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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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tra le compagini politiche che ormai, dopo la liquidazione della lunga esperienza<br />

dei Comuni cittadini, si contendevano l’egemonia in questa area della penisola:<br />

lo Stato di Milano, lo Stato di Venezia e quello di Firenze. Il territorio<br />

bergamasco era un’area contesa tra Milano e Venezia, e questa non era certo<br />

una fortuna per le popolazioni locali. Ma il fenomeno che segnò maggiormente<br />

le valli nei decenni tra Tre e Quattrocento furono gli scontri, in alcuni<br />

momenti sanguinosi, tra la parte guelfa e la parte ghibellina.<br />

Per il nostro modo di pensare, le fazioni sono solo gruppi eversivi, perché<br />

indeboliscono il controllo della autorità statali sul territorio, creano disordine<br />

e alimentano una continua spirale di violenza. Nel tardo medioevo, tuttavia, le<br />

cose non andavano in questo modo, o almeno non sempre. La parte, guelfa o<br />

ghibellina che fosse, era una solida rete di rapporti che collegava individui, famiglie,<br />

parentele e intere comunità sparse sul territorio. Era una struttura che<br />

coordinava l’azione di persone e gruppi familiari che altrimenti non avrebbero<br />

avuto nulla a che fare l’uno con l’altro. Certo nei momenti in cui il conflitto<br />

si faceva più acuto le fazioni guelfa e ghibellina funzionavano come vere<br />

e proprie macchine da guerra. Ma nei periodi di tregua, che nonostante l’alto<br />

tasso di violenza di questa società erano senz’altro prevalenti, la parte era<br />

un modo per dare un’organizzazione a persone e comunità, era una forma di<br />

ordine, anche se un ordine diverso da quello dello Stato come lo intendiamo<br />

oggi. Come abbiamo detto, i da Fino avevano un ruolo importante nella parte<br />

guelfa della Val Seriana, possono anzi probabilmente essere considerati dei<br />

veri e propri capi-parte.<br />

Il Comune, cioè la comunità a base territoriale, non era quindi l’unica<br />

struttura organizzativa alla quale i «vicini» appartenevano. Un uomo poteva far<br />

parte contemporaneamente di una comunità e di una parte, che poteva essere<br />

- e nella maggior parte dei casi lo era - la stessa parte alla quale erano affiliati<br />

tutti gli altri membri della comunità, ma poteva anche essere diversa: in<br />

molti Comuni esistevano infatti individui o intere famiglie che sceglievano<br />

di schierarsi con una fazione diversa da quella nella quale militava la maggior<br />

parte dei loro compaesani. Era quindi chiaro a tutti che la comunità a base<br />

territoriale non era l’unico quadro nel quale i singoli erano inseriti, ma esistevano<br />

altre forme di coordinamento, altri tipi di solidarietà, altri modi nei quali<br />

gli uomini potevano organizzare la propria convivenza, e che le persone<br />

potevano muoversi e agire su un orizzonte più ampio e più fluido di quello<br />

del Comune.<br />

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