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siciliana

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iti, ma che trapiantato in ambiente cittadino, a Genova come a Bologna,<br />

può divenire appannaggio di elementi borghesi, mercanti, notai,<br />

podestà (Formisano 1994:137).<br />

Questo dato non è da sottovalutare perché preannuncia la collocazione<br />

sociale dei poeti della scuola siculo-toscana, di area toscoemiliana,<br />

e l’interesse per la poesia dei notai bolognesi fra Due e Trecento.<br />

La protezione di Alberico da Romano offre le condizioni materiali<br />

per l’opera di sistemazione ”scolastica” di Uc Faidit (Uc de Saint<br />

Circ), il Donat Proensal, una grammatichetta provenzale composta nel<br />

1243 su richiesta di Giacomo da Morra, funzionario della corte di Federico<br />

II, ad uso del pubblico ignaro della lingua e delle regole del trobar<br />

(cfr. Roncaglia 1987:120-2; Di Girolamo 1994:109).<br />

In Italia meridionale Federico II, stando almeno ad alcune fonti,<br />

sembra piuttosto freddo nei confronti dei versi di circostanza che ne<br />

salutano l’incoronazione a Roma nell’autunno del 1220 (Formisano<br />

1994:137). È stato inoltre spesso detto come Minnesänger e trovatori<br />

non abbiano incontrato i favori del Puer Apulie denunciando in lui<br />

mancanza di largueza. È da un canzoniere provenzale, tuttavia, ricevuto<br />

forse in dono da Ezzelino da Romano in occasione dell’alleanza politica<br />

del 1232, che i poeti della Magna Curia avrebbero appreso i tratti<br />

essenziali della lirica trobadorica e cominciato a rimare (cfr. Roncaglia<br />

(1983) 1985:415; 1984:33-147). Il Notaro traduce «A vos, midonz, vuoill<br />

retrair’ en cantan» di Folquet de Marselha, molto probabilmente contenuto<br />

in quel codice, ricavandone «Madonna dir vo voglio», il componimento<br />

che apre il codice Vaticano Latino 3793 e che, tradizionalmente,<br />

segna l’inizio della Scuola.<br />

A questo punto potremmo chiederci se eventualmente circolasse<br />

già prima di Federico II poesia trobadorica in Sicilia. Agli inizi degli<br />

anni Ottanta, Aurelio Roncaglia - e dopo di lui altri studiosi - sostiene<br />

la tesi secondo la quale l’inizio della poesia lirica provenzaleggiante in<br />

volgare italiano va posticipato (Roncaglia 1987:142-3), a partire cioè<br />

dalla diffusione in suolo siciliano delle trascrizioni di poesie provenzali<br />

provenienti da Uc de Saint Circ. Il grande studioso dall’alto della sua<br />

autorevolezza ritiene senza mezzi termini impossibile un’attività poetica<br />

antecedente quell’epoca.<br />

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