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che, come ad esempio quella religiosa, del cui carattere musicale non si<br />
dovrebbe dubitare 46 . E riguardo alle canzoni?<br />
Rispetto alle ballate Dante ad esempio dice nel De Vulgari Eloquentia<br />
(II, ii) che le canzoni non hanno bisogno di danzatori per essere<br />
eseguite (DVE 1995:61-2): ma allora neppure di essere cantate? Dante<br />
spiega che la melodia di per sé non è una canzone perché una canzone<br />
è l’unione di melodia e testo, ed il testo deve esser composto per poi<br />
musicarlo, per cui «cantio nichil aliud esse videtur quam actio completa<br />
dicentis verba modulationi armonizata» (II, viii, 6) (ivi:80-1), trasposto<br />
in italiano: «la canzone non è altro che l’azione in sé compiuta (ma<br />
compiutamente svolta sembrerebbe più vicina al nostro discorso) di dire<br />
parole armonizzate (armonicamente disposte) per l’accompagnamento<br />
musicale».<br />
Più avanti Dante continua dicendo che sono canzoni in tal senso<br />
sia quelle di cui si tratta che le ballate e i sonetti e tutte le composizioni<br />
armoniche in volgare od in latino, mentre la canzone per superexcellentiam<br />
è quella che si definisce e si tratta nel seguito.<br />
Quest’ultima sembrerebbe essere una melodia strofica come di<br />
solito tutti concordano, un’armonia di rapporti.<br />
Il Brugnolo ribadisce l’impossibilità, da parte dei Siciliani, di<br />
eventuali costruzioni musicali sulla base delle semplici traduzioni eseguite<br />
sui modelli provenzali. Sia dunque il valore dimostrativo del fatto<br />
che, nei casi noti, i Siciliani, quando traducono, modificano profondamente<br />
lo schema metrico:<br />
Dalla comparazione degli schemi metrici degli originali provenzali<br />
e delle derivazioni siciliane […] risulta infatti che i tre siciliani,<br />
caso unico in Europa, pur traducendo il testo, trasformano<br />
radicalmente la struttura metrica, sia nella formula rimica che in<br />
quella sillabica (Brugnolo 1995:321).<br />
Mentre diversamente<br />
46 Come ricorda il Roncaglia, le Laudes creaturarum erano musicate, anche se la rigatura<br />
musicale nel cod. Assisiate 338 è rimasta in bianco (Roncaglia 1978:385).<br />
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