quale vivrai. L'impegno tuo è una totale fiducia nella Miabontà, il Mio impegno è quello <strong>di</strong> darti tutto ciò <strong>di</strong> cui haibisogno. Divento Io stesso <strong>di</strong>pendente dalla tua fiducia; se latua fiducia sarà grande, la Mia generosità non conoscerà limiti». Sul lavoro. Come persone povere, eseguiranno da sole tutti i lavori chesi debbono fare in convento. Ognuna deve rallegrarsi se le capità unlavoro umiliante o contrario alla sua natura, poiché le sarà d'aiuto per lapropria formazione interiore. La superiora cambierà spesso le mansionidelle suore ed in questo modo le aiuterà a staccarsi completamente daquelle minuzie, alle quali le donne hanno una particolare tendenza adaffezionarsi. In verità qualche volta mi vien da ridere quando vedo coimiei occhi delle anime, che hanno lasciato cose veramente gran<strong>di</strong>,attaccarsi a delle cianfiusaglie che non valgono nulla. Ogni suora staràper un mese in cucina, non escludendo nemmeno la superiora. Provinotutte qualsiasi fatica può capitare in convento, abbiano tutte sempre rettaintenzione in tutto, poiché al Signore le situazioni poco chiare nonpiacciono affatto. Si accusino esse stesse delle mancanze esterne echiedano la penitenza alla superiora; lo facciano in spirito <strong>di</strong> umiltà. Siamino vicendevolmente <strong>di</strong> un amore superiore, <strong>di</strong> un amore puro,vedendo in ogni consorella l'immagine dì Dio. La caratteristicaparticolare <strong>di</strong> questa piccola congregazione è l'amore, e qui nonrestringano il proprio cuore, ma vi racchiudano il mondo intero, dandoconcreta testimonianza ad ogni anima per mezzo della preghiera secondola propria vocazione. Se secondo questo spirito saremo misericor<strong>di</strong>ose,anche noi troveremo Misericor<strong>di</strong>a. Ognuna dovrebbe avere un grandeamore per la Chiesa. Come una brava figlia che ama la Madre prega perlei, così ogni anima cristiana deve pregare per la Chiesa, che per lei èMadre. E che <strong>di</strong>re poi <strong>di</strong> noi religiose, che ci siamo impegnate in modoparticolare a pregare per la Chiesa? Quanto è grande dunque il nostroapostolato, sebbene sia così nascosto. Queste piccole cose quoti<strong>di</strong>anesaranno deposte ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gesù come un'offerta <strong>di</strong> implorazione per ilmondo. Ma, affinché l'offerta sia gra<strong>di</strong>ta a Dio, deve essere pura eaffinché l'offerta sia pura, il cuore deve liberarsi da ogni attaccamentonaturale ed in<strong>di</strong>rizzare tutti i sentimenti verso il proprio Creatore,amando in Lui tutte le creature, secondo la Sua santa volontà. E seognuna si comporta così, in spirito <strong>di</strong> fervore, apporterà gioia alla Chiesa.Oltre ai voti vedo una regola importantissima, sebbene tutte sianoimportanti; metto tuttavia questa al primo posto, ed è la regola delsilenzio. Per la verità, se questa regola venisse osservata rigorosamente,sarei tranquilla anche per le altre. Le donne hanno una grandepropensione a parlare. In verità lo Spirito Santo non parla alle anime<strong>di</strong>stratte e ciarliere, ma per mezzo delle sue tacite ispirazioni parla alleanime raccolte, alle anime silenziose. Se venisse osservatoscrupolosamente il silenzio, non ci sarebbero mormorazioni, amarezze,143mal<strong>di</strong>cenze, chiacchiere, non verrebbe maltrattato l'amore del prossimo,in una parola molte mancanze verrebbero evitate. Una bocca silenziosa èoro puro e dà testimonianza della santità interiore. Ma ora desideroparlare subito della seconda regola, cioè del « parlare ». Tacere quando sideve parlare è un'imperfezione e talvolta anche un peccato. E perciò tuttedevono partecipare alla ricreazione, e la superiora non esoneri le suoredalla ricreazione, se non per un motivo molto importante. La ricreazionesia allegra nello spirito <strong>di</strong> Dio. Durante la ricreazione c'è la possibilità <strong>di</strong>conoscersi a vicenda; ognuna esprima la propria opinione con semplicitàper l'e<strong>di</strong>ficazione delle altre, e non per una qualche superiorità, oppure,Dio ne scampi, per bisticciare. Ciò sarebbe contrario alla perfezione edallo spirito della nostra vocazione che deve <strong>di</strong>stinguersi per l'amore. Duevolte al giorno ci sarà una ricreazione <strong>di</strong> mezz'ora. Se qualche suora hainfranto il silenzio è tenuta ad accusarsi subito alla superiora ed achiedere la penitenza; e la superiora per tale mancanza <strong>di</strong>a una penitenzapubblica, poiché se si comporterà <strong>di</strong>versamente, dovrà rispondere essastessa davanti al Signore. Sulla clausura. Nei locali delimitati dallaclausura non potrà entrare nessuno, senza una speciale autorizzazionedell'Or<strong>di</strong>nario e ciò in casi eccezionali, come l'amministrazione deisacramenti alle ammalate o l'assistenza e la preparazione alla morte o inoccasione <strong>di</strong> funerali. Può capitare anche l'assoluta necessità dì fareentrare dentro la clausura qualche operaio per riparazioni da fare nelconvento, ad ogni modo occorre ottenere prima una chiaraautorizzazione. La porta che conduce dentro la clausura deve esseresempre chiusa e la chiave deve averla solo la superiora. Dell'andata inparlatorio. Nessuna suora può andare in parlatorio senza un permessospeciale della superiora e la superiora non deve concedere permessi perandare <strong>di</strong> frequente in parlatorio. Coloro che sono morte per il mondo,non devono ritornarvi nemmeno con colloqui, ma se la superiora ritieneopportuno che una suora vada in parlatorio, si attenga alle seguentinorme: accompagni essa stessa quella suora, e se non può, incarichi unasua sostituta, la quale è obbligata alla <strong>di</strong>screzione e non riferirà quelloche ha ascoltato in parlatorio, ma informerà dì tutto la superiora. Icolloqui devono essere brevi, a meno che un riguardo per la persona nonli prolunghi un po', ad ogni modo non deve mai venire scostato il pannodella grata, se non in casi eccezionali, come può capitare in seguito aduna insistente richiesta del padre o della madre. Delle lettere. Ogni suorapuò inviare lettere siggillate all'Or<strong>di</strong>nario dal quale <strong>di</strong>pende la casa.All'infuori <strong>di</strong> ciò, per ogni lettera chiederanno il permesso e laconsegneranno aperta alla superiora, e la superiora deve regolarsi conspirito d'amore e con prudenza. Essa ha il <strong>di</strong>ritto d'inviarla o <strong>di</strong>trattenerla, secondo quello che sarà per la maggior gloria <strong>di</strong> Dio, madesidererei tanto che questi scritti ci fossero il più raramente possibile.Aiutiamo le anime con la preghiera e la mortificazione e non con gli144
scritti. Sulla confessione. I confessori per la comunità, sia quelloor<strong>di</strong>nario, che quello straor<strong>di</strong>nario, li assegna il Vescovo. Ci sarà unconfessore or<strong>di</strong>nario che ascolterà le confessioni <strong>di</strong> tutta la comunità unavolta la settimana. Il confessore straor<strong>di</strong>nario verrà ogni tre mesi ed ognisuora è tenuta a presentarsi a lui, anche se non intende fare una veraconfessione. Sia il confessore or<strong>di</strong>nario che quello straor<strong>di</strong>nario nonrimarranno in carica oltre i tre anni. Alla fine del triennio ci sarà unavotazione segreta ed in base a questa la superiora sottoporrà la richiestadelle suore all'Or<strong>di</strong>nario. Ad ogni modo il confessore può essereconfermato per un secondo ed anche per un terzo triennio. Le religiose siconfesseranno vicino alla grata chiusa. Anche le conferenze che verrannotenute alla comunità, si svolgeranno attraverso la grata coperta da unpanno scuro. Le suore non parleranno mai fra <strong>di</strong> loro della confessione edei confessori; preghino piuttosto per loro, affinché Dio li illumini nel<strong>di</strong>rigere le loro anime. Della santa Comunione. Le suore non parlino delfatto che una si accosta più <strong>di</strong> rado e un'altra più spesso alla santaComunione. Si astengano dall'emettere giu<strong>di</strong>zi su questa materia, su cuinon hanno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> parlare. Ogni giu<strong>di</strong>zio in merito appartieneesclusivamente al confessore. La Superiora può interrogare una datasuora, però non al fine <strong>di</strong> conoscere il motivo per cui non si accosta allasanta Comunione, ma allo scopo <strong>di</strong> facilitarle la confessione. Le superiorenon si azzar<strong>di</strong>no ad entrare nell'ambito della coscienza delle suore. Lasuperiora può <strong>di</strong>sporre che qualche volta la comunità offra la Comunioneper una determinata intenzione. Ogni suora deve preoccuparsi dellamassima purezza dell'anima, in modo da poter accogliere ogni giornol'Ospite <strong>di</strong>vino. Una volta che ero entrata in cappella, vi<strong>di</strong> i muri <strong>di</strong> unacasa mezzo scombinata: le finestre erano prive dì vetri, la porta non eraultimata, c'era solo l'intelaiatura. Tutto ad un tratto sentii nell'animaqueste parole: « Qui deve stare quel convento ». Per la verità non mipiacque molto che dovesse sorgere li, fra quelle rovine. Giovedì. Mi sonosentita molto sollecitata a dare inizio al più presto all'opera, secondo ildesiderio del Signore. Quando mi sono accostata alla santa confessione,ho anteposto una mia opinione all'opinione del confessore. In un primomomento non mi sono resa conto della cosa, ma mentre facevo l'orasanta ho visto Gesù/ nell'aspetto che ha nell'immagine, il quale mi hadetto che tutto ciò <strong>di</strong> cui parla con me e quello che mi chiede, debbocomunicarlo al confessore ed alle superiore. « E fa' soltanto quelloper cui ottieni il permesso ». E Gesù mi ha fatto conoscere quantopoco Gli piaccia un'anima che agisce <strong>di</strong> proprio arbitrio. In quell'animaho riconosciuto me stessa. Ho scorto in me quest'ombra dì spiritoarbitrario, mi sono gettata nella polvere davanti alla Sua Maestà e colcuore spezzato Gli ho chiesto perdono. Gesù però non ha permesso cherimanessi a lungo in quello stato d'animo, ma un Suo sguardo <strong>di</strong>vino hariempito la mia anima dì una gioia così grande, che non ho parole per145esprimerla. Gesù poi mi ha fatto sapere che debbo interrogarlo <strong>di</strong> più econsigliarmi con Lui. In verità quanto è dolce lo sguardo del mio Signore,il Suo occhio penetra nella mia anima fin negli angoli più segreti; c'èintesa fra il mio spirito e Dio senza pronunciare nemmeno una parola,sento che Egli vive in me e io in Lui. All'improvviso vi<strong>di</strong> quell'immaginein una piccola cappellina sconosciuta e vi<strong>di</strong> che quella cappellina in unattimo <strong>di</strong>venne una chiesa grande e bella e in quella chiesa vi<strong>di</strong> laMadonna col Bambino in braccio. Ad un tratto il Bambino scomparvedalle braccia della Madonna e vi<strong>di</strong> l'immagine viva <strong>di</strong> Gesù crocifisso. LaMadonna mi <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> comportarmi come Lui, che, nonostante le gioie,aveva sempre guardato intensamente la croce ed aggiunse che le grazieche Id<strong>di</strong>o mi concedeva non erano soltanto per me, ma anche per le altreanime. il Bambino Gesù che vedo durante la santa Messa, non è sempreidentico; talvolta è molto esultante e altre volte non guarda affatto versola cappella. Ora il più delle volte è lieto, quando celebra la santa Messa ilnostro confessore. Sono rimasta enormemente stupita nel vedere quantolo ami il Bambino Gesù. Qualche volta lo vedo con la fascia colorata.Prima <strong>di</strong> venire a Wilno e prima <strong>di</strong> conoscere questo confessore, avevovisto una volta una chiesa non grande e accanto ad essa questa comunità.Quel convento aveva do<strong>di</strong>ci celle, ogni religiosa doveva avere la sua cellaa parte. Vi<strong>di</strong> un sacerdote che mi aiutava nella sistemazione <strong>di</strong> quelconvento e che poi conobbi alcuni anni dopo, ma l'avevo già conosciutoin visione. Vi<strong>di</strong> come sistemava tutto con grande de<strong>di</strong>zione in quelconvento ed era aiutato anche da un altro sacerdote, che finora non hoconosciuto. Vi<strong>di</strong> la grata <strong>di</strong> ferro, <strong>di</strong>etro la quale c'era un panno scuro. Inquella chiesa le suore non andavano. il giorno dell'ImmacolataConcezione della Madonna, durante la santa Messa, sentii un fruscio <strong>di</strong>vesti e vi<strong>di</strong> la Madre Santissima risplendente e <strong>di</strong> una bellezzastraor<strong>di</strong>naria. Aveva una veste bianca con una sciarpa azzurra e mi <strong>di</strong>sse:« Mi dai una grande gioia quando adori la SS.ma Trinità perle grazie ed i privilegi che mi ha concesso ». E scomparve subito.Delle penitenze e delle mortificazioni. Al primo posto ci sono lemortificazioni interiori, ma praticheremo anche mortificazioni esteriori,esattamente in<strong>di</strong>cate in modo che tutte possano praticarle. Esse sono: tregiorni alla settimana faremo <strong>di</strong>giuno stretto. I giorni sono: venerdì,sabato e mercoledì. Ogni venerdì, per il tempo necessario a recitare ilsalmo 50, il Miserere, si sottoporranno alla <strong>di</strong>sciplina, tutte alla stessaora, nelle proprie celle. L'ora in<strong>di</strong>cata, le tre del pomeriggio, l'offrirannoper i peccatori che stanno per morire. Durante i due gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>giuni comenei giorni del trimestre nelle vigilie, il vitto sarà questo: durante il giornoun pezzo <strong>di</strong> pane ed un po' d'acqua. Ciascuna procuri <strong>di</strong> praticare questemortificazioni, che sono prescritte per tutte, ma se qualche suoradesidera qualche cosa dì più, chieda il permesso alla superiora. Ed eccoun'altra mortificazione generale: a nessuna suora è permesso entrare146
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