio <strong>di</strong>113fuoco. O Gesù, desidererei faticare, stancarmi fino alla spossatezza esoffrire per tutta la vita per quest'unico momento, in cui ho visto la Tuagloria, o Signore, ed i benefici che ne ricavano le animeDOMENICA 28.IV.1935. Domenica in Albis, cioè festa dellaMisericor<strong>di</strong>a del Signore, chiusura del Giubileo della Redenzione.Quando andammo a quella solenne funzione, il cuore mi batteva dallagioia, poiché quelle due solennità erano unite strettamente fra <strong>di</strong> loro.Pregai Id<strong>di</strong>o perché concedesse Misericor<strong>di</strong>a alle anime dei peccatori.Quando la funzione stava per finire ed il sacerdote prese il SantissimoSacramento per impartire la bene<strong>di</strong>zione, tutto a un tratto vi<strong>di</strong> il SignoreGesù con lo stesso aspetto che ha nell'immagine. Il Signore <strong>di</strong>ede labene<strong>di</strong>zione ed i raggi si <strong>di</strong>ffusero su tutto il mondo. All'improvviso vi<strong>di</strong>un bagliore inaccessibile, a forma <strong>di</strong> un'abitazione <strong>di</strong> cristallo intessutacon onde <strong>di</strong> luce, impenetrabile a qualunque creatura e spirito. Peraccedere a quel bagliore c'erano tre porte e in quel momento entrò Gesù,con lo stesso aspetto che ha nell'immagine, in quel bagliore, attraverso laseconda porta, fino all'interno dell'unità. Questa è l'unità trina, che èl'incomprensibile infinito. Inaspettatamente u<strong>di</strong>i una voce: «Questafesta è uscita dalle viscere della Mia Misericor<strong>di</strong>a ed èconfermata nell'abisso delle Mie grazie. Ogni anima che credeed ha fiducia nella Mia Misericor<strong>di</strong>a, la otterrà». Mi rallegraiimmensamente per la bontà e la grandezza del mio Dio.29.IV.1935. La vigilia dell'esposizione dell'immagine andai con lanostra Madre Superiora dal nostro confessore. Quando la conversazionecadde nell'argomento dell'immagine, il confessore chiese che una suoraaiutasse ad intrecciare ghirlande. La Madre Superiora rispose cheavrebbe dato una mano Suor Faustina. La cosa mi rallegrò enormemente.Quando tornammo a casa, m'interessai subito <strong>di</strong> procurare fronde ver<strong>di</strong> econ l'aiuto <strong>di</strong> un'educanda trasportammo il verde; ci fu d'aiuto anche unapersona che sta presso la chiesa. Alle sette <strong>di</strong> sera era già tutto pronto,l'immagine era già stata appesa. Alcune signore però notarono chem'aggiravo in quei paraggi, dove certamente sono stata più d'impaccioche d'aiuto, perciò il giorno dopo chiesero alle suore che cosa fosse quellabella immagine e che significato avesse. «Loro suore lo sapranno <strong>di</strong>sicuro, dato che ieri c'era una suora ad adornarla». Le suore rimaseromolto stupite, perché non ne sapevano niente. Ognuna <strong>di</strong> loro volevavederla e sospettarono subito <strong>di</strong> me. Dissero: « Di sicuro suor Faustina èben informata <strong>di</strong> tutto ». Quando cominciarono ad interrogarmi, nonrisposi, poiché non potevo <strong>di</strong>re la verità. Il mio silenzio fu motivo <strong>di</strong>maggior curiosità da parte loro. Raddoppiai la vigilanza su me stessa, pernon mentire né <strong>di</strong>re la verità, poiché non ne avevo l'autorizzazione.Cominciarono allora a mostrarmi il loro malcontento ed a <strong>di</strong>rmi114
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