silenzio. Loro stesse me l'hanno detto, quando ho chiesto loro quale erastata la causa della loro rovina. Erano anime consacrate. O mio Dio,quale dolore! Eppure avrebbero potuto non solo essere in para<strong>di</strong>so, maessere perfino sante. O Gesù, Misericor<strong>di</strong>a, tremo quando penso chedebbo rendere conto della mia lingua. Nella lingua c'è la vita, ma anche lamorte. E talvolta con la lingua ucci<strong>di</strong>amo, commettiamo dei veri omici<strong>di</strong>;e possiamo ancora considerare ciò una piccola cosa? Per la verità nonriesco a comprendere tali coscienze. Ho conosciuto una persona, cheavendo saputo da un'altra una certa cosa che si <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> lei... si ammalògravemente e <strong>di</strong> conseguenza versò molto sangue e molte lacrime e poiavvenne la dolorosa conclusione che fu causata quin<strong>di</strong> non dalla spada,ma dalla lingua. O mio Gesù silenzioso, abbi misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> noi. Sonopassata al tema del silenzio, ma non voglio parlare <strong>di</strong> questo, bensì dellavita dell'anima con Dio e della sua risposta alla grazia. Dopo che l'animaè stata purificata ed il Signore ha rapporti <strong>di</strong> intimità con lei, ora contutte le forze tende verso Dio. Però essa da sola non può niente. Quisoltanto Id<strong>di</strong>o <strong>di</strong>spone tutto; l'anima lo sa; ne è consapevole. Essa viveancora in esilio e sa molto bene che possono esserci ancora giornatenuvolose e piovose; ma essa guarda a tutto ciò con un atteggiamento<strong>di</strong>verso da quello tenuto finora. Non si rifugia in una pace falsa, ma sislancia nella lotta. Essa sa <strong>di</strong> essere <strong>di</strong> una progenie cavalleresca. Ora sirende conto meglio <strong>di</strong> tutto. Essa sa <strong>di</strong> essere <strong>di</strong> stirpe regale: tutto ciòche è grande e santo la riguarda. Una serie <strong>di</strong> grazie che Dio riversasull'anima dopo quelle prove <strong>di</strong> fuoco. Gode <strong>di</strong> una stretta unione conDio. Ha molte visioni sensibili ed intellettuali. Sente molte parolesoprannaturali e talvolta degli or<strong>di</strong>ni precisi. Ma nonostante questegrazie, non basta a se stessa. Proprio in quanto Id<strong>di</strong>o la visita con questegrazie, è esposta a <strong>di</strong>versi pericoli e può facilmente cadere nella illusione.Ora dovrebbe pregare Dio perché le man<strong>di</strong> una guida spirituale; e nonsolo pregare per la guida, ma bisogna darsi da fare e cercare un talecondottiero, che conosce le cose, come il condottiero deve conoscere lestrade, attraverso le quali deve condurre i suoi soldati in battaglia.Un'anima che è unita a Dio, bisogna prepararla a gran<strong>di</strong> ed accaniticombattimenti. Dopo questa purificazione e queste prove, Id<strong>di</strong>o trattacon l'anima in modo particolare, ma l'anima non collabora sempre conqueste grazie. Non perché essa stessa non voglia collaborare, ma perchéincontra così gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà esterne ed interne, che ci vuole veramenteun miracolo, perché quell'anima si mantenga su quelle altezze. Ora hanecessariamente bisogno <strong>di</strong> un <strong>di</strong>rettore spirituale. Queste <strong>di</strong>fficoltàspesso riempirono la mia anima <strong>di</strong> dubbi e talvolta anch'io erospaventata poiché pensavo fra me: « Dopo tutto sono una poveraignorante: molte cose non le conosco, e tanto meno le cose spirituali ».Però se i dubbi aumentavano, cercavo luce presso un confessore o pressole Superiore. Ma non ottenevo quello che desideravo. Quando mi aprii39alle Superiore, una <strong>di</strong> esse conobbe la mia anima e la via attraverso laquale il Signore mi vuole condurre. Quando mi uniformai alle suein<strong>di</strong>cazioni cominciai a progre<strong>di</strong>re rapidamente sulla via della perfezione.Purtroppo però la cosa non durò a lungo. quando aprII più a fondo la miaanima, non ottenni quello che desideravo; ed alla Superiora quelle graziesembrarono inverosimili, quin<strong>di</strong> non potei attingere più nulla da lei. Mi<strong>di</strong>sse che non era possibile che Dio avesse rapporti <strong>di</strong> tale intimità conuna creatura. « Io ho paura per lei, sorella, che si tratti <strong>di</strong> un'illusione. Siconsigli con un sacerdote ». Ma il confessore non mi capì e <strong>di</strong>sse: « Èmeglio che lei parli <strong>di</strong> queste cose con le Superiore ». E così andavo dalleSuperiore al confessore e dal confessore alle Superiore e non trovavopace. Queste grazie <strong>di</strong>vine cominciarono a essere per me una grandesofferenza. Dicevo talvolta <strong>di</strong>rettamente al Signore: « Gesù, io ho paura<strong>di</strong> Te. Non sei per caso un fantasma? ». Gesù mi tranquillizzava sempre,ma io non sempre mi fidavo. La cosa strana era che più io non mi fidavo,e più Gesù dava <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> essere Lui l'artefice <strong>di</strong> queste cose.Quando mi resi conto che non ottenevo alcuna tranquillità dalleSuperiore, decisi <strong>di</strong> non parlare più con loro <strong>di</strong> queste cose puramenteinteriori. Per l'esterno cercai, da buona religiosa, <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> tutto con leSuperiore; ma per quanto riguarda la necessità dell'anima, d'ora in poiparlerò solo in confessione. Per molti ed assai ragionevoli motivi hocapito che una donna non è portata a <strong>di</strong>scernere questi misteri. Mi sonoesposta a tante sofferenze che avrei potuto evitare. Per molto tempo sonostata ritenuta invasata dallo spirito maligno e venivo guardata concommiserazione. La Superiora poi aveva messo in atto certi accorgimenticautelativi nei miei confronti. Era giunto alle mie orecchie che le suoremi tenevano d'occhio come tale, come indemoniata. E tutt'attorno mi sioscurò l'orizzonte. Cominciai ad evitare quelle grazie <strong>di</strong>vine, ma chepotevo fare? Dopotutto non era in mio potere. Improvvisamente fui presada un così profondo raccoglimento che, malgrado la mia volontà,sprofondai in Dio ed il Signore mi trattenne presso <strong>di</strong> Sé. Nei primimomenti la mia anima è sempre un po' spaventata, ma poi viene riempitada una calma e da una forza singolare. Tutto ancora era da sopportare.Infatti quando il Signore chiese che <strong>di</strong>pingessi quell'immagine, alloracominciavano veramente a parlare <strong>di</strong> me ed a guardarmi come se fossiun'isterica od un'esaltata e la cosa cominciò a propagarsi un po' <strong>di</strong> più.Una delle suore venne da me, per parlarmi in confidenza. E cominciò acommiserarmi. Mi <strong>di</strong>ce: « Sento che <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> lei che è un'esaltata, cheha delle visioni. Povera sorella, si <strong>di</strong>fenda da ciò ». Era sinceraquell'anima e mi <strong>di</strong>sse sinceramente quello che aveva sentito <strong>di</strong>re. Macose simili dovetti ascoltarle ogni giorno. Che tormento sia stato per me,Dio solo lo sa. Decisi però <strong>di</strong> sopportare tutto in silenzio e <strong>di</strong> non darespiegazioni quando mi venivano rivolte domande. Alcune suore eranoirritate dal mio silenzio, specialmente le più curiose; le altre, più40
iflessive, <strong>di</strong>cevano: « Di certo Suor Faustina dev'essere molto vicino aDio, dato che ha la forza <strong>di</strong> sopportare tante sofferenze ». E vedevodavanti a me quasi due ifie <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci. Mi preoccupai <strong>di</strong> avere il silenziointerno ed esterno. Non <strong>di</strong>cevo nulla che riguardasse la mia persona,sebbene venissi interrogata <strong>di</strong>rettamente da alcune suore. La mia boccasi chiuse. Soffril come una colomba senza lamentarmi. Alcune suore peròprovavano quasi piacere nel darmi fasti<strong>di</strong>o in qualsiasi modo. Le irritavala mia pazienza, ma Dio mi <strong>di</strong>ede tanta forza interiore, che sopportaitutto ciò con serenità. Mi ero resa conto che in quei momenti non potevoessere aiutata da nessuno e cominciai a pregare ed a chiedere al Signoreun confessore. Desideravo ardentemente che un sacerdote mi <strong>di</strong>cessequest'unica parola: « Stai tranquilla, sei sulla buona strada ». Oppure «Butta via tutto, perché non viene da Dio ». Purtroppo però un sacerdotecosì deciso, che mi <strong>di</strong>cesse quelle parole chiare in nome del Signore, nonriuscivo a trovano. Perciò andavo avanti nell'incertezza. O Gesù, se è laTua volontà che io viva in tale incertezza, sia benedetto il Tuo Nome. Tiprego, Signore, <strong>di</strong>rigi Tu stesso la mia anima e resta con me, perché dasola sono nulla. Ecco, sono già stata giu<strong>di</strong>cata da ogni lato: non c'è piùnulla in me che sia sfuggito al giu<strong>di</strong>zio delle suore. Ma ormai tutto in uncerto senso si è esaurito ed hanno cominciato a lasciarmi in pace; la miaanima martoriata ha potuto prendersi un po' <strong>di</strong> riposo. Ma ho constatatoche proprio durante quella tribolazione il Signore mi è stato quanto maivicino. La tregua però è durata pochino. È scoppiata <strong>di</strong> nuovo unaviolenta tempesta. Adesso i sospetti <strong>di</strong> un tempo, son <strong>di</strong>ventati per loro, aquanto pare, certezza e bisogna ascoltare <strong>di</strong> nuovo la stessa musica <strong>di</strong>prima. Così piace al Signore. La cosa strana però è che anche <strong>di</strong>versefaccende esterne han cominciato ad andare per traverso. Ciò haprovocato molte svariate sofferenze, note soltanto a Dio. Ad ogni modoho cercato, come ho potuto, <strong>di</strong> fare ogni cosa con l'intenzione più pura.Ora m'accorgo <strong>di</strong> essere sorvegliata come una ladra ovunque: in cappella,quando svolgo il mio lavoro, in cella. Ora so che, oltre alla presenza <strong>di</strong>Dio, ho la continua presenza umana, che francamente qualche volta mimette in grave imbarazzo. Ci sono stati dei momenti in cui sono rimastaindecisa se spogliarmi o meno, per potermi lavare. A proposito, anche ilmio misero letto è stato controllato parecchie volte. Qualche volta m'èvenuto da ridere, quando son venuta a sapere che non lasciavano in pacenemmeno il letto. Una suora mi ha detto lei stessa, che ogni sera misorvegliava dentro la cella, per vedere come mi comportavo. Tuttavia iSuperiori son sempre i Superiori. E sebbene mi abbiano personalmenteumiliata e talvolta imbottita <strong>di</strong> numerosi dubbi, tuttavia mi hannosempre permesso quello che voleva il Signore, quantunque non comeavevo chiesto, ma in altro modo hanno aderito alle richieste del Signore emi hanno autorizzata a fare certe penitenze e mortificazioni. Un giornouna delle Madri si a<strong>di</strong>rò contro <strong>di</strong> me e mi umiliò talmente, che pensavo41proprio non l'avrei sopportato. Mi <strong>di</strong>sse: « Stravagante, isterica,visionaria, vattene dalla mia stanza, non voglio conoscerti! ». Unagragnola <strong>di</strong> rimproveri si scaricò sul mio capo. Quando arrivai nella miacella, cad<strong>di</strong> con la faccia a terra davanti al crocifisso e guardai Gesù; nonero in grado <strong>di</strong> pronunciare nemmeno una parola. E tuttavia nascosi ilfatto agli altri e feci finta che non fosse successo nulla fra <strong>di</strong> noi. Satanaperò approfitta sempre <strong>di</strong> queste circostanze. Cominciarono a venirmipensieri <strong>di</strong> scoraggiamento: « Ecco la ricompensa per la tua fedeltà esincerità! Val la pena esser sincera, quando si è capiti a questo modo? ».« Gesù, Gesù, sono sfinita! ». E cad<strong>di</strong> nuovamente a terra sotto quelpeso; cominciai a sudare ed una certa paura cominciò ad impadronirsi <strong>di</strong>me. E pensavo: « Non ho nessuno che mi <strong>di</strong>a un appoggio morale ». Esubito sentii una voce nell'anima: « Non temere, Io sono con te »; eduna singolare luce illuminò la mia mente e compresi che non dovevoarrendermi a quelle malinconie e mi sentii piena <strong>di</strong> forza ed uscii dallacella con rinnovato coraggio per andare incontro ai patimenti. Tuttaviacominciai a lasciarmi un po' andare. Non facevo caso a quelle ispirazioniinteriori; cercavo <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarmi. Però, nonostante il chiasso e le <strong>di</strong>strazioni,vedevo quello che avveniva nella mia anima. La parola <strong>di</strong>vina è eloquentee nulla può soffocarla. Cominciai ad evitare l'incontro del Signore con lamia anima, perché non volevo essere vittima <strong>di</strong> illusioni. Ma il Signore incerto qual modo m'insegui con i Suoi doni ed in verità ho provato a turnosofferenze e gioie. Non ricordo qui le varie visioni e grazie, che Dio mi haconcesso in quel tempo, perché le ho annotate altrove; ma ricorderò chequelle mie molteplici sofferenze avevano ormai raggiunto il colmo e iodecisi <strong>di</strong> farla finita con questi dubbi prima dei voti perpetui. Durantetutto il tempo della probazione pregai perché venissero concessi lumi alsacerdote, al quale dovevo svelare completamente tutta la mia anima. Epregai Id<strong>di</strong>o, perché Lui stesso mi aiutasse in questo e mi facesse lagrazia <strong>di</strong> poter raccontare le cose più segrete che ci sono fra me ed ilSignore e <strong>di</strong> rendermi così <strong>di</strong>sponibile che, qualunque cosa quelsacerdote decidesse, l'avrei considerata come decisa da Gesù stesso. Nonimporta quale giu<strong>di</strong>zio darà su <strong>di</strong> me. Io desidero soltanto la verità eduna risposta precisa a certe mie domande. Mi sono rimessa a Diocompletamente e l'anima mia desidera la verità. Non posso piùcontinuare a vivere nel dubbio, benché nell'anima abbia una così grandecertezza che queste cose provengono da Dio, che darei la mia vita peresse. Ma al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutto questo ho posto l'opinione del confessore edho deciso <strong>di</strong> comportarmi secondo quanto egli riterrà giusto in<strong>di</strong>carmi.Vedo il dato momento come quello che deciderà il mio comportamentoper tutta la vita. So che <strong>di</strong>penderà tutto da esso. Non ha importanza se sipronuncerà secondo le mie ispirazioni oppure in modo del tutto opposto:questo ormai non m'importa. Io desidero conoscere la verità e seguirla. OGesù, Tu puoi aiutarmi. E già da qui ho cominciato: nascondo [sic!] tutte42
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