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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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icoprire alcuna altra carica comunale 47 . In teoria, insomma, la situazione era<br />

chiara e non si prestava ad equivoci. Nella pratica, però, il Comune non poteva<br />

ignorare la presenza sul suo territorio dei tanti aggregati familiari - più di<br />

40, come abbiamo visto - che facevano capo alla parentela dei da Fino, che per<br />

di più con le loro terre, molte delle quali affittate anche a membri della comunità,<br />

e il loro bestiame, non di rado dato a soccida a gente del posto, erano<br />

una componente tutt’altro che irrilevante della vita economica locale.<br />

Era intervenuto quindi uno di quegli accomodamenti, di quegli accordi<br />

che, come si è detto, regolavano la convivenza a livello locale. Pare infatti<br />

che i da Fino non fossero del tutto esclusi dalla gestione della vita comunitaria,<br />

come suggeriscono alcuni atti trascritti nei registri del notaio Iacobo da<br />

Fino. Il 30 aprile del 1478 si svolse un’assemblea i cui partecipanti sono così<br />

elencati: «Nella pubblica congregazione, convocata nel solito modo, dei<br />

cittadini e dei «vicini» contadini e delle «vicine» contadine che abitano nella<br />

contrada di Onore, alla quale erano presenti gli infrascritti cittadini, «vicini»<br />

contadini e contadine, che sono più dei due terzi dei cittadini, contadini e contadine<br />

che abitano in detta contrada» 48 . Nel corso di questa riunione, alla quale,<br />

caso davvero raro, presero parte anche le donne, vennero nominati due<br />

procuratori speciali, Bartolomeo del fu Como di Ser Bono da Fino e Tonolo<br />

dei Fanzelli, per sbrigare alcuni affari della contrada. Sempre tra gli atti del<br />

notaio Iacobo si trova testimonianza di un’altra assemblea, che si svolse nel<br />

marzo del 1480: «Nel pubblico e generale Consiglio degli uomini cittadini e «vicini»<br />

della contrada di Onore. Tutti gli infrascritti uomini cittadini e «vicini»,<br />

che sono più di due terzi delle case delle famiglie dei detti uomini cittadini e «vicini»…ecc.»<br />

49 . In questa occasione i convenuti nominarono il rettore della chiesa<br />

parrocchiale di Santa Maria di Onore.<br />

I documenti sono di qualche anno successivi al momento che qui ci interessa,<br />

ma tutto lascia pensare che riflettano consuetudini già consolidate. Si tratta,<br />

nei casi in questione, non di Consigli del Comune, ma di Consigli di contrada,<br />

più precisamente della contrada di Onore. Il Comune di Onore comprendeva<br />

infatti oltre a Fino, che come vedremo costituisce però un caso a<br />

parte, due contrade: Onore e Songavazzo. Gli abitanti di una contrada si riunivano<br />

in Consiglio per discutere le questioni che riguardavano soltanto loro. A<br />

quanto pare, per esempio, il patronato sulla chiesa parrocchiale di Santa Maria<br />

spettava di diritto ai soli abitanti della contrada di Onore. Quello che a noi<br />

interessa, in ogni caso, è che alle assemblee di contrada prendevano parte, accanto<br />

ai «vicini», o «contadini», come sono definiti nel documento del 1478,<br />

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