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LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA Diario di Santa Sr ...

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grazie speciali. La seconda parola, l'umiltà. Un'anima non ricava adeguativantaggi dal sacramento della confessione, se non è umile. La superbiatiene l'anima nelle tenebre. Essa non sa e non vuole penetrareesattamente nel profondo della sua miseria: si maschera e fugge da tuttociò che dovrebbe guarirla. La terza parola è l'obbe<strong>di</strong>enza. Un'anima<strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>ente non riporterà alcuna vittoria, anche se fosse Gesù stesso aconfessarla <strong>di</strong>rettamente. Il confessore più esperto non può essere <strong>di</strong>alcun aiuto ad una tale anima. Un'anima <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>ente si espone agran<strong>di</strong> sventure e non progre<strong>di</strong>rà affatto nella perfezione e non se lacaverà nella vita spirituale. Id<strong>di</strong>o ricolma <strong>di</strong> grazia nel modo piùabbondante le anime, ma le anime obbe<strong>di</strong>enti. Oh! quanto sono gra<strong>di</strong>tigl'inni che sgorgano da un'anima che soffre! Tutto il cielo rimaneestasiato <strong>di</strong> fronte ad una tale anima, specialmente quando è provata daDio. Essa in<strong>di</strong>rizza verso <strong>di</strong> Lui i suoi nostalgici lamenti. La sua bellezza ègrande, perché proviene da Dio. Va attraverso il deserto della vita feritad'amore <strong>di</strong>vino. Essa tocca la terra con un piede solo. Un'anima che èuscita da quei tormenti è profondamente umile. La limpidezza della suaanima è grande. Essa, senza bisogno <strong>di</strong> rifletterci in certo modo, conoscemeglio che cosa in un dato momento occorra fare e che cosa tralasciare.Avverte il più piccolo tocco della grazia ed è molto fedele a Dio. Essariconosce Id<strong>di</strong>o da lontano e gode <strong>di</strong> Dio ininterrottamente. Essa inpochissimo tempo scopre Id<strong>di</strong>o nelle anime degli altri, in genere inquanti le stanno attorno. L'anima viene purificata da Dio stesso. Diocome puro Spirito introduce l'anima in una vita puramente spirituale.Id<strong>di</strong>o stesso aveva preparato quest'anima in precedenza e l'avevapurificata, cioè l'aveva resa idonea ad uno stretto rapporto <strong>di</strong> intimità conSé. Secondo un modo spirituale essa ha rapporti <strong>di</strong> intimità col Signorein un riposo amoroso. Si rivolge a Lui senza l'uso dei sensi. Id<strong>di</strong>o riempiel'anima con la Sua luce. La sua mente illuminata vede chiaramente e<strong>di</strong>stingue i gra<strong>di</strong> in questa vita spirituale. Vede quando si univa a Dio inmodo imperfetto, quando vi prendevano parte i sensi e lo spirito eraunito ai sensi, sebbene già in maniera superiore e speciale, peròimperfetta. Vi è un'unione col Signore superiore e più perfetta: è quellaintellettuale. Qui l'anima è più riparata dalle illusioni; la sua spiritualità èpiù profonda e più pura. In una vita, in cui ci sono i sensi, li si è piùesposti alle illusioni. L'accortezza sia dell'anima stessa che dei confessoridovrebbe essere maggiore. Vi sono momenti nei quali Id<strong>di</strong>o introducel'anima in uno stato puramente spirituale. I sensi si spengono e sonocome morti. L'anima è unita a Dio nella maniera più stretta: è immersanella Divinità. La sua conoscenza è totale e perfetta; non dettagliata,come prima, ma generale e completa. Gioisce per questo. Ma ora voglioparlare ancora dei momenti della prova. In quei momenti è necessarioche i confessori abbiano pazienza con tale anima provata. Ma la piùgrande pazienza deve averla l'anima con se stessa. O mio Gesù, Tu sai37quello che prova la mia anima al ricordo <strong>di</strong> quelle sofferenze. Talvolta mison meravigliata che gli angeli ed i santi restino silenziosi mentreun'anima sopporta simili sofferenze. Tuttavia essi ci amano in modoparticolare in quei momenti. L'anima mia certe volte ha gridato versoDio, come un bambino quando la madre nasconde il suo volto ed egli nonpuò riconoscerla e grida con quante forze ha. O Gesù mio, per questeprove d'amore sia onore e gloria a Te. Grande ed insondabile è la TuaMisericor<strong>di</strong>a! O Signore, tutto quello che hai progettato nei riguar<strong>di</strong> dellamia anima, è pervaso della Tua Misericor<strong>di</strong>a. Ricordo questa cosa: coloroche vivono insieme non dovrebbero aggiungere sofferenze esterne,poiché in verità quando un'anima ha il calice pieno fino all'orlo, talvoltaproprio la goccia che gettiamo noi nel suo calice sarà esattamente quel <strong>di</strong>più, che farà traboccare il calice dell'amarezza. E chi risponde perquell'anima? Guar<strong>di</strong>amoci bene dall'aggiungere sofferenze agli altri,poiché questo non piace al Signore. Se le suore oppure i superiorisapessero o supponessero che una certa anima sta attraversando taliprove e, ciò nonostante, da parte loro le aggiungessero altre sofferenze,peccherebbero mortalmente e Dio stesso riven<strong>di</strong>cherebbe quell'anima.Non parlo qui <strong>di</strong> casi che per loro natura costituiscono peccato, ma parlo<strong>di</strong> una cosa che in un altro momento non sarebbe peccato. Stiamo attentia non avere quelle anime sulla coscienza. E un grave <strong>di</strong>fetto della vitareligiosa e della vita in genere, che quando si vede un'anima che è nellasofferenza, si tende sempre ad aggiungerne ancora <strong>di</strong> più. Non parlo <strong>di</strong>tutti, ma ci sono persone che si comportano così. Ci permettiamo <strong>di</strong>esprimere giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> ogni genere e parliamo là dove non avremmo maidovuto <strong>di</strong>re quello che abbiamo detto. La lingua è un organo piccolo, maprovoca cose grosse. La religiosa che non rispetta il silenzio, nongiungerà mai alla santità, cioè non <strong>di</strong>venterà santa. Non s'illuda. Se percaso accade che per suo mezzo parla lo Spirito <strong>di</strong> Dio, allora non è lecitotacere. Ma per poter ascoltare la voce <strong>di</strong> Dio bisogna avere la quietenell'anima ed osservare il silenzio: non un silenzio tetro, ma il silenziointeriore, cioè il raccoglimento in Dio. Si possono <strong>di</strong>re molte cose e noninterrompere il silenzio, ed al contrario si può parlar poco ed infrangerecontinuamente il silenzio. Oh! che danni irreparabili provocal'inosservanza del silenzio! Si fanno molti torti al prossimo, masoprattutto alla propria anima. Secondo il mio pensiero e la miaesperienza, la regola del silenzio dovrebbe essere al primo posto. Id<strong>di</strong>onon si dona ad un anima ciarliera che come un fuco nell'alveare ronzamolto, ma non produce miele. Un'anima che chiacchiera molto è vuotanel suo interno. Non ha né virtù fondamentali, né intimità con Dio. Non èil caso <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> una vita più profonda, della soave pace e tranquillitànella quale abita Id<strong>di</strong>o. Un'anima che non ha gustato la dolcezza dellaquiete interiore, è uno spirito inquieto, e turba la tranquillità degli altri.Ho visto molte anime negli abissi infernali per non aver osservato il38

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