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concetto che abbandona le stereotipie già cristallizzate e che quasi<br />
sempre è difficile da illustrare essi, con risorse pressoché infinite, creano<br />
un abisso tra le forme espressive e i concetti da esprimere, che comunque<br />
restano insignificanti, per quantità, rispetto alle forme espressive.<br />
La lingua poetica di Giacomo – per certi aspetti – anticipa quella<br />
di Petrarca, che con un lessico relativamente esiguo e uno stile di esemplare<br />
semplicità, crea un mondo poetico animato da un contrasto<br />
interno originato da elementi lessicali essenziali sempre in evidenza e<br />
dalla ricchezza di soluzioni metriche. Mediante sinonimi e antonimi,<br />
varianti e ripetizioni, parole e intenzionalità delle situazioni verbali, i<br />
campi di significato si moltiplicano e si amplificano. D’altra parte la<br />
limitatezza dei mezzi espressivi, attraverso i continui ritorni e flashbacks,<br />
non fa altro che aumentare ulteriormente la potenza evocativa<br />
ed emozionale fino al nome Laura il quale, nel processo associativo costruito<br />
sul significante e tramite il riverbero del suono, appare e riappare<br />
continuamente. Tra i tantissimi esempi basti citare la canzone<br />
CCCXXIII «Standomi un giorno solo alla finestra» del RVF, in cui Laura<br />
si ”materializza” ben sette volte: l’aura, l’aere, ”alto mar”, d’or la vela,<br />
d’avorio, ella carca, null’altre (cfr. Frare 1991). Nel caso di Giacomo, in<br />
«Meravigliosamente» appare il motivo del poeta che dipinge nel cuore<br />
l’immagine della donna amata, poi diventato topos. I verbi pingere e<br />
portare si ripetono a breve distanza, come pure il sostantivo cuore: pinge,<br />
pinta, porto, porti; core e cor. Essi inoltre trovano un’eco in pintura e<br />
dipinsi. I due poeti dunque non solo si accontentano di un solo lessema<br />
ma lo fanno apparire e riapparire in innumerevoli varianti creando così<br />
le basi per una nuova semantica poetica.<br />
Tra le figure retoriche utilizzate dal Notaro nel suo ”canzoniere”,<br />
sette sono quelle maggiormente ricorrenti e più adatte ad illustrare<br />
il pensiero del poeta.<br />
III.1. La ripetizione, il poliptoto e la dittologia sinonimica<br />
Come abbiamo potuto vedere poc’anzi, l’immagine della donna amata<br />
dipinta nel cuore si mostra nella proliferazione delle figure etimologiche<br />
correlate alla pittura e alla vista [pinge/ pintura/ pinta (vv. 5-6; 11);<br />
dipinsi una pintura (v. 10); guardo/ risguardare (vv. 37; 39)]. Ognuna di<br />
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