sa evitare gli scogli contro i quali essa potrebbe andare in frantumi. Id<strong>di</strong>omi ha dato questa grazia piuttosto tar<strong>di</strong>, ma sono molto lieta vedendocome Id<strong>di</strong>o accon<strong>di</strong>scende ai desideri del <strong>di</strong>rettore spirituale. Cito unsolo fatto fra le migliaia che mi capitano. Come al solito una sera avevopregato il Signore <strong>di</strong> darmi i punti per la me<strong>di</strong>tazione del giorno dopo.Ricevetti questa risposta: « Me<strong>di</strong>ta sul profeta Giona e sulla suamissione ». Ringraziai il Signore, ma dentro <strong>di</strong> me cominciai a pensare:che me<strong>di</strong>tazione <strong>di</strong>versa dalle altre! Ciò nonostante, con tuttal'applicazione possibile, m'impegnai a riflettere e in quel profeta scopriime stessa, nel senso che anch'io spesso mi rifiuto davanti a Dio, <strong>di</strong>cendoche qualcun altro potrebbe compiere meglio la santa volontà <strong>di</strong> Dio, noncomprendendo che Dio può tutto e tanto più si rivela la Sua potenza,quanto più è misero lo strumento che adopera. Dio mi ha fatto capirequesto. Nel pomeriggio ci fu la confessione della comunità. Quando fecipresente al <strong>di</strong>rettore spirituale il timore che mi attanaglia l'anima a causa<strong>di</strong> questa missione, per la quale Dio mi usa come strumento non idoneo,il padre spirituale mi rispose che, volenti o nolenti, dobbiamo compierela volontà <strong>di</strong> Dio e mi fece l'esempio del profeta Giona. Finita laconfessione pensavo tra me, come mai il confessore sapesse ché Dio miaveva or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> fare la me<strong>di</strong>tazione su Giona; io non gliene avevoparlato. Ad un tratto u<strong>di</strong>i queste parole: « Il sacerdote, quando Misostituisce, non è Iui che opera, ma sono io per suo tramite. Isuoi desideri sono i Miei desideri ». Vedo come Gesù <strong>di</strong>fende i Suoisostituti. Egli stesso entra nel loro operare.Giovedì. Quando ho cominciato l'ora santa, avrei voluto immergerminell'agonia <strong>di</strong> Gesù nell'Orto degli Ulivi. Ad un tratto sentii nel miointimo una voce: « Me<strong>di</strong>ta i misteri dell'Incarnazione ». Edall'improvviso mi apparve il Bambino Gesù <strong>di</strong> una splendente bellezza.Mi <strong>di</strong>sse quanto era gra<strong>di</strong>ta a Dio la semplicità dell'anima. « Sebbene laMia grandezza sia inconcepibile, ho rapporti <strong>di</strong> intimitàsoltanto con i piccoli. Voglio da te l'infanzia dello spirito ». Oravedo chiaramente come Id<strong>di</strong>o opera attraverso il confessore e come èfedele nelle sue promesse. Due settimane fa il confessore mi avevaor<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> riflettere sull'infanzia dello spirito. Sulle prime la cosa m'erariuscita un po' <strong>di</strong>fficile, ma il confessore, non badando alle mie <strong>di</strong>fficoltà,aveva insistito perché me<strong>di</strong>tassi sull'infanzia dello spirito. « In praticaquest'infanzia si manifesta così: un bambino non si preoccupa né delpassato né del futuro, ma approfitta dei momento presente. In lei,sorella, desidero che emerga questa infanzia dello spinto ed attribuisco aciò una grande importanza ». Vedo come il Signore si presti ad accoglierei desideri del confessore, dato che in questo periodo non mi si mostracome Maestro nel pieno delle forze e della sua matura umanità, ma miappare come un Bambino. Questo Dio infinito si abbassa fino a me nelle91sembianze <strong>di</strong> un Bambinello. Ma lo sguardo della mia anima non siferma alla superficie. Benché tu prenda le sembianze <strong>di</strong> un Bambinello,io vedo in Te l'Immortale, l'infinito Signore dei signori, che i puri spiritiadorano giorno e notte, per il quale ardono i cuori dei Serafini col fuocodell'amore più puro. O Cristo, o Gesù, io desidero superarli nell'amoreverso <strong>di</strong> Te. Vi chiedo perdono, o puri spiriti, per aver osato paragonarmia Voi. Io sono un abisso <strong>di</strong> miseria, una voragine <strong>di</strong> miseria, ma Tu, oDio, che sei un abisso insondabile <strong>di</strong> Misericor<strong>di</strong>a, assorbimi comel'ardore del sole assorbe una goccia <strong>di</strong> rugiada. Un Tuo sguardoamorevole conferisce lo stesso livello ad ogni abisso. Sonoimmensamente felice per la grandezza <strong>di</strong> Dio. Nel modo più assoluto mibasta vedere la grandezza <strong>di</strong> Dio, per essere felice per tutta l'eternità. Unavolta che vi<strong>di</strong> Gesù sotto l'aspetto <strong>di</strong> un Bambino, domandai: « Comemai, Gesù, ora tratti intimamente con me prendendo l'aspetto <strong>di</strong> unBambino? Del resto io in Te, anche se sei così, vedo Dio infinito, il mioCreatore e Signore ». Gesù mi rispose che fino a quando non avessiimparato la semplicità e l'umiltà, avrebbe trattato con me come unbimbo.1934. Durante la santa Messa, nella quale Gesù venne esposto nel SS.moSacramento, prima della santa Comunione, vi<strong>di</strong> due raggi che uscivanodall'Ostia Santissima, così come sono <strong>di</strong>pinti in questa immagine: unorosso e l'altro pallido. Si riflettevano su ciascuna delle Suore e sulleeducande, ma non su tutte allo stesso modo. Su alcune erano appenatratteggiati. Era il giorno in cui terminavano gli esercizi spirituali dellefigliole.22.XI.1934.Una volta il padre spirituale mi or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> riflettere attentamente su <strong>di</strong> mee <strong>di</strong> indagare per vedere se avevo qualche attaccamento a qualche oggettoo creatura od a me stessa o se vi era in me una propensione achiacchierare inutilmente. « Poiché tutto ciò, mi <strong>di</strong>sse, impe<strong>di</strong>sce alSignore Gesù <strong>di</strong> amministrare a suo gra<strong>di</strong>mento la tua anima. Dio ègeloso del nostro cuore e vuole che amiamo Lui solo ». Quando cominciaia riflettere profondamente su me stessa, non notai <strong>di</strong> essere attaccata aqualche cosa. Tuttavia, come in tutte le mie cose, così anche in questaavevo paura <strong>di</strong> me stessa e non credevo a me stessa. Stanca per questaindagine minuziosa, andai davanti al SS.mo Sacramento e pregai Gesùcon tutta la forza della mia anima: «Gesù, mio Sposo, Tesoro del miocuore, Tu sai che conosco soltanto Te e non conosco altro amore tranneTe, ma Gesù, se dovessi affezionarmi a qualunque cosa all'infuori <strong>di</strong> Te,Ti prego e Ti scongiuro, Gesù, per la potenza della Tua Misericor<strong>di</strong>a,fammi morire imme<strong>di</strong>atamente, poiché preferisco mille volte morire,piuttosto che ingannarTi una sola volta nella più piccola cosa ». In quelmomento Gesù si presentò all'improvviso davanti a me, non so da dove,92
splendente <strong>di</strong> una bellezza in<strong>di</strong>cibile, in una veste bianca, con le bracciaalzate e mi <strong>di</strong>sse queste parole: « Figlia Mia, il tuo cuore è il Mioriposo ed il Mio compiacimento. In esso trovo tutto quello cheun gran numero <strong>di</strong> anime Mi rifiuta. Dillo al Mio sostituto». Edall'improvviso non vi<strong>di</strong> più nulla, ma una gioia immensa entrò nella miaanima. Ora comprendo che nulla può essermi d'impe<strong>di</strong>mento all'amoreche ho per Te, o Gesù: non la sofferenza, né le contrarietà, né il fuoco, néla spada, né la morte stessa. Mi sento più forte, al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tuttoquesto. Nulla è paragonabile all'amore. Vedo che le cose piùinsignificanti, compiute da un'anima che ama sinceramente Dio, hannoun valore inestimabile agli occhi dei Suoi santi.5.XII.1934. Una mattina, dopo aver aperto la porta del convento perfare uscire i nostri operai addetti alla <strong>di</strong>stribuzione del pane, entrai unmomentino nella piccola cappellina, per fare una breve visita a Gesù erinnovare le intenzioni del giorno. « Ecco, Gesù, oggi tutte le sofferenze,le mortificazioni, le preghiere, le offro per il Santo Padre, affinchéapprovi la festa della Misericor<strong>di</strong>a. Ma Gesù, debbo <strong>di</strong>rTi ancora unaparola. Sono molto stupita per il fatto che mi or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> questafesta della Misericor<strong>di</strong>a, quando tale festa, a quanto mi <strong>di</strong>cono, esiste già.Quin<strong>di</strong>, perché dovrei parlarne? E Gesù mi rispose: « Chi mai ne èinformato tra la gente? Nessuno. E perfino coloro che debbonoproclamare e dare delle istruzioni alla gente su questaMisericor<strong>di</strong>a, spesso essi stessi non lo sanno. Per questodesidero che questa immagine venga solennemente benedettala prima domenica dopo Pasqua e che riceva culto pubblico, inmodo che tutti possano esserne informati. Fa' una novenasecondo l'intenzione del Santo Padre, che deve esserecomposta <strong>di</strong> trentatré invocazioni, ripetendo cioè altrettantevolte la breve preghiera alla Misericor<strong>di</strong>a, che ti ho insegnato». La sofferenza è il tesoro più grande che ci sia sulla terra. Essa purifical'anima. Nella sofferenza conosciamo chi ci è veramente amico. Il veroamore si misura col termometro della sofferenza. Gesù, Ti ringrazio perle piccole croci quoti<strong>di</strong>ane, per le contrarietà che incontro nelle mieiniziative, per il peso della vita comunitaria, per l'interpretazione <strong>di</strong>stortadelle mie intenzioni, per le umiliazioni che provengono dagli altri, per ilcomportamento aspro verso <strong>di</strong> noi, per i sospetti ingiusti, per la salutecagionevole e per le forze che vengono meno, per il ripu<strong>di</strong>o della miavolontà, per l'annientamento del proprio io, per il mancatoriconoscimento in tutto, per gli impe<strong>di</strong>menti posti a tutti i miei progetti.Ti ringrazio, Gesù, per le sofferenze interiori, per l'ari<strong>di</strong>tà dello spirito,per le paure, i timori e i dubbi, per il buio fitto e le tenebre interiori, perle tentazioni e le <strong>di</strong>verse prove, per le angosce che è <strong>di</strong>fficile descrivere, esoprattutto per quelle in cui nessuno ci capisce, per l'ora della morte, per93la dura lotta che la precede e per tutta la sua amarezza. Ti ringrazio,Gesù, che hai bevuto il calice dell'amarezza, prima <strong>di</strong> porgerlo a meraddolcito. Ecco, ho accostato le mie labbra al calice della Tua santavolontà. Avvenga <strong>di</strong> me secondo il Tuo volere; avvenga <strong>di</strong> me ciò che hastabilito la Tua sapienza fin dall'eternità. Desidero bere fino all'ultimastilla il calice della predestinazione, non voglio indagare su questapredestinazione, nell'amarezza c'è la mia gioia, nella <strong>di</strong>sperazione la miafiducia. In Te, o Signore, quello che ci dà il Tuo Cuore paterno è tuttobuono; non preferisco le gioie alle amarezze, né le amarezze alle gioie, maTi ringrazio <strong>di</strong> tutto, o Gesù. La mia delizia consiste nello stare acontemplarTi, o Dio incomprensibile. È in un'esistenza misteriosa che siaggira il mio spirito, poiché è là che sento <strong>di</strong> essere a casa mia. Conoscobene la <strong>di</strong>mora del mio Sposo. Sento che in me non c'è nemmeno unagoccia <strong>di</strong> sangue che non arda d'amore per Te. Bellezza eterna, chi Ticonosce una sola volta, non può più amare nessun'altra cosa. Sento lavoragine insondabile della mia anima, e che niente può colmarla,all'infuori <strong>di</strong> Dio. Sento che sprofondo in Lui, come un granellino <strong>di</strong>sabbia in un oceano senza fondo.20.XII.1934. Una sera entrando nella cella, vi<strong>di</strong> Gesù espostonell'ostensorio, come se fosse stato fuori all'aperto. Al pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gesù vi<strong>di</strong> ilmio confessore e <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui un gran numero <strong>di</strong> ecclesiastici <strong>di</strong> altissimorango, con indumenti che non avevo mai visto, eccetto allora in visione. E<strong>di</strong>etro a loro varie classi <strong>di</strong> ecclesiastici. Più in là vi<strong>di</strong> una folla così vasta<strong>di</strong> gente che non riuscii ad abbracciarla con lo sguardo. Vi<strong>di</strong> chedall'Ostia uscivano due raggi, come sono nell'immagine, che si unironostrettamente fra <strong>di</strong> loro, ma non si confusero e passarono nelle mani delmio confessore e poi nelle mani degli ecclesiastici e dalle loro manipassarono alla gente e tornarono nell'Ostia. E in quel momento mi vi<strong>di</strong> incella mentre entravo.22.XII.1934. Quando mi toccò in settimana d'andare a confessarmi,capitai che il mio confessore stava celebrando la S. Messa. Nella terzaparte della S. Messa vi<strong>di</strong> il Bambino Gesù, un po' più piccolo del solito econ la <strong>di</strong>fferenza che aveva una piccola fascia <strong>di</strong> colore violetto, mentre <strong>di</strong>solito l'aveva bianca.24.XII.1934. Vigilia <strong>di</strong> Natale. La mattina durante la S. Messa hosentito la vicinanza <strong>di</strong> Dio; il mio spirito inavvertitamente si è immersoin Lui. Improvvisamente u<strong>di</strong>i queste parole: « Tu sei una gradevole<strong>di</strong>mora per Me; in te il Mio Spirito riposa ». Dopo queste parolesentII io sguardo del Signore nel profondo del mio cuore e vedendo lamia miseria, mi umiliai in ispirito ed ammirai la grande Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>94
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