19.05.2013 Views

Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

de libertà d’azione e uno spazio molto ampio per accordi, intese e compromessi.<br />

Non è impensabile quindi che al momento di dare l’appalto si avesse più<br />

che un occhio di riguardo per i da Fino, che si scegliesse uno di loro, o un loro<br />

candidato, prendendo in scarsa considerazione anche offerte migliori. O che<br />

magari queste offerte non ci fossero proprio, perché in realtà tutti sapevano<br />

che l’appaltatore doveva essere uomo gradito ai da Fino, un loro tirapiedi, ed esistevano<br />

molti metodi, più o meno morbidi, per convincere a desistere chi vedeva<br />

nella grattarola di Fino un buon affare e voleva provare ad approfittarne.<br />

Mi sembra possibile dunque che l’inserimento di questi due capitoli nello<br />

Statuto facesse parte dell’accordo che, nella primavera del 1468, consentì<br />

di chiudere definitivamente la lunga ed estenuante controversia tra i da Fino e<br />

i «vicini» di Onore. Certo si trattava di un accordo tutt’altro che cristallino. I<br />

da Fino accettavano di pagare i dazi come tutti gli altri, ma volevano tenersi il<br />

ricavato, raggiungendo quindi lo stesso risultato che avrebbero ottenuto con la<br />

«limitazione» alla quale avevano dovuto rinunciare. Il Comune di Onore concedeva<br />

loro questa possibilità, ma la limitava agli abitanti della contrada di<br />

Fino, perché non voleva riconoscere alla parentela lo status di comunità, e<br />

comunque imponeva per i dazi lo stesso importo pagato dagli altri uomini di<br />

Onore. C’erano un po’ troppi «ma», che rendevano l’intesa decisamente fragile,<br />

soggetta ad essere rimessa in discussione molto presto. Per il momento però<br />

le parti accettarono questo complicato compromesso, probabilmente perché non<br />

ne potevano più di tutta questa storia.<br />

La documentazione, tuttavia, ci riserva altre sorprese. Un atto rogato dal<br />

solito notaio Iacobo da Fino il giorno 12 maggio 1468, poco più di un mese dopo<br />

l’improvvisa conclusione della controversia, ci informa che conduttore<br />

della taverna pubblica di Rascarolo era Giovanni del fu Tonino da Fino, abitatore<br />

di Rovetta 183 . La notizia ha del clamoroso. Quella di Rascarolo era la<br />

più importante delle tre taverne concesse in appalto dal Comune di Onore, e<br />

si teneva in un edificio di proprietà del Comune stesso. Come si è già accennato,<br />

essa si trovava al confine tra Fino e Rovetta, cioè tra il territorio di Onore<br />

e quello di Clusone, ed essendo collocata lungo una via di intenso passaggio<br />

consentiva al suo conduttore di concludere ottimi affari. Il capitolo 162<br />

dello Statuto di Onore vietava però agli appaltatori delle taverne comunali di<br />

associarsi in qualunque forma a forestieri, fissando per i contravventori un’ammenda,<br />

insolitamente alta, di 25 lire imperiali 184 . Giovanni da Fino era cittadino<br />

di Bergamo, come tutti i da Fino, e per di più non viveva neppure sul territorio<br />

di Onore, ma su quello di Clusone, nella contrada di Rovetta. Era dif-<br />

137

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!