e mi sentii felice soffrendo con Lui. Soffrendo non soffrivo, perché erofelice <strong>di</strong> conoscere la profon<strong>di</strong>tà del Suo amore e passò un'ora, che perme fu come un minuto. Non giu<strong>di</strong>care mai nessuno: per gli altri avereocchi pieni d'indulgenza, per sé occhi severi. Per ogni cosa fareriferimento a Dio ed ai miei occhi sentirmi quella che sono, cioè la piùgrande miseria e nullità. Nelle sofferenze conservare la pazienza e laserenità, sapendo che col tempo tutto passa. Di quello che ho vissuto neimomenti in cui ho fatto i voti perpetui, non conviene parlare. Sono in Luied Egli è in me. Nel momento in cui Mons. Vescovo mi ha messo l'anello,Id<strong>di</strong>o è penetrato in tutto il mio essere e non sapendolo descriveresorvolo in silenzio su quel momento. Dopo i voti perpetui il mio rapportointimo con Dio è tanto stretto, quanto non è stato mai in precedenza.Sento che amo Dio e sento che Egli ama me. La mia anima dopo avergustato Id<strong>di</strong>o, non saprebbe vivere senza dì Lui. Per me è più piacevoleun'ora sola passata ai pie<strong>di</strong> dell'altare nella più grande ari<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> spirito,che cento anni <strong>di</strong> piaceri nel mondo. Preferisco essere uno zimbelloinsignificante in convento, piuttosto che una regina nel mondo.Nasconderò agli occhi della gente tutto ciò che farò <strong>di</strong> buono, in modoche Dio solo sia la mia ricompensa. Come una modesta violetta nascostafra l'erba, che non ferisce il piede dell'uomo che la calpesta, ma emanaprofumo e, <strong>di</strong>rnenticando completamente se stessa, cerca <strong>di</strong> esseregentile con la persona che l'ha calpestata. Per la natura umana ciò èmolto gravoso, ma la grazia dì Dio ci viene in aiuto. Ti ringrazio, Gesù, dìquesta grande grazia, perché m'hai fatto conoscere tutto l'abisso dellamia miseria; so dì essere una voragine <strong>di</strong> nullità e se la Tua santa grazianon mi sostenesse, in un attimo sarei annientata. Perciò con ogni battitodel cuore Ti ringrazio, o Dio, per la grande Misericor<strong>di</strong>a che hai verso dìme. Domani debbo partire per Wilno. Oggi sono andata a confessarmi daPadre Andrasz, un Sacerdote che ha un profondo spirito <strong>di</strong> Dio, quelloche mi ha sciolto le ali per poter volare verso le altezze più inaccessibili.Mi ha tranquillizzato in tutto e mi ha imposto <strong>di</strong> credere nellaProvvidenza Divina: « Abbia fiducia ed avanzi con coraggio! ». Dopo laconfessione ho sentito in me una misteriosa forza <strong>di</strong>vina. Il Padre mi haesortato insistentemente ad essere fedele alla grazia <strong>di</strong> Dio ed ha detto: «Se continuerà a conservare la semplicità e l'obbe<strong>di</strong>enza, non le accadrànulla dì male. Abbia fiducia in Dio; è sulla buona strada e in buone mani,nelle mani dì Dio ». La sera sono rimasta un po' più a lungo in cappella.Ho parlato col Signore <strong>di</strong> una certa anima. Incoraggiata dalla Sua bontàho detto: « Gesù, mi hai dato questo Padre, che mi ha compreso perquanto riguarda queste ispirazioni e me lo togli <strong>di</strong> nuovo. Che potrò fareio a Wilno? Non conosco nessuno, non capisco nemmeno come parlaquella gente ». Ed il Signore mi ha detto: « Non temere, non tilascerò sola». La mia anima si è immersa in una preghiera <strong>di</strong>ringraziamento per tutte le grazie che il Signore mi ha concesso per75mezzo <strong>di</strong> Padre Andrasz. Tutto ad un tratto mi è venuta in mente quellavisione nella quale avevo visto un Sacerdote fra il confessionale e l'altare.Mentre speravo <strong>di</strong> poterlo conoscere un giorno, mi son tornate moltochiare in mente le parole, che avevo sentito allora: « Egli ti aiuterà afare la Mia volontà sulla terra ». Oggi 27 maggio 1933 parto perWilno. Quando sono uscita davanti alla casa, mi sono girata a guardaretutto l'orto e il fabbricato; quando ho <strong>di</strong>retto lo sguardo verso il novlziato,all'improvviso mi son venute le lacrime agli occhi. Pensavo a tutti ibenefici ed alle grazie che il Signore mi aveva concesso. Ad un trattoinaspettatamente, presso un'aiuola, vi<strong>di</strong> il Signore che mi <strong>di</strong>sse: « Nonpiangere; Io sono sempre con te». La presenza <strong>di</strong> Dio, che m'investìmentre il Signore Gesù parlava, durò per tutto il tempo del viaggio.Avevo il permesso <strong>di</strong> fermarmi a Czestochowa. Per la prima volta vi<strong>di</strong> laMadonna allorché mi recai, alle cinque del mattino, ad assistere alloscoprimento dell'immagine. Rimasi là a pregare senza interruzione finoalle un<strong>di</strong>ci e mi sembrava d'essere appena arrivata. La Superiora delluogo mandò una Suora a cercarmi perché andassi a colazione e perché sipreoccupava che non facessi tar<strong>di</strong> al treno. La Madre <strong>di</strong> Dio mi <strong>di</strong>ssemolte cose. Affidai a Lei i miei voti perpetui. Sentivo <strong>di</strong> essere la Suabambina e che Lei era mia Madre. Non mi rifiutò nulla <strong>di</strong> quello che Lechiesi. Oggi sono già a Wilno. Il convento è costituito da casette sparsequa e là. La cosa mi fa un effetto un po' strano, dopo i gran<strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong>Jòzefòw. Vi sono solo <strong>di</strong>ciotto suore. La casetta è piccola, mal'affiatamento in questa comunità è una gran cosa. Tutte le suore mihanno accolta molto cor<strong>di</strong>almente e ciò mi è stato <strong>di</strong> grandeincoraggiamento per affrontare le fatiche che mi attendevano. SuorGiustina aveva perfino passato lo straccio sul pavimento per il mio arrivo.Quando andai alla Bene<strong>di</strong>zione Gesù m'illuminò sul modo <strong>di</strong>comportarmi con certe persone. Mi strinsi con tutte forze al Cuoredolcissimo dì Gesù, vedendo che sarei stata esposta esternamente a<strong>di</strong>strazioni, in conseguenza del compito che ho da svolgere nell'orto e peril quale debbo avere rapporti con persone esterne. È giunta la settimanadella confessione ed ho visto con gioia quel Sacerdote, che avevoconosciuto prima <strong>di</strong> venire a Wilno. L'avevo conosciuto in visione.All'improvviso sentii nell'anima queste parole: « Ecco il Mio servofedele; egli ti aiuterà a fare la Mia volontà qui sulla terra ». Ioperò non mi sono fatta conoscere da lui, come desiderava il Signore. Eper un certo tempo ho lottato con la grazia. In ogni confessione la grazia<strong>di</strong> Dio m'investiva misteriosamente, ma io non gli svelai la mia anima edavevo intenzione <strong>di</strong> non confessarmi da quel Sacerdote. Dopo taleproposito un'inquietu<strong>di</strong>ne tremenda s'impadronì della mia anima. Diomi rimproverò energicamente. Quando svelai tutta la mia anima a quelSacerdote, Gesù riversò sulla mia anima tutto un mare <strong>di</strong> grazie. Oracomprendo quello che è la fedeltà ad una singola grazia e come essa attiri76
una serie <strong>di</strong> altre grazie. O mio Gesù, tienimi accanto a Te. Ve<strong>di</strong> comesono debole; da sola non faccio nemmeno un passo avanti. Per questo, oGesù, devi stare continuamente con me come una madre presso unbambino debole e anche dì più. Sono cominciate le giornate dì lavoro, <strong>di</strong>lotte e <strong>di</strong> tribolazioni. Tutto procede secondo il ritmo <strong>di</strong> una casareligiosa. Si è sempre novizi; si debbono imparare e conoscere moltecose, poiché, sebbene la regola sia la stessa, ogni casa ha le sue usanze eperciò ogni cambiamento è un piccolo noviziato.V.VIII.1933. Festa della Madre <strong>di</strong> Dio della Misericor<strong>di</strong>a. Oggi hoottenuto una grande ed incomparabile grazia, puramente interiore, per laquale ringrazierò Dio in questa vita e per tutta l'eternità... Gesù mi avevadetto che Gli sarebbe piaciuto soprattutto che me<strong>di</strong>tassi la Sua dolorosaPassione. In seguito a questa me<strong>di</strong>tazione molta luce si riversa sulla miaanima. Chi vuole imparare la vera umiltà, me<strong>di</strong>ti la Passione <strong>di</strong> Gesù.Quando me<strong>di</strong>to la Passione dì Gesù, riesco ad aver chiara la nozione <strong>di</strong>molte cose, che prima non riuscivo a capire. Io desidero essere simile aTe, o Gesù, a Te crocifisso, maltrattato, umiliato. O Gesù, imprimi nellamia anima e nel mio cuore la Tua umiltà. Ti amo, Gesù, alla follia. AmoTe annientato, come Ti descrive il profeta, che per le gran<strong>di</strong> sofferenzenon riusciva a scorgere in Te l'aspetto umano. In tale stato Ti amo, Gesù,alla follia. Dio Eterno ed immenso, che cosa ha mai fatto <strong>di</strong> Te l'amore?...11.X.1933. Giovedì. Ho cercato <strong>di</strong> fare l'ora santa ma l'ho cominciatacon grande <strong>di</strong>fficoltà. Una certa nostalgia cominciò a lacerarmi il cuore.La mia mente ne fu talmente offuscata che non riuscivo a comprenderenemmeno le semplici formule delle preghiere. E in questo modo passòper me un'ora dì preghiera, o meglio <strong>di</strong> lotta. Decisi <strong>di</strong> pregare un'altraora, ma le sofferenze interiori aumentarono: una grande ari<strong>di</strong>tà ed ungrande sconforto. Decisi <strong>di</strong> pregare per una terza ora. In questa terza ora<strong>di</strong> preghiera, che decisi <strong>di</strong> fare in ginocchio senza alcun appoggio, il miocorpo cominciò a reclamare un po <strong>di</strong> riposo. Io però non cedetti in nulla.Misi le braccia a forma <strong>di</strong> croce e senza pronunciare una parola, andaiavanti così con la forza della volonta. Dopo un po' mi tolsi l'anello dal<strong>di</strong>to e chiesi a Gesù <strong>di</strong> guardare quell'anello, che è il segno della nostraunione eterna ed offrii a Gesù i sentimenti che avevo il giorno dei votiperpetui. Poco dopo sentii che il mio cuore era inondato da un'ondad'amore; all'improvviso il raccoglimento dello spirito; il silenzio deisensi; la piesenza <strong>di</strong> Dio che investe l'anima. So questo soltanto, che cisiamo Gesù ed io. L'ho visto con lo stesso aspetto che aveva quando lovi<strong>di</strong> qualche momento dopo i voti perpetui, mentre facevo l'ora santa.Gesù si è presentato improvvisamente davanti a me privo delle vesti,coperto <strong>di</strong> piaghe su tutto il corpo, con gli occhi inondati dì sangue e <strong>di</strong>lacrime, col volto deturpato, coperto <strong>di</strong> sputi. D'un tratto il Signore mi ha77detto: «La sposa deve essere simile al suo Sposo ». Compresiqueste parole fino in fondo. Qui non c'è possibilità <strong>di</strong> alcun dubbio. Lamia somiglianza con Gesù deve avvenire attraverso la sofferenza el'umiltà. «Ve<strong>di</strong> quello che ha fatto con Me l'amore per le animedegli uomini. Figlia Mia, nel tuo cuore trovo tutto quello cheMi rifiuta un così grande numero <strong>di</strong> anime. Il tuo cuore è <strong>di</strong>riposo per Me. Spesso conservo le gran<strong>di</strong> grazie verso la finedelle preghiere ». Una volta che avevo fatto una novena allo SpiritoSanto riguardo al confessore, il Signore mi rispose: « Te l'ho fattoconoscere prima che i Superiori ti inviassero qui. Come ticomporterai tu col confessore, così Mi comporterò Io con te.Se gli terrai nascosta anche la più piccola delle Mie grazie,anch'Io Mi nasconderò davanti a te e rimarrai sola ». Ed io micomportai secondo il desiderio <strong>di</strong> Dio ed una profonda pace regnò nellamia anima. Ora comprendo quanto Dio <strong>di</strong>fenda i confessori, e quanto stiadalla loro parte. Un consiglio del reverendo dr. Sopocko. « Senza umiltànon possiamo piacere a Dio. Esercitati nel terzo grado dell'umilta', cioènon solo non ricorrere a spiegazioni e giustificazioni, quando cirimproverano qualche cosa, ma rallegrarsi dell'umiliazione. Se le cose <strong>di</strong>cui mi parli, provengono veramente da Dio, prepara la tua anima agran<strong>di</strong> sofferenze. Incontrerai <strong>di</strong>sapprovazioni e persecuzioni; ticonsidereranno un'isterica ed una stravagante; ma Dio non ti risparmieràla Sua grazia. Le vere opere <strong>di</strong> Dio incontrano sempre <strong>di</strong>fficoltà e sonocontrad<strong>di</strong>stinte dalla sofferenza. Se Dio vuole realizzare qualche cosa,prima o poi la realizza, nonostante le <strong>di</strong>fficoltà e gli ostacoli; e tufrattanto àrmati <strong>di</strong> tanta pazienza ». Quando il reverendo dr. Sopockoandò in Terra <strong>Santa</strong>, in quel periodo confessò la comunità il padregesuita Dabrowski. In una delle mie confessioni mi domandò se mirendevo conto della vita superiore che c'è nella mia anima e che è ad ungrado estremamente alto. Risposi <strong>di</strong> rendermene conto e <strong>di</strong> conoscerequello che avviene nel mio intimo. Alla mia risposta il Padre replicò: «Non le è lecito, sorella, <strong>di</strong>struggere quanto ha dentro l'anima, né mutarlo<strong>di</strong> sua iniziativa. Non in tutte le anime è evidente la grande felicità, che sitrova nella vita interiore, la quale presso <strong>di</strong> lei, sorella, è visibile perché viè in un grado altissimo. Stia attenta, sorella, a non sciupare queste gran<strong>di</strong>grazie <strong>di</strong> Dio, grande per loro [la frase è rimasta interrotta]. Però questoPadre in precedenza mi aveva sottoposto a molte prove. E quando gli<strong>di</strong>ssi che il Signore voleva da me quelle cose, prese gioco <strong>di</strong> me e mior<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> andare a confessarmi alle otto <strong>di</strong> sera. E quando andai alle otto,il frate converso stava chiudendo la chiesa. E quando gli <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong> farsapere al Padre che ero venuta e che era stato il Padre a <strong>di</strong>rmi <strong>di</strong> andare aquell'ora, il buon fraticello andò ed avverii il Padre. Il Padre gli or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong>rispondere che a quell'ora i Padri non confessano. E me ne tornai a casasenza aver fatto niente e non mi confessai più da lui, ma feci per lui78
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