Concludendo possiamo dire che al poeta federiciano non interessava far conoscere una sua improbabile (per quei tempi) esperienza sentimentale, ma promuovere poesia utilizzando lo strumento di una lingua nuova che non fosse il latino. Certo, per i poeti della corte di Federico II l’eredità retorica e figurale costituiva un repertorio ormai collaudato, dunque da sfruttare il più possibile senza aggiungere novità; inoltre risultava evidente fin da subito il divario tra forme espressive e concetti da esprimere a causa dell’esiguità di questi ultimi rispetto all’abbondanza delle prime. Di conseguenza ciò che i rimatori siciliani avevano da dire si riduceva a pochissime occasioni data l’assoluta stereotipia delle tematiche a loro disposizione; essi così ricorrevano ad un numero spropositato di paragoni e sinonimi fino al punto di celare il messaggio dei loro versi. La non coincidenza fra forma e contenuto si risolveva in pratica attraverso la sapiente ”manipolazione” della lingua e della retorica rispetto alle idee, cioè il pensiero, messo infine in secondo piano da temi selezionati e clichés già visti oltralpe. 154
ABBREVIAZIONI «CCM», Cahiers de Civilization Médiévale «CLPIO», Concordanze della Lingua Poetica Italiana delle Origini «CM», Cultura Mediolatina «DCLI», Dizionario Critico della Letteratura Italiana (UTET) «GSLI», Giornale Storico della Letteratura Italiana «ID», Italianistica Debreceniensis «LIE», Letteratura Italiana Einaudi «MR», Medioevo Romanzo «NC», Nuova Corvina «RLI», Rassegna della Letteratura Italiana «SC», Strumenti Critici «SCLI», Storia della Civiltà Letteraria Italiana «Sd’E», Studi d’Estetica «SFR», Studi di Filologia Romanza «SLI», Storia della Letteratura Italiana (Garzanti) «SS», Studi Storici 155
ANGELO PAGANO LA SCUOLA POETICA SIC
4 I N D I C E Prefazione 5 Introduz
INTRODUZIONE Il presente lavoro int
ca letteraria si è ancora una volt
la realtà e della realizzazione di
esse, conformemente alla funzione d
hanno piuttosto la funzione di riap
dall’ eco infinita. In altri term
CAPITOLO I LA MAGNA CURIA DI FEDERI
lare meglio i vasti territori del s
Tuttavia una ragione per la quale F
da definirsi vir inquisitor et sapi
Purtuttavia le cronache narrano che
specie di età sveva che si coglie
CAPITOLO II I RAPPORTI CON LA LIRIC
gono dalle fila della piccola nobil
Questi rapporti platonici, una spec
nessione la tecnica adottata e i pr
CAPITOLO III LE ALTRE FONTI Andrea
Riprendendo poi un passo di San Ger
Per Giacomo da Lentini amore è con
Tanto per cominciare c’è un ampi
A questo punto bisogna ricordare, c
Il motivo principale per il quale G
Tre cose sono in una concordanza, c
Tra i versi dell’Ars, degli Amore
È ovviamente il creatore del sonet
iti, ma che trapiantato in ambiente
zione cominciano la loro attività
me i funzionari della Magna Curia,
da Lentini e agli altri rimatori fe
66 Due cavalier valenti d’un para
ni di Aimeric nei poeti federiciani
stiche auliche e porta con sé modi
in cui la donna sa come ribattere a
”permeabilità” dei singoli aut
Erla o il canonico Thomasin von Zir
appartiene veramente al re Giovanni
lo negli anni di prigionia può ess
del tempo di Federico II 42 ; il V
Immaginare forma e organizzazione d
CAPITOLO VI LA LINGUA L’uso della
diocribus, ex ore quorum iudicium e
È proprio dalla forma linguistica
murir s’illa ’nd’à gioia, ch
CAPITOLO VII LA METRICA Le struttur
siciliani più raffinati alternavan
che, come ad esempio quella religio
sibile senza grandi problemi che l