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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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sì che - aggiungeva il Podestà - [gli uomini di Onore] non abbiano più ragione<br />

di lamentarsi presso di noi né di molestarci chiedendoci udienza» 72 . Benedetto,<br />

insomma, cominciava a trovare tutta la vicenda piuttosto seccante, ed era<br />

stufo di trovarsi davanti questi insistenti valligiani. Nella seconda lettera egli<br />

ingiungeva ai da Fino di smettere di appaltare i propri dazi separatamente e di<br />

gestire taverne pubbliche 73 .<br />

Nonostante l’ingiunzione di sveltire le procedure, il Vicario era pur sempre<br />

tenuto - su ordine, come si è visto, degli stessi rettori di Bergamo - a raccogliere<br />

notizie su quale fosse il regime daziario in vigore nel Comune di<br />

Onore al momento della sottomissione della Val Seriana superiore a Venezia.<br />

Nel corso del gennaio e del febbraio 1466 l’ufficiale ascoltò diversi testimoni,<br />

che furono interrogati in particolare sull’importo del dazio della grattarola<br />

74 . Tutti i testi confermarono che nel 1428 a Onore si pagavano 4 denari per<br />

ogni lira del prezzo di ogni animale venduto vivo o morto, esattamente lo<br />

stesso importo del 1466, come del resto sostenevano i «vicini».<br />

Se il Podestà di Bergamo pensava di avere chiuso la questione si illudeva.<br />

Il 3 gennaio del 1466 si recarono a Bergamo alcuni rappresentanti degli uomini<br />

di Onore, con il loro avvocato, e alcuni rappresentanti dei da Fino con il<br />

loro legale. Per l’ennesima volta Benedetto ribadì che la parentela doveva pagare<br />

i dazi, e scrisse al Vicario della Val Seriana superiore per ordinargli l’esecuzione<br />

del precetto 75 .<br />

Il Vicario ormai non aveva molta scelta, e la questione si avvicinava pericolosamente<br />

a una conclusione. Ma i da Fino studiarono un nuovo colpo di<br />

scena. Alla fine di gennaio essi fecero appello agli Auditori nuovi contro i<br />

due precetti podestarili del 17 dicembre 1465 e contro il mandato del 3 gennaio<br />

1466 76 . La causa, che si era ormai avviata a una soluzione tutta locale, fu di nuovo<br />

proiettata in una dimensione più ampia, e riprese tutta la trafila che abbiamo<br />

già visto. Il 18 marzo l’Auditore Andrea Bragadin formulò una formale «intromissione»<br />

nella sentenza pronunciata dai Rettori di Bergamo a favore dei «vicini»<br />

di Onore il 15 novembre 1465 77 . Il 31 marzo l’Avogadore Pietro Mocenigo<br />

scrisse ai Rettori di non tenere conto dell’intromissione e di procedere all’esecuzione<br />

della sentenza 78 .<br />

Nel frattempo era cambiato il Vicario della Val Seriana superiore, e il nuovo<br />

ufficiale, più decisionista del precedente, il 18 aprile pronunciò finalmente<br />

una sentenza 79 . Egli stabilì, non si capisce bene su quali basi, probabilmente<br />

per concedere ai da Fino almeno una piccola soddisfazione, che questi ultimi<br />

dovessero sì pagare i dazi, ma che per l’imposta principale, quella della<br />

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