nascosi nel profondo del cuore. Quando uscimmo da casa del pittore, laMadre Superiora rimase in città a sbrigare varie faccende ed io tornai acasa da sola. Andai subito in cappella e mi sfogai piangendo a <strong>di</strong>rotto.Dissi al Signore: « Chi può <strong>di</strong>pingerTi bello come sei? ». All'improvvisou<strong>di</strong>i queste parole: « Non nella bellezza dei colori né del pennellosta la grandezza <strong>di</strong> questa immagine, ma nella Mia grazia ».Una volta che ero andata nell'orto <strong>di</strong> pomeriggio, l'Angelo Custode mi<strong>di</strong>sse: « Prega per gli agonizzanti ». Incominciai subito il rosario per gliagonizzanti assieme alle ragazze addette all'orto. Terminato il rosario,recitammo <strong>di</strong>verse invocazioni per gli agonizzanti. Finite le preghiere, leeducande si misero a chiacchierare allegramente fra loro. Nonostante ilchiasso che facevano, u<strong>di</strong>i nel mio intimo queste parole: « Prega per me». Dato che non avevo potuto capire bene quelle parole, mi allontanai <strong>di</strong>qualche passo dalle educande, riflettendo su chi poteva essere che mior<strong>di</strong>nava <strong>di</strong> pregare. D'un tratto udìi queste parole: « Sono Suor... ».Questa suora stava a Varsavia, mentre io allora ero a Wilno. « Prega perme fino a quando ti <strong>di</strong>rò <strong>di</strong> smettere. Sto agonizzando ». Cominciaisubito a pregare con fervore per lei il Cuore agonizzante <strong>di</strong> Gesù e, senzadarmi respiro, pregai così dalle tre alle cinque del pomeriggio. Allecinque u<strong>di</strong>i questa parola: « Grazie ». Compresi che era già morta.Tuttavia il giorno dopo, durante la santa Messa, pregai fervorosamenteper la sua anima. Nel pomeriggio giunse una cartolina che annunciavache Suor... alla tale ora era morta. Mi resi conto che era la stessa ora,nella quale mi aveva detto: « Prega per me! ».O Madre <strong>di</strong> Dio, la Tua anima è stata immersa in un mare <strong>di</strong> amarezze:guarda alla Tua bambina ed insegnale a soffrire e ad amare nellasofferenza. Fortifica la mia anima, in modo che il dolore non la spezzi. OMadre della grazia, insegnami a vivere con Dio. Una volta mi venne atrovare la Madonna. Era triste, aveva gli occhi abbassati verso il suolo, mifece capire che aveva qualche cosa da <strong>di</strong>rmi, ma nello stesso tempo sicomportava come se non volesse parlarmene. Quando lo compresi,cominciai a pregare la Madonna che me lo <strong>di</strong>cesse e volgesse lo sguardoverso <strong>di</strong> me. In un attimo Maria si rivolse a me sorridendo cor<strong>di</strong>almentee <strong>di</strong>sse: « Dovrai soffrire a causa <strong>di</strong> una malattia e dei me<strong>di</strong>ci. Inoltreavrai sofferenze per quell'immagine. Ma non aver paura <strong>di</strong> nulla». Ilgiorno dopo mi ammalai e soffrii molto, proprio come mi aveva detto laMadonna, ma la mia anima è preparata alle sofferenze. La sofferenza è lacompagna costante della mia vita. O mio Dio, mia unica speranza, in Teho posto tutta la mia fiducia e so che non rimarrò delusa. Talvolta, dopola santa Comunione, sento la presenza <strong>di</strong> Dio in modo particolare,sensibile. Sento che c'è Id<strong>di</strong>o nel mio cuore. Ed il fatto che sento Dionell'anima, non m'impe<strong>di</strong>sce affatto <strong>di</strong> compiere i miei doveri, anchequando sbrigo le più importanti questioni, che richiedono attenzione,non perdo la presenza <strong>di</strong> Dio nell'anima e resto strettamente unita a Lui.87Con Lui vado al lavoro, con Lui vado a ricreazione, con Lui soffro, con Luigioisco, vivo in Lui ed Egli in me. Non sono mai sola, poiché Egli è il miocompagno stabile; in ogni momento sono consapevole della Suapresenza. La nostra familiarità è stretta a causa dell'unione del sangue edella vita...9.VIII.1934. Adorazione notturna del giovedì. Ho fatto l'adorazionedalle un<strong>di</strong>ci alle do<strong>di</strong>ci. Questa adorazione l'ho fatta per la conversionedei peccatori induriti, ma specialmente per quelli che hanno perduto lasperanza nella Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio. Ho considerato quanto ha soffertoDio e quanto è grande l'amore che ci ha <strong>di</strong>mostrato e noi non cre<strong>di</strong>amoche Dio ci ama cosi. O Gesù, chi comprende questo? Che dolore per ilnostro Salvatore e con che cosa può convincerci del suo amore, se la Suastessa morte non riesce a convincerci? Ho pregato tutto il cielo ad unirsia me per compensare il Signore dell'ingratitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> certe anime. Gesùmi ha fatto conoscere quanto Gli è gra<strong>di</strong>ta la preghiera riparatrice. Mi hadetto: « La pregbìera <strong>di</strong> un'anima umile ed amante placa l'iradel Padre Mio ed attira un mare <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zioni ». Finital'adorazione, a metà strada verso la cella, fui circondata da un granbranco <strong>di</strong> cani neri, alti, che saltavano ed ululavano, mostrandochiaramente l'intenzione <strong>di</strong> sbranarmi. M'accorsi però che non eranocani, ma demoni. Uno <strong>di</strong> loro <strong>di</strong>sse con rabbiosa malvagità: « Dato chequesta notte ci hai portato via tante anime, ora noi ti facciamo a pezzi ».Risposi: « Se questa è la volontà <strong>di</strong> Dio misericor<strong>di</strong>osissimo, fatemi purea pezzi, poiché l'ho giustamente meritato, essendo la più misera dellepeccatrici, ma Dio è sempre santo, giusto ed infinitamentemisericor<strong>di</strong>oso ». A queste parole risposero tutti insieme i demoni: «Fuggiamo, perché non è sola, ma c'è con lei l'Onnipotente ». Escomparvero come la polvere, come un rumore che giunge dalla strada,mentre io tranquillamente, continuando il Te Deum, andai in cellariflettendo sull'infinita ed insondabile Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina.12.VIII.1934. Svenimento improvviso. Sofferenze preagoniche. Non erala morte, cioè il passaggio alla vera vita, ma un pregustarne le sofferenze.Pur donandoci la vita eterna, la morte è spaventosa. Mi sentiiimprovvisamente male: mancanza <strong>di</strong> respiro, buio davanti agli occhi,sensazione <strong>di</strong> mancamento nelle membra. Questo soffocamento è atroce.Un istante <strong>di</strong> tale soffocamento è infinitamente lungo... Nonostante lafiducia, sopravviene pure uno strano senso <strong>di</strong> paura. Desiderai riceveregli ultimi S. Sacramenti. Ma, in quello stato la santa Confessione riesceassai <strong>di</strong>fficoltosa, malgrado il desiderio <strong>di</strong> confessarsi. Non si sa quel chesi <strong>di</strong>ce: si comincia una cosa, senza finire l'altra. Id<strong>di</strong>o preservi ciascunanima dal rinviare la confessione all'ultima ora. Ho sperimentato lapotenza delle parole del sacerdote, che scendono benefiche sull'anima88
dell'ammalato. Quando chiesi al Padre spirituale se ero pronta apresentarmi davanti a Dio e se potevo stare tranquilla, ottenni questarisposta: « Può essere pienamente tranquilla, non solo adesso, ma dopoogni confessione settimanale ». La grazia <strong>di</strong> Dio che accompagna questeparole del sacerdote è grande. L'anima sente la forza ed il coraggio per labattaglia. O Congregazione, o madre mia, come è dolce vivere sotto le tueali, ma è ancora meglio morirvi! Ricevuti gli ultimi S. Sacramenti,sopravvenne un miglioramento totale. Rimasi sola. Il miglioramentodurò circa mezz'ora, poi si ripeté l'attacco, ma non più cosi violento,perché le cure me<strong>di</strong>che lo contrastavano. Unii le mie sofferenze a quelle<strong>di</strong> Gesù e le offrii per me e per la conversione delle anime che noncredono nella bontà <strong>di</strong> Dio. All'improvviso la mia cella si riempi <strong>di</strong> ceffineri pieni <strong>di</strong> malvagità e <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o contro <strong>di</strong> me. Uno <strong>di</strong> essi <strong>di</strong>sse: «Maledetta tu e Colui che è in te, perché già cominci a tormentarcinell'inferno ». Appena <strong>di</strong>ssi: « Ed il Verbo si fece carne ed abitò in mezzoa noi », subito quei ceffi scomparvero rumorosamente. L'indomani misentivo debolissima, ma non provavo più nessuna sofferenza. Dopo lasanta Comunione vi<strong>di</strong> Gesù nell'aspetto che avevo già visto duranteun'ora <strong>di</strong> adorazione. Lo sguardo del Signore trapassò la mia anima daparte a parte e nemmeno il più minuscolo pulviscolo sfugge alla Suaattenzione. E <strong>di</strong>ssi a Gesù: « Pensavo che mi prendessi ». E Gesù mirispose: « Ancora non si è adempiuta completamente la Miavolontà in te; rimarrai ancora sulla terra, ma non per moltotempo. Mi piace molto la tua fiducia, ma l'amore sia piùardente. Un amore puro dà forza all'anima nell'agonia stessa.Quando agonizzavo sulla croce non pensavo a Me, ma ai poveripeccatori e pregavo il Padre per loro. Voglio che anche i tuoiultimi momenti siano completamente simili ai Miei sullacroce. Uno solo è il prezzo col quale si riscattano le anime equesto prezzo è la sofferenza unita alla Mia sofferenza sullacroce. L'amore puro comprende queste parole; l'amorecarnale non le comprenderà mai ».Anno 1934. Il giorno dell'Assunzione della SS.ma Vergine, non andaialla santa Messa, la dottoressa non me lo permise, ma pregaifervorosamente in cella. Dopo poco vi<strong>di</strong> la Madonna, che era <strong>di</strong> unabellezza indescrivibile e che mi <strong>di</strong>sse: « Figlia Mia, voglio da te preghiera,preghiera e ancora una volta preghiera per il mondo e specialmente perla tua Patria. Fa' la comunione riparatrice per nove giorni, uniscitistrettamente al sacrificio della <strong>Santa</strong> Messa. Per questi nove giorni staraidavanti a Dio come vittima, ovunque, continuamente, in ogni luogo e inogni momento giorno e notte; ogni volta che ti svegli, pregainteriormente. Pregare <strong>di</strong> continuo interiormente è possibile ». Una voltaGesù mi <strong>di</strong>sse: « Il Mio sguardo da quest'immagine è tale e quale89al Mio sguardo dalla croce». Una volta il confessore mi chiese comedoveva essere collocata la scritta, dato che non c'era posto sull'immagine.Risposi che avrei pregato ed avrei dato una risposta la settimanaseguente. Mentre mi allontanavo dal confessionale, passando accanto alSS.mo Sacramento, mi fu fatto capire interiormente come doveva esserequella scritta. Gesù mi ricordò quello che mi aveva detto la prima volta ecioè che queste tre parole dovevano essere messe in evidenza. Le parolesono queste: « Jezu, ufam Tobie ». Gesù, confido in Te. Capii che Gesùdesiderava che venisse messa questa frase, ma all'infuori <strong>di</strong> questeparole, non dava altri or<strong>di</strong>ni precisi. « Porgo agli uomini ilrecipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie allasorgente della Misericor<strong>di</strong>a. Il recipiente è quest'immaginecon la scritta: Gesù, confido in Te». O Amore purissimo, regnatotalmente nel mio cuore ed aiutami a compiere nella maniera più fedelela Tua santa volontà. Verso la fine <strong>di</strong> un ritiro spirituale <strong>di</strong> tre giorni, miaccorsi che camminavo lungo una strada accidentata ed inciampavo ognimomento e vedevo che <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> me veniva un altra figura che misosteneva continuamente e io non ero contenta <strong>di</strong> questo e chiesi chequella figura si scostasse da me, perché volevo camminare da sola.Tuttavia quella figura, che non riuscii a riconoscere, non mi abbandonònemmeno per un istante. La cosa m'innervosì e mi rivoltai contro <strong>di</strong> lei ela respinsi da me. In quel momento conobbi che quella figura era laMadre Superiora e nello stesso momento vi<strong>di</strong> che non era più la MadreSuperiora ma Gesù, che m'inviò uno sguardo profondo e mi fececonoscere quanto Gli sarebbe <strong>di</strong>spiaciuto se, anche nella più piccola cosa,non avessi cercato <strong>di</strong> fare la volontà della Superiora « che è la Miavolontà». Chiesi vivamente perdono al Signore e presi seriamente acuorequell'avvertimento.Una volta il confessore mi chiese <strong>di</strong> pregare secondo la sua intenzione ecominciai una novena alla Madonna. Questa novena consisteva nelrecitare nove volte la « Salve Regina ». Verso la fine della novena vi<strong>di</strong> laMadonna col Bambino Gesù in braccio e vi<strong>di</strong> anche il mio confessore cheera inginocchiato ai Suoi pie<strong>di</strong> e parlava con Lei. Non compresi <strong>di</strong> checosa parlasse con la Madonna, poiché ero impegnata a parlare colBambino Gesù, che era sceso dalle braccia della Madonna e si eraavvicinato a me. Non mi stancavo <strong>di</strong> ammirare la Sua bellezza. Sentiialcune parole che gli <strong>di</strong>ceva la Madonna, ma non sentii tutto. Le parolesono queste: « Io sono non solo la Regina del Cielo, ma anche laMadre della Misericor<strong>di</strong>a e la Madre tua ». In quel momento stesela mano destra con cui reggeva il mantello e copri con esso quelsacerdote. In quell'istante la visione scomparve. Oh! che grazia grande èquella <strong>di</strong> avere un <strong>di</strong>rettore spirituale! Si progre<strong>di</strong>sce più in fretta nellevirtù, si conosce più chiaramente la volontà <strong>di</strong> Dio, la si adempie piùfedelmente, si procede su una strada certa e sicura. il <strong>di</strong>rettore spirituale90
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