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LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA Diario di Santa Sr ...

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Domandai: « E le preghiere fatte per te da tutta la Congregazione, anchequelle non ti hanno giovato niente? ». Mi rispose: « Niente. Quellepreghiere sono andate a profitto <strong>di</strong> altre anime ». E io le <strong>di</strong>ssi: «Se le miepreghiere non le giovano per niente, la prego <strong>di</strong> non venire da me ». Escomparve imme<strong>di</strong>atamente. Io però non cessai <strong>di</strong> pregare. Dopo uncerto tempo venne <strong>di</strong> nuovo da me <strong>di</strong> notte, ma in uno stato <strong>di</strong>verso. Nonera tra le fiamme come prima ed il suo volto era raggiante, gli occhibrillavano <strong>di</strong> gioia e mi <strong>di</strong>sse che avevo il vero amore per il prossimo, chemolte altre anime avevano avuto giovamento dalle mie preghiere e miesortò a non cessare <strong>di</strong> pregare per le anime sofferenti nel purgatorio emi <strong>di</strong>sse che essa non sarebbe rimasta a lungo in purgatorio. I giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong>Dio sono veramente misteriosi!1933. Una volta u<strong>di</strong>i nel mio intimo questa voce: « Fa' una novenaper la Patria. La novena consisterà nelle litanie dei Santi.Chie<strong>di</strong> il permesso al confessore ». Durante la successivaconfessione ottenni il permesso e la sera iniziai subito la novena. Verso lafine delle litanie vi<strong>di</strong> un grande chiarore ed in esso Dio Padre. Fra quelchiarore e la terra vi<strong>di</strong> Gesù inchiodato sulla croce in modo tale cheId<strong>di</strong>o, volendo guardare sulla terra, doveva guardare attraverso le Piaghe<strong>di</strong> Gesù. E compresi che per riguardo <strong>di</strong> Gesù Id<strong>di</strong>o bene<strong>di</strong>va la terra.Gesù, Ti ringrazio per questa grande grazia, cioè per il confessore, che Tustesso Ti sei degnato <strong>di</strong> scegliermi e che mi hai fatto vedere in visioneprima che lo conoscessi <strong>di</strong> persona. Quando ero andata a confessarmi daPadre Andrasz, pensavo che sarei stata liberata dalle mie ispirazioniinteriori. Il Padre mi rispose che non mi poteva liberare, ma: « Preghi,sorella, per ottenere un <strong>di</strong>rettore spirituale ». Dopo una breve e fervidapreghiera vi<strong>di</strong> <strong>di</strong> nuovo Don Sopocko nella nostra cappella fra ilconfessionale e l'altare. Allora mi trovavo a Cracovia. Queste due visionimi rafforzarono tanto più nello spirito in quanto lo trovai così come loavevo visto in visione sia a Varsavia durante la terza probazione, sia aCracovia. Gesù, Ti ringrazio per questa grande grazia. Adesso tremoquando sento <strong>di</strong>re talvolta da qualche anima che non ha il confessore,cioè il <strong>di</strong>rettore spirituale. So bene infatti quali gravi danni ho avuto iostessa quando non avevo questo aiuto. Senza un <strong>di</strong>rettore spirituale sipuò andare facilmente fuori strada. O vita grigia e monotona, quantitesori in te! Nessun'ora è uguale all'altra, per cui il grigiore e lamonotonia scompaiono, quando considero ogni cosa con l'occhio dellafede. La grazia elargita a me in quest'ora, non si ripeterà nell'orasuccessiva. Mi verrà data anche nell'ora successiva, ma non sarà più lastessa. il tempo passa e non ritorna più. Ciò che contiene in sé, non sicambierà mai: lo sigilla col sigillo per l'eternità. Don Sopocko dev'esseremolto amato dal Signore. Lo <strong>di</strong>co perché ho avuto modo <strong>di</strong> constatare17quanto il Signore si preoccupi per lui in certi momenti Nel notare ciòsono enormemente lieta che il Signore abbia degli eletti <strong>di</strong> questo genere.1928. <strong>LA</strong> GITA A KALWARIA. Ero venuta a Wilno per due mesi asostituire una suora, che era andata alla terza probazione, ma mitrattenni un po' più <strong>di</strong> due mesi. Un giorno la Madre Superiora,volendomi fare una cortesia, mi <strong>di</strong>ede il permesso <strong>di</strong> andare, incompagnia <strong>di</strong> un'altra suora, a Kalwaria, a fare il così detto « giro deisentierini ». Ne fui molto contenta. Dovevamo andare col battello,benché fosse così vicino; ma tale era il desiderio della Madre Superiora.La sera Gesù mi <strong>di</strong>sse: « Io desidero che tu rimanga a casa ».Risposi: « Gesù, ormai è già tutto preparato, che dobbiamo partiredomattina. Che faccio io adesso? ». Ed il Signore mi rispose: « Questagita arrecherà danno alla tua anima ». Risposi a Gesù: « Tu puoisempre porvi rime<strong>di</strong>o. Disponi le circostanze in modo tale che sia fatta laTua volontà ». In quel momento suonò il campanello per il riposo. Conuno sguardo salutai Gesù e andai nella cella. La mattina è una bellagiornata. La mia compagna si rallegra pensando che avremo una grandesod<strong>di</strong>sfazione, che potremo visitare tutto; ma io ero sicura che nonsaremmo partite, sebbene fino a quel momento non ci fosse stato alcunostacolo ad impe<strong>di</strong>rci <strong>di</strong> partire. Dovevamo ricevere per tempo la S.Comunione e partire subito dopo il ringraziamento. All'improvviso,durante la S. Comunione, la giornata da bella che era cambiòcompletamente. Le nuvole, venute non si sa da dove, coprirono tutto ilcielo e cominciò una pioggia torrenziale. Erano tutti stupiti, dato che inuna giornata così bella chi poteva aspettarsi la pioggia e che cambiasse aquel modo in così poco tempo? La Madre Superiora mi <strong>di</strong>sse: « Quantomi <strong>di</strong>spiace che non possiate partire! ». Risposi: « Cara Madre, non fanulla che non siamo partite: Dio vuole che restiamo a casa ». Nessunoperò sapeva che era espresso desiderio <strong>di</strong> Gesù che restassi in casa.Trascorsi tutta la giornata nel raccoglimento e nella me<strong>di</strong>tazione;ringraziai il Signore per avermi trattenuta in casa. In quel giorno Dio miconcesse molte consolazioni celesti. Una volta, in noviziato, avendomi laMadre Maestra destinata alla cucina delle figliole, mi affrissi assai <strong>di</strong> nonessere in grado <strong>di</strong> maneggiare le marmitte, che erano enormi. La cosa più<strong>di</strong>fficile per me era quella <strong>di</strong> scolare le patate; talvolta ne versavo fuori lametà. Quando lo <strong>di</strong>ssi alla Madre Maestra, mi rispose che poco alla voltami ci sarei abituata e avrei fatto pratica. Questa <strong>di</strong>fficoltà tuttavia nonscompariva, giacché le mie forze <strong>di</strong>minuivano ogni giorno e, permancanza <strong>di</strong> forze, al momento <strong>di</strong> scolare le patate, mi tiravo in<strong>di</strong>etro. Lesuore accorsero che evitavo quel lavoro e se ne meravigliavanoenormemente, non sapendo che non ero in grado <strong>di</strong> aiutarle, nonostantemi impegnassi con tutto lo zelo e senza riguardo <strong>di</strong> me stessa. Durantel'esame <strong>di</strong> coscienza <strong>di</strong> mezzogiorno, mi lamentai col Signore per la18

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