così fuori dal normale, avverti subito la Maestra. La Madre venne subito.Appena entrò nella cella, <strong>di</strong>sse queste parole: « In virtù della santaobbe<strong>di</strong>enza, le chiedo <strong>di</strong> alzarsi da terra ». Imme<strong>di</strong>atamente una forzamisteriosa mi sollevò da terra e mi trovai in pie<strong>di</strong> accanto alla caraMaestra. Con parole affettuose mi spiegò che quella era una provamandata da Dio: « Sorella, abbia tanta fiducia; Id<strong>di</strong>o è sempre Padre,anche quando mette alla prova ». Tornai ai miei doveri, come se fossiuscita dalla tomba. I miei sensi erano come impregnati <strong>di</strong> ciò che avevasperimentato la mia anima. Durante la funzione serale la mia animacominciò ad agonizzare in un buio spaventoso. Sento che sono in baliadel Dio Giusto e che sono oggetto del Suo sdegno. In quei terribillmomenti ho detto a Dio: « O Gesù, che nel Vangelo Ti paragonasti allapiù tenera delle madri, ho fiducia nella Tua Parola, poiché Tu sei la veritàe la vita. Gesù, confido in Te contro ogni speranza, contro ognisentimento, che ho nel mio intimo ed è contrario alla speranza. Fa' <strong>di</strong> mequello che vuoi; non mi allontanerò da Te, poiché Tu sei la sorgente dellamia vita ». Quanto sia tremendo questo tormento dell'anima, lo puòcapire soltanto chi ha provato su <strong>di</strong> sé simili momenti. Nella notte mi fecevisita la Madonna con in braccio il Bambino Gesù. La mia anima fu piena<strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong>ssi: « O Maria, Madre mia, lo sai quanto terribilmente soffro?». E la Madonna mi rispose: « Lo so quanto soffri, ma non temere, iopartecipo e parteciperò sempre alla tua sofferenza ». Sorriseamabilmente e scomparve. Imme<strong>di</strong>atamente nella mia anima ritornò laforza e tanto coraggio. Questo però durò soltanto un giorno. Sembravaquasi che l'inferno avesse congiurato contro <strong>di</strong> me. Un o<strong>di</strong>o tremendocominciò ad insinuarsi nella mia anima, un o<strong>di</strong>o contro tutto ciò che èsanto e <strong>di</strong>vino. Mi sembrava che questi tormenti dello spirito dovesserofar parte per sempre della mia esistenza. Mi rivolsi pertanto alSantissimo Sacramento e <strong>di</strong>ssi a Gesù: « O Gesù, Sposo della mia anima,non ve<strong>di</strong> che la mia anima sta morendo andando a Te? Come puoinasconderTi così ad un cuore che Ti ama con tanta sincerità? PerdonamiGesù; si compia in me la Tua santa volontà. Soffrirò in silenzio, come unacolomba, senza lamentarmi. Non permetterò al mio cuore nemmeno unsolo gemito <strong>di</strong> doloroso lamento ». Fine del noviziato. Le sofferenze non<strong>di</strong>minuiscono affatto. Debolezza fisica; <strong>di</strong>spensa da tutte le pratiche <strong>di</strong>pietà, o meglio loro sostituzione con giaculatorie. Venerdì Santo. Gesùattrae il mio cuore nel centro infuocato dell'amore. Ciò è avvenutodurante l'adorazione serale. Improvvisamente la presenza <strong>di</strong> Dios'impadronì <strong>di</strong> me. Dimenticai ogni cosa. Gesù mi fa conoscere quanto hasofferto per me. Questo durò molto brevemente. Una nostalgia tremenda.Un desiderio ardente <strong>di</strong> amare Dio. I prirsi voti. Un ardente desiderio <strong>di</strong>annientarmi per Dio me<strong>di</strong>ante un amore attivo, ma che sfugga all'occhioanche delle suore che mi stanno più vicino. Anche dopo i voti peròl'oscurità continuò a regnare nella mia anima fino a circa metà dell'anno.7Durante la preghiera Gesù penetrò tutta l'anima mia. L'oscuritàscomparve. U<strong>di</strong>i nell'intimo queste parole: «Tu sei la Mia gioia, tu seidelizia del Mio cuore ». Da quel momento percepli nel cuore, cioè nelmio intimo, la Santissima Trinità. In maniera sensibile mi sentii inondata<strong>di</strong> luce <strong>di</strong>vina. Da allora la mia anima vive in intimità con Dio, come unbimbo col proprio padre affezionato. Una volta Gesù mi <strong>di</strong>sse: « Va'dalla Madre Superiora e pregala <strong>di</strong> autorizzarti a portare ilcilicio per sette giorni e durante la notte ti alzerai una volta everrai in cappella ». Risposi <strong>di</strong> si, ma avevo una certa <strong>di</strong>fficoltà arecarmi dalla Superiora. Verso sera Gesù mi chiese: « Fino a quandorimanderai?». Decisi <strong>di</strong> parlarne alla Madre Superiora al primoincontro. il giorno dopo prima <strong>di</strong> mezzogiorno mi accorsi che la MadreSuperiora andava in refettorio e siccome la cucina, il refettorio e lastanzetta <strong>di</strong> Suor Luisa si trovano quasi assieme, invitai la MadreSuperiora nella stanzetta <strong>di</strong> Suor Luisa e le riferII la richiesta <strong>di</strong> Gesù. LaMadre mi rispose: « Non le permetto <strong>di</strong> portare nessun cilicio. Nel modopiù assoluto. Se Gesù le dà la forza <strong>di</strong> un colosso, le permetterò questemortificazioni ». Mi scusai con la Madre per averle fatto perdere tempoed uscII dalla stanzetta. All'improvviso vi<strong>di</strong> Gesù in pie<strong>di</strong> sulla porta dellacucina e Gli <strong>di</strong>ssi: « Mi or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> andare a chiedere delle penitenze, che laMadre Superiora non intende permettere ». Allora Gesù mi <strong>di</strong>sse: «Eroqui durante il colloquio con la Superiora e so tutto e non vogliole tue mortificazioni, ma l'obbe<strong>di</strong>enza. Con questo Mi dai unagrande gloria ed acquisti dei meriti per te ». Una delle Madri,quando venne a conoscere il mio stretto rapporto con Gesù, mi <strong>di</strong>sse cheero una povera illusa. Mi <strong>di</strong>sse che Gesù manteneva rapporti simili solocoi santi « e non con anime peccatrici come lei, sorella ». Da quelmomento fu come se <strong>di</strong>ffidassi <strong>di</strong> Gesù. In un colloquio mattutino <strong>di</strong>ssi aGesù: « Gesù, non sei per caso un'illusione? ». Gesù mi rispose: « Il Mioamore non delude nessuno ». Una volta stavo riflettendo sulla SS.Trinità, sull'Essenza <strong>di</strong> Dio. Volevo assolutamente approfon<strong>di</strong>re econoscere chi è questo Dio... In un istante il mio spirito venne comerapito in un altro mondo. Vi<strong>di</strong> un bagliore inaccessibile e in esso come tresorgenti <strong>di</strong> luce, che non riuscii a comprendere. E da quella luce uscivanoparole sotto forma <strong>di</strong> fulmini, che si aggiravano attorno al cielo ed allaterra. Non comprendendo nulla <strong>di</strong> questo, mi rattristai molto.Improvvisamente dal mare <strong>di</strong> luce inaccessibile usci il nostro amatoSalvatore, <strong>di</strong> una bellezza inconcepibile, con le Piaghe sfavillanti: E daquella luce si udì questa voce: « Qual è Dio nella Sua essenza,nessuno potrà sviscerarlo, né la mente angelica, né umana ».Gesù mi <strong>di</strong>sse: « Procura <strong>di</strong> conoacere Dio attraverso lame<strong>di</strong>tazione dei Suoi attributi ». Un momento dopo Gesù tracciòcon la mano il segno della croce e scomparve. Una volta vi<strong>di</strong> una granfolla <strong>di</strong> gente nella nostra cappella, davanti alla cappella e sulla strada,8
perché non c'era posto nella cappella. La cappella era addobbata per unasolennità. Vicino all'altare c'era un gran numero <strong>di</strong> ecclesiastici, poi lenostre suore e molte <strong>di</strong> altre congregazioni. Aspettavano tutti la personache doveva prendere posto sull'altare. Ad un tratto sentii una voce che<strong>di</strong>ceva che io dovevo prendere il posto sull'altare. Però appena usciidall'abitazione, cioè dal corridoio per attraversare il cortile ed andare incappella seguendo la voce che mi chiamava, ecco che tutta la gentecominciò a gettarmi addosso tutto quello che poteva: fango, sassi, sabbia,scope, tanto che in un primo momento rimasi indecisa se proseguire omeno; ma quella voce mi chiamava con insistenza ancora maggiore edallora, nonostante tutto, cominciai ad avanzare coraggiosamente.Quando attraversai la soglia della cappella, i superiori, le suore, leeducande e perfino i genitori cominciarono a colpirmi con quello chepotevano tanto che, volente o nolente, dovetti salire in fretta al postodestinato sull'altare. Non appena occupai il posto destinato, subito quellastessa gente e le educande, e le suore, e i superiori, e i genitori, tutticominciarono a tendere le mani ed a chiedere grazie ed io non provavoalcun risentimento verso <strong>di</strong> loro, che m'avevano scagliato addosso tuttaquella roba ed anzi stranamente provavo un amore particolarissimoproprio per quelle persone che mi avevano costretta a salire piùrapidamente nel posto a me destinato. In quel momento la mia anima fuinondata da una felicità inconcepibile ed u<strong>di</strong>i queste parole: « Fa'quello che vuoi, <strong>di</strong>stribuisci grazie come vuoi, a chi vuoi equando vuoi». E subito la visione scomparve. Una volta sentii questeparole: « Va' dalla Superiora e chie<strong>di</strong> che ti permetta <strong>di</strong> fareogni giorno un'ora <strong>di</strong> adorazione per nove giorni; durantequesta adorazione cerca <strong>di</strong> fare la tua preghiera con MiaMadre. Prega <strong>di</strong> cuore in unione con Maria; procura inoltre inquesto tempo <strong>di</strong> fare la Via Crucis ». Ottenni il permesso non perun'ora intera, ma soltanto per il tempo che avevo, dopo compiuti i mieidoveri. Dovevo fare quella novena per la patria. Il settimo giorno dellanovena vi<strong>di</strong> la Madonna fra cielo e terra, in una veste chiara. Pregava conle mani giunte sul petto e lo sguardo rivolto al cielo e dal suo Cuoreuscivano dei raggi <strong>di</strong> fuoco, alcuni dei quali erano <strong>di</strong>retti verso il cielo,mentre gli altri coprivano la nostra terra. Quando parlai <strong>di</strong> alcune <strong>di</strong>queste cose col confessore, mi rispose che potevano provenire realmenteda Dio, ma che potevano anche essere un'illusione. Siccome avevo spessodei cambiamenti, non avevo un confessore fisso e per <strong>di</strong> più facevo unafatica incre<strong>di</strong>bile ad esporre cose <strong>di</strong> quel genere. Perciò pregavoardentemente perché il Signore mi concedesse una grande grazia, quella<strong>di</strong> avere un <strong>di</strong>rettore spirituale. Ma questa grazia l'ottenni soltanto dopo ivoti perpetui, quando venni a Wilno. Si tratta <strong>di</strong> Don Sopocko. Il Signoreme l'aveva fatto conoscere interiormente, prima che arrivassi a WIIno. Seavessi avuto fin dall'inizio un <strong>di</strong>rettore spirituale, non avrei sprecato9tante grazie del Signore. Un confessore può essere <strong>di</strong> grande aiuto perun'anima, ma può anche procurarle molto danno. Oh! come dovrebberostare attenti i confessori all'azione della grazia <strong>di</strong> Dio nell'anima dei loropenitenti. Questa è una cosa <strong>di</strong> grande importanza. Dalle grazie <strong>di</strong>un'anima si può conoscere il suo stretto rapporto con Dio. Una voltavenni citata al giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Dio. Stetti davanti al Signore faccia a faccia.Gesù era tale e quale è durante la Passione. Dopo un momentoscomparvero le Piaghe e ne rimasero solo cinque: alle mani, ai pie<strong>di</strong> ed alcostato. Vi<strong>di</strong> imme<strong>di</strong>atamente tutto lo stato della mia anima, cosi come lavede Id<strong>di</strong>o. Vi<strong>di</strong> chiaramente tutto quello che a Dio non piace. Nonsapevo che bisogna rendere conto al Signore anche <strong>di</strong> ombre tantopiccole. Che momento! Chi potrà descriverlo? Trovassi <strong>di</strong> fronte altrevolte Santo! Gesù mi domandò: «Chi sei? ». Risposi: « Io sono una tuaserva, Signore ». « Devi scontare un giorno <strong>di</strong> fuoco nelpurgatorio ». Avrei voluto gettarmi imme<strong>di</strong>atamente fra le fiamme delpurgatorio, ma Gesù mi trattenne e <strong>di</strong>sse: « Che cosa preferisci:soffrire adesso per un giorno oppure per un breve tempo sullaterra? ». Risposi: « Gesù, voglio soffrire in purgatorio e voglio soffriresulla terra sia pure i più gran<strong>di</strong> tormenti fino alla fine del mondo ». Gesù<strong>di</strong>sse: « E sufficiente una cosa sola. Scenderai in terra esoffrirai molto, ma non per molto tempo ed eseguirai la Miavolontà ed i Miei desideri ed un Mio servo fedele ti aiuterà adeseguirla. Ora posa il capo sul Mio petto, sul Mio Cuore edattingivi forza e vigore per tutte le sofferenze, dato che altrovenon troverai sollievo, né aiuto, né conforto. Sappi che avraimolto, molto da soffrire, ma questo non ti spaventi. Io sonocon te ». Poco dopo mi ammalai. I <strong>di</strong>sturbi fisici furono una scuola <strong>di</strong>pazienza per me. Solo Gesù sa quanti sforzi <strong>di</strong> volontà dovetti fare peradempiere i miei doveri. Gesù quando intende purificare un'anima, usagli strumenti che vuole. La mia anima si sente completamenteabbandonata dalle creature. Talvolta l'intenzione più retta vieneinterpretata male dalle suore. Questa è una sofferenza molto dolorosa,ma il Signore la permette e bisogna accettarla, perché questo ci faassomigliare maggiormente a Gesù. Una cosa non sono riuscita acomprendere per molto tempo, cioè che Gesù mi or<strong>di</strong>nava <strong>di</strong> <strong>di</strong>re tutto aisuperiori, mentre i superiori non credevano alle mie parole e micommiseravano come fossi stata una povera illusa o una vittima dellamia fantasticheria. Per questo motivo, temendo <strong>di</strong> essere un'illusa, decisi<strong>di</strong> evitare interiormente Dio, dato che avevo paura delle illusioni. Ma lagrazia <strong>di</strong> Dio m'inseguiva ad ogni passo e quando meno me l'aspettavo,Id<strong>di</strong>o mi rivolgeva la parola. Un giorno Gesù mi <strong>di</strong>sse che avrebbe fattoscendere il castigo su <strong>di</strong> una città, che è la più bella della nostra Patria. ilcastigo doveva essere uguale a quello inflitto da Dio a Sodoma eGomorra. Vi<strong>di</strong> la grande collera <strong>di</strong> Dio ed un brivido mi scosse, mi10
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